Come scrivere un villain megalomane, irresistibile e inarrestabile: il caso del dottor Eggman

Nell’universo narrativo, poche figure risplendono con la stessa assurda, esagerata e affascinante brillantezza del villain egomaniaco. Tra questi, il Dottor Ivo “Eggman” Robotnik è uno degli esempi più lampanti e duraturi: genio del male, costruttore di robot dalla dubbia efficienza ma dallo stile inconfondibile, eterno rivale di Sonic the Hedgehog. Dietro la sua buffa silhouette e i suoi baffoni inconfondibili, si cela uno dei villain più emblematici della narrativa videoludica. Ma perché funziona così bene? E soprattutto: come si scrive un villain come lui?

In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande esplorando cosa rende il villain egomaniaco credibile, divertente e narrativamente potente. Concluderemo analizzando il caso esemplare del dottor Eggman, un personaggio che, nonostante mille sconfitte, riesce sempre a rientrare in scena, fedele alle sue folli convinzioni.

Chi è il villain egomaniaco?

Il villain egomaniaco è, innanzitutto, un personaggio che crede fermamente nella propria superiorità. Non è semplicemente arrogante: è convinto, nel profondo, di essere destinato alla grandezza. Spesso si presenta come geniale, visionario, illuminato. Non c’è dubbio in lui, non c’è incertezza morale. Se il mondo lo ostacola, è perché il mondo è ottuso, non perché lui stia sbagliando qualcosa.

Questo tipo di villain non si piega ai fallimenti. Al contrario, li interpreta come momentanei ostacoli sulla strada verso la gloria. Anzi, ogni sconfitta diventa occasione per un nuovo piano, una nuova invenzione, un nuovo attacco — più spettacolare del precedente.

Per costruire un villain egomaniaco memorabile e coinvolgente, ci si può concentrare su alcuni tratti importanti:

  • Ossessione per il controllo e il potere: questo tipo di antagonista non vuole solo vincere. Desidera il mondo intero ai suoi piedi, in adorazione, in contemplazione del suo genio incompreso.
  • Autocelebrazione costante: un buon egomaniaco non perde occasione per elogiare se stesso. Che sia attraverso lunghi monologhi, statue, robot con la sua faccia o discorsi al mondo, tutto deve rimandare alla sua grandiosità.
  • Sottovalutazione del protagonista: questo villain tende a non imparare dai suoi errori, specialmente quando si tratta dell’eroe. Sottovaluta l’avversario perché crede troppo in se stesso. Questo lo rende comico, ma anche pericoloso: proprio perché convinto di essere invincibile, è capace di spingersi oltre ogni limite.
  • Pericolosa genialità: il villain egomaniaco non è solo un buffone. È anche un genio. E questo è cruciale. Se non fosse capace, diventerebbe solo un clown. Invece, deve risultare minaccioso: deve far pensare al lettore “questa volta potrebbe davvero farcela”.
  • Una visione distorta del bene: spesso il villain egomaniaco non si percepisce come cattivo. Anzi: crede di fare il bene. Crede che il mondo, sotto la sua guida, migliorerebbe. Questo lo rende più tridimensionale e interessante da esplorare.

Errori da evitare

Scrivere un villain egomaniaco è un’arte sottile. Cadere nel ridicolo è un rischio concreto. Ecco alcuni errori da evitare:

  • Renderlo totalmente incompetente: un villain buffo va bene, ma se è sempre e solo ridicolo, perde di mordente. Deve restare credibile nella sua minaccia.
  • Farlo cambiare idea facilmente: l’egomaniaco non si redime con facilità. Non basta una sconfitta o una lezione di morale. La sua ostinazione è parte della sua forza narrativa.
  • Fargli riconoscere i suoi limiti: un vero egomaniaco non si mette in discussione. Può avere momenti di crisi, ma non vere epifanie. La sua fede in sé stesso è incrollabile.
  • Esagerare senza coerenza: l’eccesso va bene, ma deve esserci una logica interna. Eggman, per esempio, costruisce robot a sua immagine non solo perché è buffo, ma perché riflette il suo narcisismo patologico.

Il caso del Dottor Eggman

Eggman è il modello perfetto di villain egomaniaco, perché unisce comicità, follia e pericolosità reale. Vediamone alcuni tratti specifici:

  • Un genio incompreso: Eggman è indiscutibilmente un genio. Le sue invenzioni sono futuristiche, i suoi piani elaborati. Ma la sua ossessione per Sonic e il suo bisogno di controllo lo sabotano costantemente. Eppure, non smette mai. È convinto che il mondo debba riconoscerlo come leader supremo.
  • Iconografia personale ovunque: ogni suo robot, ogni sua base, ogni navicella… tutto porta il suo volto, il suo logo, il suo stile. Questo non è solo un elemento comico: è la dimostrazione del suo narcisismo e della sua visione egocentrica del mondo.
  • Relazione con l’eroe: Eggman non odia semplicemente Sonic. Ne è ossessionato. Lo vede come un rivale, quasi come una nemesi necessaria. Senza Sonic, Eggman non avrebbe una sfida degna. E Sonic, a sua volta, non sarebbe lo stesso senza di lui. Questo crea una dinamica narrativa interessante e duratura.
  • Un villain che non si arrende mai: Forse il tratto più importante di Eggman: la sua incrollabile determinazione. Ogni volta che viene sconfitto, ritorna. Con un nuovo piano. Con una nuova arma. Con un nuovo alleato cosmico. Questa costanza è ciò che lo rende memorabile. Il mondo può crollare, ma lui tornerà sempre, proclamando di essere il più grande scienziato del mondo.

Scrivere un villain egomaniaco come il Dottor Eggman significa camminare su una sottile linea tra comicità e pericolo, tra ridicolo e genialità. Questi personaggi sono spesso amati dal pubblico proprio perché non si arrendono mai, perché sono grandi nei loro difetti e straordinari nelle loro manie.

Il Dottor Eggman ci insegna che un villain può essere ridicolo e spaventoso allo stesso tempo. Che può essere sconfitto infinite volte senza mai perdere la sua identità. E che, in fondo, ogni storia ha bisogno del suo folle genio che urla al cielo: “Il mondo sarà mio!”

Avatar di Sconosciuto

Autore: Gabriele Glinni

Esperto di informatica, amante della scrittura creativa. Autore di Ascend-ent e Descend-ent. Sostenitore dell'arte della composizione di messaggi efficaci ed eloquenti.

Lascia un commento