Desiderio, paura e il coraggio di lasciarsi amare – “Nei tuoi occhi” ft. Gabriel Warren

Benvenuti in una nuova puntata di Pillole di Folklore e Scrittura, il blog in cui le parole diventano porte su mondi interiori, storie da vivere, emozioni da sentire sulla pelle. Oggi vi portiamo in un viaggio fatto di sguardi che parlano, silenzi che bruciano e amori che nascono dove meno te lo aspetti. Con noi c’è Gabriel Warren, autore di Nei tuoi occhi, un romanzo intenso che racconta la complessità dei sentimenti, l’urgenza del desiderio e il coraggio di essere vulnerabili. Preparatevi a lasciarvi attraversare.

La sinossi:

“Francesco e Mirko si conoscono da anni, ma le loro vite hanno sempre seguito percorsi paralleli.
Stessa città, stessi conoscenti, eppure mai abbastanza vicini da sfiorarsi davvero.
Francesco, riservato e tormentato dai suoi dubbi, ha sempre evitato ciò che sente,
schiacciato dalle aspettative della sua famiglia e dalla paura di essere davvero sé stesso.
Mirko, pediatra dal cuore grande, ha imparato a nascondere le proprie ferite dietro un sorriso.
Quando il destino li riavvicina, complice un incontro casuale, tra loro nasce qualcosa di inaspettato.
Le cene tra amici diventato serate passate insieme, le conversazioni superficiali si trasformano in confessioni profonde.
Francesco lotta contro la paura di accettarsi, mentre Mirko cerca di proteggere il proprio cuore da un’altra delusione.
Ma l’amore, quello vero, non si può ignorare per sempre.
Tra esitazioni, baci rubati, incontri segreti e scelte difficili, Francesco e Mirko scopriranno che, a volte, il coraggio più grande è lasciarsi amare, che l’amore non è mai semplice, ma è sempre degno di essere vissuto.
“Nei tuoi occhi” è una storia di crescita, accettazione e passione, un viaggio tra paura e desiderio che racconta il coraggio di scegliere la felicità anche quando sembra irraggiungibile.”

Gabriel, partiamo dal cuore: cosa rappresentano Francesco e Mirko per te? Sono ispirati a persone reali o sono nati da un’urgenza narrativa?

Francesco e Mirko per me sono molto più che personaggi. Sono un’urgenza emotiva, prima ancora che narrativa. Non sono ispirati a persone reali in senso stretto, ma nascono da emozioni realissime, da osservazioni, da piccoli frammenti di verità che ho raccolto nella vita. Sono come due specchi di fragilità umane che mi interessava raccontare: il bisogno di proteggersi e quello di lasciarsi andare. In loro c’è tanto di ciò che vedo nelle persone che incontro, ma anche dentro di me. In fondo, mi hanno permesso di esplorare lati miei che forse da solo non avrei avuto il coraggio di guardare così da vicino.

Il romanzo esplora il confine sottile tra desiderio e paura. Cosa ti interessava indagare maggiormente in questo equilibrio emotivo?

Mi affascinava moltissimo la tensione tra questi due poli, tra la voglia di lasciarsi andare al desiderio e la paura di ciò che questo comporta. È un equilibrio instabile, un filo sottilissimo su cui camminano i miei personaggi. Credo che nella vita reale questo sia un terreno comune a tanti di noi: desiderare qualcosa con tutto il cuore, ma temere al tempo stesso di perderci, di soffrire, di essere giudicati. Volevo raccontare proprio quel momento in cui ci si trova a un bivio, con il cuore che batte all’impazzata e l’istinto che spinge in avanti, mentre la paura frena. È un conflitto universale.

“L’amore non chiede permesso”: è una delle frasi chiave della sinossi. Che idea di amore emerge da Nei tuoi occhi?

