Marianne (2019) – The good, the meh and the bad

Marianne è un’interessante e piccola serie tv francese horror poco conosciuta, ma sorprendentemente accattivante.

La trama: una celebre scrittrice horror, Emma, torna nella sua città natale e scopre che lo spirito malvagio che la perseguita in sogno, Marianne, sta provocando il caos nel mondo reale.

Emma non potrà ignorarla e dovrà capire come combatterla, mentre, un pezzo alla volta, Marianne stravolge la sua vita gettandola in un incubo senza fine.

Come accennavo, è una di quelle piccole serie che è molto facile perdere, scoperta puramente per caso durante una ricerca online. È una serie horror con scene abbastanza grafiche, ma non si prende mai completamente sul serio e la trama e il conflitto principali riescono a coinvolgere efficacemente.

Analizziamo in dettaglio punti di forza e punti di debolezza della serie.

The good

  • Le scene horror: beh ma guarda un po’, un horror elogiato per le scene horror. In realtà non è così scontato: sono abbastanza fan dei film horror e il buon 50% di questi, solitamente, non mi provocano ansia né lontanamente sussulti o spaventi. Invece Marianne riesce, anche se con tecniche un po’ viste (jumpscares e simili), parecchio bene nell’intento. Gioca molto sul senso di anticipazione dello spettatore e sull’iniziare a costruire un’ansia iniziale di dove potrebbe essere Marianne e da dove salterà fuori. Le scene sono macabre al punto giusto, senza cadere nel ridicolo, e il mostro titolare riesce a essere opprimente al punto giusto da essere credibilissimo.
  • La recitazione: in particolar modo, tanto di cappello a Mireille Herbstmeyer (che interpreta Ms. Daugeron/Marianne) e a Tiphaine Daviot (Aurore). Mireille è assolutamente grottesca e inquietante quando posseduta dal mostro, contorcendosi in espressioni facciali al limite dell’umano. Tiphaine invece è riuscita a evocare un senso di fragilità e debolezza veramente convincente, specie verso il finale.
  • Bilancia bene i momenti horror senza esagerare: non è solo un bagno di sangue e di terrore, ma ci sono momenti più tranquilli e comici abbastanza ben fatti che aiutano a spezzare, in particolar modo grazie ad Alban Lenoir (l’ispettore Raunan).
  • Trama chiara e comprensibile: ti fornisce un perché molto valido sul fatto che il mostro sia attivo, cosa è in grado di fare, cosa vuole, in che modo minaccia i personaggi e come è nato. La trama è molto chiara e non si complica mai inutilmente.

The meh

  • Alcune scene hanno poco senso: tra di queste, Camile ed Emma decidono di rimanere a dormire a casa di quest’ultima, pur sapendo benissimo che è infestata da Marianne.
  • Alcuni personaggi secondari sono poco utili: ad esempio Camile, introdotta inizialmente come voce della ragione di Emma, tende a passare in secondo piano abbastanza in fretta.

The bad

  • La protagonista: poco convincente la recitazione di Victoire nei panni di Emma, non lascia né un particolare senso di empatia come vittima perseguitata, né va abbastanza a fondo con l’idea di una scrittrice egocentrica/ribelle. Nel complesso molto sciapo come personaggio.
  • Riutilizzo dei jumpscares: ho complimentato l’horror nel complesso, ma il costante riutilizzo dei jumpscares potrebbe rendere l’opera abbastanza prevedibile e ripetitiva, arrivata a un certo punto.
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Autore: Gabriele Glinni

Esperto di informatica, amante della scrittura creativa. Autore di Ascend-ent e Descend-ent. Sostenitore dell'arte della composizione di messaggi efficaci ed eloquenti.

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