Un viaggio nelle Neuroscienze ft. Mariella Segreti

Ciao a tutti, in quest’intervista Mariella Segreti, studentessa PhD in Neuroscienze, ha accettato di discutere dell’argomento, che trovo personalmente molto interessante, così come il mondo della psicologia in generale. In particolar modo, l’articolo è pensato a chi decidesse di intraprendere un percorso di studi in tale ambito.

Iniziamo subito: Mariella, com’è nata la tua passione per le neuroscienze? Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso di studi?

Ciao! Innanzitutto, ti ringrazio molto per questa intervista. La mia passione per le neuroscienze è nata durante il mio percorso di laurea in Psicologia, durante il quale ho avuto l’opportunità di esplorare molteplici aspetti del comportamento umano e delle funzioni cognitive superiori, concentrando il mio interesse sulle loro basi neurofisiologiche e sui loro correlati neuroanatomici. L’approfondimento di tali tematiche mi ha permesso di cogliere la straordinaria complessità del cervello, così come la complessità delle interazioni umane con l’ambiente circostante, supportate da quest’organo. La passione e l’interesse per tali aspetti mi hanno spinta a scegliere, come corso magistrale, il corso di Neuroscienze Cognitive e Riabilitazione Psicologica, poiché mi avrebbe indubbiamente consentito di approfondire la poliedricità del cervello umano.

Nel corso dei tuoi anni di studio, quali sono le materie, le teorie e le pratiche che più ti hanno colpita? Ti andrebbe di parlarci in dettaglio di alcune di esse?

L’esperienza maturata durante il mio percorso mi ha permesso di apprezzare l’importanza di un approccio multidisciplinare nell’affrontare queste tematiche. Comprendere il funzionamento del cervello richiede infatti una combinazione di competenze provenienti da numerose discipline, come la neurofisiologia, la neuroanatomia e la psicologia. In particolare, tra tali materie ho sviluppato una forte passione per la Neurofisiologia, con un’attenzione particolare allo studio dei correlati neurali e comportamentali delle funzioni cognitive e motorie. Tale passione è scaturita dall’esperienza di ricerca portata avanti durante il mio progetto di tesi. Tale progetto, infatti, era orientato a valutare l’influenza del ragionamento matematico sull’inibizione motoria, una funzione cognitiva che rende il nostro comportamento flessibile.

Un altro tema per me di primaria importanza concerne le malattie neurodegenerative. Ho sempre ritenuto fondamentale lo studio di quest’ultime, poiché credo che solo una loro analisi approfondita possa permettere alla comunità scientifica di avvicinarsi sempre più ad una comprensione del fenomeno. Maggiore sarà tale comprensione, più semplice sarà ideare terapie adeguate per aiutare coloro che ne soffrono. Credo che, spesso, il desiderio di alleviare la sofferenza di questi individui sia tanto forte quanto la spinta di carattere meramente scientifico.

È stato proprio il connubio di tali motivazioni a guidarmi nell’indagine, durante il mio progetto di tesi triennale, dell’associazione tra la sindrome di Capgras e le malattie neurodegenerative, con particolare riferimento all’Alzheimer.

Ci sono alcuni articoli o letture che ti hanno intrigata, e che vorresti condividere?

Certamente! Innanzitutto, vorrei consigliare la lettura del libro “Fisiologia del comportamento” (Carlson, 2014). Questo manuale, scritto a parer mio in maniera impeccabile, propone un’esposizione semplice ed esaustiva dei concetti basilari della psicobiologia, a partire dall’analisi delle aree cerebrali e dei neurotrasmettitori. Inoltre, l’opera si dedica all’approfondimento di temi quali la prosopagnosia (l’incapacità di riconoscere i volti), i disturbi del sonno, la schizofrenia e molto altro ancora.

Inoltre, ritengo profondamente interessante “L’errore di Cartesio“, scritto dal neurologo e neuroscienziato Antonio Damasio. In quest’opera, Damasio critica l’errore filosofico commesso da Cartesio nel considerare corpo e mente come entità separate. Damasio esplora infatti il valore cognitivo dei sentimenti, servendosi del caso di Phineas Gage come punto di partenza. Nel 1848, Gage fu coinvolto in un drammatico e “surreale” incidente: una barra di ferro lunga 110 cm perforò la base del suo cranio, attraversando la parte frontale del cervello e fuoriuscendo dalla sommità del capo. Contro ogni aspettativa, Gage sopravvisse e, dopo poche ore, fu in grado di rispondere alle domande dei medici. Com’è stato possibile? Per scoprirlo, vi invito ad approfondire quest’interessante lettura!

Hai avuto modo di svolgere tirocini o lavoro sul campo? Se sì, quali sono state alcune delle tue esperienze?