L’amore che racconto in Nei tuoi occhi è un amore che irrompe, che non aspetta il momento giusto perché il momento giusto, spesso, non esiste. È un amore che va oltre le logiche, oltre i muri che costruiamo per proteggerci. Non è comodo, non è semplice, ma è profondo, totalizzante. È quell’amore che arriva senza preavviso e ti obbliga a guardarti dentro con sincerità, che ti spoglia di ogni maschera. Non chiede permesso perché non è un sentimento che si può pianificare o controllare. È un amore che esiste e basta, e che chiede solo di essere vissuto, con tutto il coraggio che serve.

Francesco reprime, Mirko si difende. In un certo senso, entrambi lottano con maschere interiori. È anche una riflessione sulla società e le aspettative che ci impone?

Sì, assolutamente. Volevo che la loro storia fosse anche uno specchio della società in cui viviamo. Una società che spesso ci insegna a trattenere, a nascondere, a temere il giudizio degli altri. Francesco e Mirko incarnano due reazioni diverse alla pressione esterna: Francesco si chiude, reprime, cerca di aderire a uno schema che gli è stato imposto; Mirko si protegge, si costruisce una corazza. Entrambi però portano addosso il peso delle aspettative altrui. Con loro ho voluto raccontare quanto ci costi doverci adattare a ruoli predefiniti e quanto sia liberatorio — anche se spaventoso — togliersi quelle maschere e finalmente respirare.

Hai scelto un tono delicato, intimo, quasi poetico. Quanto è stato importante per te lo stile nel trasmettere l’intensità della storia?

È stato fondamentale. Fin dall’inizio ho sentito che questa storia aveva bisogno di essere raccontata con delicatezza, con rispetto profondo per la vulnerabilità dei personaggi. Non volevo forzare le emozioni, ma accompagnarle. Ho cercato una scrittura intima, quasi sussurrata, capace di restituire anche i silenzi, gli sguardi, le esitazioni. Volevo che il lettore si sentisse dentro la storia, che vivesse ogni fremito, ogni tensione emotiva. Per me, lo stile è stato come una lente d’ingrandimento sull’interiorità dei personaggi: doveva amplificare la loro umanità senza mai sovrastarla.

C’è una scena, un dialogo o un momento del romanzo che per te ha avuto un impatto emotivo più forte durante la scrittura?

Sì, c’è un momento in cui Francesco finalmente si concede di abbassare le difese davanti a Mirko. È una scena carica di tensione emotiva, quasi sospesa. Scriverla è stato intenso perché ho dovuto mettermi completamente nei loro panni, sentire il peso di ogni parola non detta, di ogni paura che si scioglie. È una scena di apertura, ma anche di grande vulnerabilità. Mi ha commosso scriverla, mi ha fatto capire quanto i miei personaggi fossero vivi dentro di me, quanto anche io stessi facendo un percorso insieme a loro mentre li raccontavo.

Che messaggio speri rimanga nel cuore dei lettori dopo l’ultima pagina di Nei tuoi occhi?

Vorrei che rimanesse il coraggio di essere autentici. Di ascoltare il proprio cuore, anche quando fa paura. Spero che i lettori possano sentirsi meno soli nelle proprie insicurezze, nei propri desideri trattenuti, nelle proprie paure di amare. Voglio che capiscano che la fragilità non è una debolezza, ma una forza immensa. Che riconoscano la bellezza dell’essere visti, davvero, per quello che si è. E che l’amore — anche quando è imperfetto, anche quando ci mette alla prova — resta sempre una scelta che vale la pena fare.

Grazie, Gabriel, per aver condiviso con noi i battiti nascosti dietro le tue parole. Nei tuoi occhi è più di una storia d’amore: è una carezza per chi ha temuto, un invito per chi desidera, un riflesso per chi si riconosce nei silenzi. Se volete scoprire la storia di Francesco e Mirko, potete acquistare il romanzo su Amazon al seguente link:

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Autore: Gabriele Glinni

Esperto di informatica, amante della scrittura creativa. Autore di Ascend-ent e Descend-ent. Sostenitore dell'arte della composizione di messaggi efficaci ed eloquenti.

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