L’influenza “Stalloniana”

Uno degli attori più influenti del cinema action anni '80 è sicuramente Sylvester Stallone, che con i suoi due personaggi iconici Rocky Balboa e John James Rambo (più diversi altri protagonisti in altrettante rispettabili pellicole), è entrato nei nostri cuori di cinefili, sportivi e semplici esseri umani.
È sempre gradevole guardare i suoi film, anche a distanza di anni, poiché il suo trasmettere la "riscossa dell'uomo schiacciato dalle difficoltà della vita", è un tema che coinvolge ognuno di noi. Forse, con una visione un po' distratta le sue pellicole possono sembrare delle "americanate" del periodo Reganiano, quando gli States dovevano primeggiare contro l'ex Unione Sovietica (nel quarto episodio di Rocky del 1985, contro il russo Ivan Drago, abbiamo il "climax" di questo concetto), ma c'è molto di più sotto quei chili di muscoli e quell'espressione con il labbro storto; c'è un uomo di periferia, c'è il reduce di una guerra impostagli dal Sistema, c'è il poliziotto dal pugno duro contro la criminalità ancor più spietata, c'è il vicino della porta accanto, c'è ognuno di noi.
Nell'epoca in cui viviamo, dove le antiche virtù sembrano cedere il passo a vizi e malizie sempre più crescenti, il messaggio che Sly (il suo soprannome) ci lascia tramite i guantoni da boxe, la fascia rossa sui capelli lunghi e il "distintivo da sbirro", credo sia il giusto reintegro di sentimento positivo alla carenza di ardore e determinazione che purtroppo contraddistingue la nostra epoca del "tutto e subito".

Commento e introduzione alla saga di Assassin’s Creed di un fan

Tra i videogames più famosi degli ultimi anni, un posto di riguardo lo merita sicuramente la serie di Assassin’s Creed, che ancora continua a sorprendere i propri fan, proseguendo il conflitto tra le fazioni dell’Ordine dei Templari e della Confraternita degli Assassini.
La magia della saga sta sicuramente nelle ambientazioni storico-geografiche, dove si passa dalle Crociate in Terra Santa fino alla Londra Vittoriana, impersonando e incontrando uomini e donne coi loro obiettivi, le loro forze e le loro debolezze, i cui scopi “celati nell’ombra” aiuteranno la civiltà corrente a sopravvivere alle ingiustizie alle quali è sottoposta.

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The Watcher (2022) – Recensione

The Watcher è una serie Netflix thriller americana creata da Ryan Murphy e Ian Brennan, ed è stata mandata in onda la prima volta il 13 ottobre 2022. È ispirata alla storia reale della famiglia Broaddus, vittima di circostanze molto simili a quelle rappresentate nel telefilm.

La serie tratta delle vicende di una famiglia americana, i Brannock, composta da Nora, Dean, Ellie e Carter, che si trasferiscono in una nuova casa, sita al 657 Boulevard, nel New Jersey.
La famiglia spera di trovare un ambiente sereno e tranquillo dove poter crescere e passare il resto della propria vita, ma così non sarà.

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I miei anime preferiti (uno per anno) dal 1991 al 2021 (Seconda parte)

Proseguiamo il nostro viaggio nel tempo prendendo in considerazione gli anime usciti dal 1996 al 2000 (sempre tenendo conto della prima trasmissione sulle emittenti giapponesi). Per leggere la prima parte e scoprire tutte le regole di questo “gioco”, cliccate QUI!

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Naruto Shippuden – Recensione anime episodi 75-242

Alba infligge alla Foglia una perdita inaspettata, vittima del fanatismo religioso. L’apporto strategico di Shikamaru si rivelerà fondamentale, mentre Naruto metterà in campo una nuova tecnica e continuerà a crescere e a stupire.

Sasuke si ribella a Orochimaru, sopravvive all’ultimo slancio di esaltata follia artistica di Deidara e affronta una volta per tutte suo fratello. L’esito dello scontro lo lascia in uno stato di profonda prostrazione psicologica, aggravata dall’incontro con Tobi, che lo manipola facilmente. Particolarmente imprevedibile e instabile, accetta di rapire Killer Bee ma continua a portare sulla schiena il simbolo del suo clan, rendendosi riconoscibile e aggravando la sua posizione. Le sue ragioni, spiegate con chiarezza a un improbabile Madara, sono del tutto comprensibili ma, episodio dopo episodio, l’analisi razionale del primo momento, invece di virare verso soluzioni mirate, esplode in una completa perdita di controllo che travolge nemici e alleati senza distinzioni e dalla quale sarà difficile riabilitarsi.

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Bakuman – The good, the meh and the bad [Manga]

A volte mi capita di immergermi di nuovo in una storia che avevo apprezzato in passato per provare a capire se dopo tanto tempo il mio giudizio nei suoi confronti sia cambiato. È quel che ho fatto nel corso di gennaio con Bakuman, manga di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata che una decina di anni fa avevo adorato, al netto di qualche problemino negli ultimi archi narrativi. Quelle che state per leggere solo le mie opinioni sull’opera al termine della rilettura.

