Il desiderio di ricominciare, il tentativo di costruire una nuova realtà si frantuma nello scontro violento con le tribù autoctone. È la storia delle origini della superpotenza degli Stati Uniti. Una storia di formazione di una nazione raccontata da Kevin Costner, regista e attore del film, in un’epopea Western del sogno americano che si suddividerà in quattro film di tre ore ciascuno e di cui ora prendiamo in esame il primo.

Il Capitolo 1 ha una durata di tre ore per l’appunto piuttosto scorrevoli e avvincenti, dense di dramma e sentimentalismo.
Si succedono sequenze lente a sequenze cariche d’azione, e viceversa.
Sequenze introduttive che preparano il terreno a momenti invece decisivi e d’impatto.
Come finirà si chiedono i personaggi, ciechi di fronte a un futuro incerto. Quel che appare evidente è che in questo limbo di sole violenza genera violenza, la fazione dei buoni e quella dei cattivi non si distinguono quasi, il confine del bene e del male è sfumato.
Un film coraggioso e contro tendenza, in quanto è assente il tentativo buonista di assolvere tutte le azioni degli indiani
e presentarli in una veste new age e sempre e comunque idilliaca. Nel film ci sono infatti indiani pacifici ma anche altri disposti a tutto per riprendersi i propri territori.
Si potrebbe quasi dire che Costner strizzi con moderazione e intelligenza l’occhio agli esordi del cinema classico americano e ad alcune pietre miliari di questo (Ford ad esempio) modernizzando e approfondendo senza perdere di classicità.
Uno sguardo forse imparziale, che tiene in considerazione le ragioni degli indiani ma enfatizza il desiderio dei coloni di costruire un proprio personale angolo di paradiso, non comprendendo la complessità della situazione, ovvero che quel territorio non è loro.

Un’impresa ambiziosa che esalta il cinema hollywoodiano e le sue origini, così come racconta le origini degli Stati Uniti d’America.
Dunque origini e trionfo del cinema e del linguaggio artistico che adotta, dei suoi stilemi, ma anche la nascita e formazione di una nazione. Un cinema delle origini, della classicità. Kevin Costner intraprende l’impresa di narrare questa intricata raccolta di racconti tra loro intrecciati come un narratore sapiente e audace.

Un bastone piantato nel terreno dove è situato un formicaio, la prima immagine del film, un’immagine eloquente che rivela la profondità della visione del regista: costruire un futuro su un territorio già abitato, insediarsi con la forza, incuranti delle conseguenze, incuranti di chi lo abitava da prima. Così il sogno di molti sarà infranto dalla violenza della rivendicazione territoriale di alcuni Apache.

La concezione è quella della serialità televisiva, in un progetto portentoso con tanto di sguardo veloce alla prossima ‘puntata” attraverso una sorta di trailer finale del prossimo film. Un innesto della serialità nel cinema, di cui Kostner è anche sceneggiatore e che rimanda allo sforzo di Yellowsrone, la serie TV da lui interpretata.
Horizon: An American Saga – Capitolo 1 esce nei cinema il 4 luglio, mentre la parte 2 il 15 agosto.
Nel cast troviamo Kevin Costner, Siena Miller, Abbey Lee, Jena Malone, Jamie Campbell Bower, Sam Worthington.
di Corinne Vosa