Non ho ancora avuto l’opportunità di svolgere tirocini sul campo. Tuttavia, ho avuto l’occasione di intraprendere un’altra esperienza lavorativa pertinente al campo della psicologia e delle neuroscienze.  Rivesto infatti il ruolo di delegata internazionale presso l'”International Institute of Applied Psychology and Human Sciences” e la “Igor Vitale International s.r.l.“, due organizzazioni aventi l’obiettivo di promuovere progetti Erasmus+, approvati e finanziati dalla Commissione Europea. Questa esperienza si è rivelata e continua a rivelarsi estremamente formativa, poiché mi ha consentito di entrare in contatto con l’ambiente accademico di paesi remoti come la Groenlandia e di lavorare in numerose nazioni (Francia, Polonia, Bulgaria, Romania, Islanda, Cipro, Grecia, Finlandia e Spagna), imparando a conoscere le loro tradizioni e la loro cultura. Nel 2023 ho presentato il tema “Neuroscience of Art” presso l’Università Ilisimatusarfik, in Groenlandia, durante la conferenza “Art, Community, and Identities in the Arctic – Best Practices for Children, Young People, and Families”. Inoltre, nel medesimo anno ho preso parte alla conferenza del progetto “Environment Security, our Future Security” in Romania, presentando il tema “Application of Ecopsychology: A Concrete Support for Environmental Sustainability“. Un ulteriore progetto che riveste per me una grande importanza è “StoryCraft: Ethical Marketing and Promotional Audiovisuals for Arctic Art and Craftsmanship in Adult Education”. Tale progetto nasce per potenziare le competenze digitali e di marketing negli artigiani, al fine di aumentare la loro capacità di valorizzare l’artigianato sostenibile. Molto spesso, infatti, la sostenibilità ambientale rappresenta il fulcro dei nostri progetti, i quali non si limitano solamente al campo della psicologia, ma si estendono a una gamma di tematiche più ampia.

Nel tuo ambito, cosa ritieni essere più difficile? E cosa ritieni essere più stimolante?

Una delle sfide più significative e, allo stesso tempo, più stimolanti nel campo delle neuroscienze è senz’altro l’incessante evoluzione del settore stesso. Mantenere un costante aggiornamento, la consultazione di articoli scientifici recenti e la capacità di riconsiderare le proprie convinzioni diventano imprescindibili. Il cervello, essendo l’organo più complesso, richiederà un numero indefinito di anni di ricerca per essere realmente compreso a fondo.

Un altro aspetto riguarda sicuramente l’integrazione di piattaforme di programmazione e metodi di intelligenza artificiale, sempre più rilevanti per avvicinarsi alla comprensione del cervello. Nel corso del mio percorso di studio magistrale, ad esempio, ho avuto modo di utilizzare la piattaforma di programmazione MATLAB. Inizialmente ho riscontrato molte difficoltà; con il tempo, tuttavia, ho imparato a riconoscere i vantaggi e l’utilità di questa sfida.

Parlando del PhD, in che modo stai approfondendo la materia? Quali sono le sfide che ti attendono?

Ho scelto un dottorato in Neuroscienze del Comportamento e sono stata recentemente selezionata. Pertanto, a partire da novembre, mi avvierò allo studio approfondito della Neurofisiologia, dedicando attenzione allo studio dei correlati neurali e comportamentali delle funzioni cognitive e motorie. È probabile che continuerò ad esplorare l’inibizione motoria e i suoi correlati. Qualsiasi siano le sfide e i compiti che mi attendono, provo un profondo entusiasmo per questo nuovo percorso e non vedo l’ora di intraprenderlo.

Infine, a chi decidesse di intraprendere questo percorso di studi e questo lavoro, come consiglieresti di prepararsi?

Prima di intraprendere questo percorso, può rivelarsi utile acquisire delle basi relative alle neuroscienze e alla neuropsicologia. Manuali come “Fisiologia del comportamento” (Carlson, 2014) e “Manuale di neuropsicologia – Normalità e patologia dei processi cognitivi” (Denes et al., 2019) costituiscono eccellenti punti di partenza, in quanto trattano argomenti fondamentali in qualsiasi contesto formativo neuroscientifico. Per il resto, gli elementi chiave sono la passione ed un costante impegno. Il campo delle neuroscienze è in costante evoluzione e spero con tutto il cuore che un numero sempre maggiore di individui si avvicini a questo meraviglioso settore.

Grazie ancora Mariella per la tua disponibilità e le tue risposte! Per chi fosse interessato, lascio i suoi recapiti:

Grazie a te per questa intervista! È stato davvero un piacere per me rispondere alle tue domande.

Se volete contattarmi per eventuali approfondimenti, trovate qui il mio LinkedIn: https://it.linkedin.com/in/mariella-segreti-605734235 ed il il mio profilo Instagram: @mariella_segreti.

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Autore: Gabriele Glinni

Esperto di informatica, amante della scrittura creativa. Autore di Ascend-ent e Descend-ent. Sostenitore dell'arte della composizione di messaggi efficaci ed eloquenti.

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