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Il mio 2022 videoludico

Mi sto rendendo sempre più conto di non essere una persona in grado di concentrarsi su un singolo hobby: passo da uno all’altro come una pallina da ping-pong impazzita, incapace di restare fermo troppo a lungo. Videogiochi, anime, libri e serie tv fanno tutti parte della mia vita in egual misura e lottano per aggiudicarsi qualche ora del mio tempo libero, che non è mai abbastanza per tutto quello che vorrei fare. Pertanto, a differenza di chi ha la capacità di dedicarsi a un singolo hobby, tendo ad arrivare al termine dell’anno con un numero minore di opere di un certo tipo portate a termine. Non leggerò mai tanti libri come chi sfida i propri limiti su Goodreads e giocherò sempre a meno titoli dei platinatori seriali. Ma onestamente sono più interessato alla qualità che alla quantità e post come quello che mi appresto a scrivere rappresentano un’opportunità fantastica per riflettere su tutto quello che mi hanno lasciato i videogiochi che ho affrontato nel corso degli ultimi dodici mesi.
Prima di iniziare, vi lascio dei link per leggere “le ultime edizioni” di questa rubrica: QUI trovare l’articolo dedicato al 2020 e QUA quello incentrato sul 2021 (QUO non c’è). Buona lettura!

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Naruto Shippuden- Recensione anime episodi 1-74

Dopo uno stacco temporale di circa due anni e mezzo, Naruto torna finalmente al villaggio a seguito di un lungo periodo di allenamento; qui ritrova Sakura, che ha tratto grande giovamento dall’assenza di Sasuke e dagli insegnamenti di Tsunade. I due partono per il Villaggio della Sabbia per salvare Gaara, rapito da due membri di Alba, Sasori e Deidara.

Questa parte della storia presenta lunghi scontri e incongruenze grossolane: Deidara, solo per fare un esempio, sorvola indisturbato il Villaggio della Sabbia a cavallo di un enorme volatile d’argilla senza essere notato dalle guardie e poi perde stoicamente entrambe le braccia senza mostrare dolore o necessità di intervento medico. Gaara, una volta tratto in salvo, ci tiene a ringraziare in special modo Naruto, mentre Sakura, il cui contributo per una volta è stato essenziale, non riceve neanche un grazie, neppure da Kankuro. Lei, comunque, sembra non farci caso. A riconoscere il suo valore, alla Foglia come alla Sabbia, non sono né il maestro al quale è stata assegnata né le figure maschili che incontrerà strada facendo: se è diventata più forte lo deve a Tsunade e se è riuscita a fronteggiare Sasori lo deve a Chiyo; così, se dopo anni la vediamo finalmente efficace, è grazie alla fiducia che altre donne ripongono in lei.

Nel Team 7 le si chiedeva di non dare fastidio, non intromettersi, non intralciare, non dire, non fare, non preoccuparsi. Tsunade le chiede di crescere, di assumersi delle responsabilità. Una richiesta del genere implica fiducia, anche quando viene avanzata con durezza.

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Scorn, lo show don’t tell videoludico portato all’estremo

Giudicare Scorn è molto difficile, come si può intuire guardando quanto sono diversi tra loro i voti dati al gioco dai vari siti specializzati. Si passa da un estremo all’altro, rendendo complicato farsi un’idea senza prendere il pad tra le mani e buttarsi a capofitto in un mondo alieno e terribile, dove tutto sembra composto da organi interni e metallo. E se c’è un aspetto capace di mettere d’accordo tutti è proprio l’atmosfera che si respira: Ebb Software ha messo in scena uno spettacolare tributo ai quadri di Hans Ruedi Giger, curando ogni singolo dettaglio con una maniacalità che lascia a bocca aperta. Quello strano miscuglio di fascino e repulsione che si prova guardando le tele dell’artista svizzero è onnipresente e vale la pena arrivare fino al termine del viaggio anche solo per goderselo appieno.

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I miei anime preferiti (uno per anno) dal 1991 al 2021 – Prima parte

Era da un po’ che volevo parlare di anime qui sul blog, ma faticavo a trovare uno spunto interessante. Poi, qualche giorno fa, ho avuto l’illuminazione: perché non partire dal 1991 (l’anno in cui sono nato) e parlare delle serie che ho preferito in ciascuna annata? Non so a quanti possa interessare questo esperimento, però a me diverte e mi sembra una ragione più che sufficiente per provare a farlo.

Ecco le regole:
• Devo coprire il periodo che va dal 1991 al 2021
• Posso scegliere un solo anime per anno, ma nulla mi vieta di inserire un paio di menzioni d’onore
• La scelta non è limitata alle serie che ho visto durante l’annata in questione (anche perché non potrei parlare di tutta la roba uscita quando ero troppo piccolo per conoscere il concetto stesso di anime!)
• Mi riferirò sempre all’anno in cui una certa serie ha fatto il suo debutto in Giappone, a prescindere da quando è stata trasmessa in Italia

Tutto qui.
Si prospetta un lungo viaggio, quindi direi di non perdere altro tempo con i preamboli!

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