Nel mondo degli anime e manga, il passaggio generazionale è una pratica comune, soprattutto nei franchise longevi. Tuttavia, non tutti gli approcci a questa transizione sono efficaci, e un esempio emblematico di gestione discutibile si trova in Boruto: Naruto Next Generations. Qui, il depotenziamento di Naruto e Sasuke ha suscitato forti reazioni negative da parte dei fan, che hanno visto i loro eroi di infanzia diventare inaspettatamente più deboli e meno rilevanti. Ma perché questa strategia narrativa è così problematica? E quali alternative esistono per mantenere vivo l’interesse senza sacrificare il valore di personaggi iconici?
Il depotenziamento: un’arma a doppio taglio
Il depotenziamento, ovvero la riduzione delle capacità di un personaggio precedentemente forte, può servire a diversi scopi narrativi. A volte viene utilizzato per riequilibrare il potere tra i nuovi protagonisti e le vecchie generazioni, altre per introdurre nuove sfide. Tuttavia, quando applicato in modo eccessivo o forzato, può diventare controproducente, suscitando frustrazione piuttosto che coinvolgimento.
Nel caso di Boruto, Naruto perde Kurama e Sasuke il Rinnegan, due delle loro abilita più distintive e potenti. Questo non solo li priva di ciò che li rendeva unici, ma li fa apparire impotenti contro minacce che, un tempo, avrebbero potuto affrontare con relativa facilità. Questo porta a una dissonanza con la narrazione pregressa e mina la coerenza del mondo costruito in Naruto.
Perché il depotenziamento estremo fallisce
1. Sovversione delle aspettative in modo frustrante
I fan di lunga data si affezionano ai personaggi non solo per la loro storia, ma anche per il loro percorso di crescita. Vedere Naruto e Sasuke, che hanno passato anni a diventare i ninja più forti della loro epoca, perdere improvvisamente il loro vantaggio senza una giustificazione soddisfacente, genera frustrazione. Questo porta a una sensazione di ingiustizia, quasi come se il loro percorso fosse stato vano.
2. Riduzione dell’impatto delle nuove minacce
Un depotenziamento forzato spesso serve a far apparire più minacciosi i nuovi antagonisti, ma a che prezzo? Quando Naruto e Sasuke venivano sconfitti in Naruto Shippuden, lo facevano combattendo al massimo delle loro capacità, rendendo la minaccia percepita reale. In Boruto, invece, vengono abbattuti facilmente, ma più che un’esaltazione della forza nemica, sembra solo un espediente per lasciar spazio ai nuovi protagonisti.
3. Perdita di identità e rilevanza
Naruto e Sasuke erano due dei personaggi più amati della serie originale, e il loro legame con il pubblico si basava sulla loro crescita e sulle loro difficoltà superate. Quando vengono ridotti a figure di secondo piano senza il loro potere distintivo, perdono ciò che li rendeva speciali. I fan non vogliono vederli come comparse irrilevanti, ma piuttosto come mentori attivi e ancora formidabili.
Alternative al depotenziamento
Se lo scopo è far emergere una nuova generazione senza sminuire la precedente, esistono alternative più efficaci rispetto a un depotenziamento drastico.
1. Rendere il potere un fardello
Invece di rimuovere del tutto le loro capacità, si potrebbe esplorare il costo di avere un tale potere. Naruto potrebbe avere difficoltà a mantenere la pace a causa della sua posizione politica, mentre Sasuke potrebbe essere tormentato dall’uso eccessivo del Rinnegan. Questo li renderebbe ancora forti, ma vulnerabili in modi più sfumati e realistici.
2. Evoluzione del ruolo
Naruto e Sasuke potrebbero essere ritratti come figure guida, che combattono ancora ma delegano maggiori responsabilità ai giovani. Un esempio ben riuscito è One Piece, dove i vecchi personaggi potenti non vengono ridimensionati, ma lasciano spazio ai nuovi grazie a un contesto che giustifica il loro minor coinvolgimento attivo.
3. Nuove sfide adatte alla loro età e status
Invece di renderli deboli, potrebbero affrontare minacce che richiedono soluzioni diverse dal combattimento diretto. Intrighi politici, responsabilità da Hokage e doveri da capo clan avrebbero potuto creare ostacoli senza necessità di sminuirne la potenza.
Il fallimento parziale di Boruto è dovuto anche a scelte narrative discutibili, tra cui il depotenziamento estremo di Naruto e Sasuke. Questa strategia, invece di dare risalto alla nuova generazione, ha alienato i fan storici e reso meno coinvolgente la transizione tra vecchi e nuovi protagonisti. Alternative più bilanciate avrebbero potuto preservare la loro grandezza senza rubare spazio a Boruto e ai suoi compagni. Dopo tutto, un passaggio di testimone ben scritto non necessita di abbattere i vecchi eroi per far brillare i nuovi.


