Progetti Greenfield, Brownfield, Rollout e AMS: capire le differenze per scegliere il giusto percorso professionale

Nel mondo della consulenza IT, e in particolare nell’universo SAP, termini come greenfield, brownfield, rollout e AMS vengono utilizzati spesso. Tuttavia, per chi si affaccia a questo settore, è nuovo o semplicemente non ha ancora colto le differenze, la comprensione reale di cosa rappresentino questi modelli progettuali può essere poco chiara. Eppure, le differenze tra questi approcci non è solo una questione terminologica: può determinare il percorso di crescita professionale, la qualità delle competenze acquisite e la direzione della propria carriera.

Greenfield: il progetto “ideale”

Il progetto greenfield è un’implementazione completamente nuova. Si parte da zero, senza vincoli di sistemi legacy, con l’opportunità di progettare architetture, processi e configurazioni nel modo più efficiente possibile, sfruttando appieno le potenzialità di SAP.

Dal punto di vista del consulente, il greenfield è un’occasione unica per vedere tutte le fasi di un progetto: dall’analisi dei requisiti alla blueprint funzionale (BBP), dalla realizzazione al test, fino alla messa in produzione e supporto post go-live. È in questi progetti che si matura una visione d’insieme completa, una padronanza tecnica e funzionale completa, e la capacità di interagire trasversalmente con processi e attori aziendali differenti. In altre parole, il greenfield permette di costruire una vera e propria “cassetta degli attrezzi” professionale, fondamentale per affrontare con sicurezza progetti futuri e ambiziosi, poiché, almeno una volta, si è visto il progetto nella sua totalità.

Brownfield: il compromesso tra innovazione e continuità

Al contrario, un progetto brownfield si basa su una conversione di un sistema esistente. In ambito SAP, si parla spesso di conversione da SAP ECC a S/4HANA, dove si cerca di preservare parte dei processi già in essere, riducendo i rischi e i tempi di implementazione. Il vantaggio è evidente: la continuità operativa viene garantita, e non si parte completamente da zero.

Per un consulente, i progetti brownfield offrono l’opportunità di confrontarsi con il cambiamento controllato. Non si ha una visione completamente libera come nel greenfield, ma si acquisisce una notevole competenza nella gestione delle complessità tecniche, come la migrazione dati, le compatibilità tra moduli, e le ottimizzazioni specifiche per S/4HANA. È un tipo di esperienza preziosa per chi vuole specializzarsi in transizioni tecnologiche, ma meno formativa in termini di visione end-to-end del ciclo di vita di un progetto.

Rollout: estendere, adattare, imparare

Il termine rollout indica l’estensione di una soluzione già esistente ad altre unità organizzative, sedi estere o divisioni. In un rollout SAP, si parte da un template già definito e si adattano i processi alle nuove esigenze locali, integrando eventualmente nuove funzionalità specifiche.

Il valore del rollout risiede nella sua doppia natura: da un lato si lavora su qualcosa di già esistente, dall’altro si ha comunque l’opportunità di implementare, adattare e configurare parti nuove. Per chi è agli inizi, può rappresentare un ponte tra la manutenzione e l’implementazione pura. È un’occasione concreta per vedere le logiche progettuali applicate a contesti diversi, comprendere l’importanza della localizzazione e confrontarsi con ambienti internazionali.

AMS: profondità senza larghezza

Il Application Management Services (AMS) rappresenta l’attività di supporto e manutenzione di un sistema SAP già in esercizio. Si tratta di gestire ticket, risolvere errori, monitorare i job e garantire la continuità del servizio. Non è raro che si tratti del primo contatto di un giovane consulente con il mondo SAP.

L’AMS è una palestra efficace per conoscere in profondità il comportamento del sistema in contesto reale, per affrontare problemi atipici e sviluppare capacità analitiche forti. Tuttavia, presenta un limite importante: raramente si ha la possibilità di vedere la progettazione di processi o moduli. Si lavora spesso per compartimenti stagni e si diventa rapidamente esperti del contesto specifico dell’azienda cliente, ma con poca visione d’insieme. Il rischio, nel lungo periodo, è di diventare “specialisti locali”, difficilmente spendibili in altri contesti progettuali più ampi o innovativi.

La scelta dell’azienda fa la differenza

Un tema spesso sottovalutato, soprattutto in Italia, è che non sempre è possibile scegliere il tipo di progetto a cui si viene assegnati. Molto dipende dalla struttura dell’azienda, dai clienti seguiti e dalle politiche interne. In alcune realtà, si entra in AMS e ci si rimane per anni, mentre in altre si ha la fortuna di essere coinvolti fin da subito in rollout o greenfield.

La scelta dell’azienda – e non solo del progetto iniziale – diventa quindi strategica. Aziende che hanno un portafoglio clienti variegato, con pipeline di progetti greenfield o rollout, offrono maggiori opportunità di crescita trasversale. Accontentarsi di una realtà focalizzata solo sulla manutenzione può garantire stabilità, ma limita lo sviluppo di competenze trasferibili. Diventare “insostituibili” in un contesto ristretto può essere comodo nel breve termine, ma penalizzante nel lungo periodo, soprattutto in un mercato del lavoro competitivo e in continua evoluzione.

Diventa successivamente anche difficile abbandonare aziende con cui si era stretto un buon legame.

Comprendere la differenza tra greenfield, brownfield, rollout e AMS non è solo utile per orientarsi tra le offerte lavorative. È essenziale per costruire una carriera consapevole, scegliere i percorsi formativi giusti, e acquisire competenze realmente spendibili nel tempo. L’obiettivo non deve essere solo “lavorare in SAP”, ma farlo con un piano di crescita chiaro, orientato all’acquisizione di valore reale e duraturo.

In definitiva, mentre i progetti greenfield offrono la visione più completa e formativa, anche rollout, brownfield e AMS possono diventare tappe preziose, se inserite in una traiettoria professionale coerente. L’importante è non farsi trovare impreparati: conoscere il significato dei modelli progettuali, saperli riconoscere e valutare, è il primo passo per non subire il proprio percorso, ma guidarlo con consapevolezza.

Di più sul lavorare in consulenza in Italia in questo articolo, o sul lavorare su SAP in generale in questo articolo.

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Autore: Gabriele Glinni

Esperto di informatica, amante della scrittura creativa. Autore di Ascend-ent e Descend-ent. Sostenitore dell'arte della composizione di messaggi efficaci ed eloquenti.

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