C’è un’arte sottile nel costruire un personaggio complesso. E poi c’è Family Guy, che ha deciso di prendere un personaggio come Lois Griffin e buttarla in un frullatore narrativo, premendo il tasto “MAXIMUM STEREOTYPE” senza pensarci due volte.
Lois Griffin è l’esempio perfetto di come un personaggio inizialmente normale – anzi, vagamente interessante nel suo ruolo di madre amorevole e moralmente solida, in contrapposizione con Peter – possa diventare una caricatura grottesca di se stesso. E non stiamo parlando di evoluzione del personaggio. No, qui parliamo di flanderizzazione pura.
Ma cosa diamine è la “flanderizzazione”?
Il termine nasce da Ned Flanders dei Simpson, un personaggio inizialmente multilivello (un vicino gentile con una fede profonda, ma anche vulnerabile e compassionevole), che nel tempo è diventato un meme ambulante della religione cristiana. Questo processo, in cui un singolo tratto caratteriale viene esasperato fino a diventare l’unica cosa che definisce un personaggio, è esattamente ciò che è accaduto a Lois Griffin.
Di più sulla flanderizzazione in questo articolo.
Lois: da Marge Wannabe a MILF psicopatica
All’inizio, Lois era chiaramente una copia carbonata di Marge Simpson. Stessa voce pacata, stesso ruolo da straight man in mezzo a una famiglia di idioti, persino una dipendenza da gioco d’azzardo riciclata in modo piuttosto pigro. Ma poi qualcosa è cambiato. Gli autori devono essersi detti: “Ehi, Lois è noiosa. Come possiamo renderla interessante? Oh, giusto: facciamola diventare un mostro.”
E così è iniziata la trasformazione:
- Cleptomane: rubare nei mercatini per il brivido. Perché? Perché così si è svegliata la mattina (?)
- Promiscua: dal tradire Peter all’arrivare a sedurre il fidanzato della figlia.
- Verbalmente abusiva: soprattutto verso Meg. Un dettaglio interessante: Peter diventa sorprendentemente più gentile con Meg quando Lois non è in scena.
- Violenta, sarcastica, moralmente corrotta: insomma, un cocktail tossico mascherato da “umorismo adulto”.
Ma è divertente, no? No.
Ciò che rende questo caso interessante (e frustrante) è che non parliamo di un peggioramento narrativo dettato dalla storia. Non c’è un character arc, non c’è coerenza. Solo uno sforzo disperato di “shock value”, nella vana speranza di tenere il pubblico sveglio.
Risultato? I fan odiano questa nuova Lois. Basta dare un’occhiata ai commenti su Reddit (come questo) o ai video di analisi come quello di LydiaLovesTimelines per vedere quanto pubblico abbia abbandonato la simpatia per il personaggio. Non perché sia “cattiva”, ma perché non ha senso. È incoerente, gratuita, un insieme di gag scollegate che urlano “ehi guarda come siamo edgy”.
Lezione per gli scrittori: come evitare di uccidere un personaggio (metaforicamente)
- Non confondere evoluzione con degenerazione: un personaggio può cambiare nel tempo – anzi, deve. Ma ogni cambiamento ha bisogno di radici emotive, cause, conseguenze. Lois cambia senza motivo, come se fosse posseduta da una nuova personalità ogni stagione.
- La coerenza è più importante del “divertente”: un personaggio non deve essere sempre moralmente corretto, ma deve essere coerente con se stesso. Lois che passa da mamma responsabile a maniaca sessuale nel giro di un episodio non è coerenza. È pigrizia narrativa.
- I tratti estremi funzionano meglio se bilanciati: se un personaggio è sarcastico, o scorretto, o impulsivo, va bene. Ma deve esserci un contrappeso emotivo. Un conflitto interno. Un rimorso. Qualcosa. Lois, invece, si diverte e basta. Ed è questo che la rende insopportabile.
- Ascolta il tuo pubblico (ma non diventare loro schiavo): i fan notano i cambiamenti, più di quanto non sembri. Quando iniziano a dire “questo personaggio non ha più senso”, magari è il momento di fermarsi e ripensare alle scelte fatte. Non serve tornare indietro, ma almeno giustificare il percorso.
Lois non è diventata odiata perché “è una donna forte”, o “perché non è più la madre perfetta”. È diventata insopportabile perché non è più niente. È solo una maschera di tratti amplificati fino al ridicolo, messa lì per riempire lo spazio comico lasciato da uno show che ha dimenticato come scrivere storie.
E questo ci dice molto su come NON scrivere un personaggio. Non basta prendere un tratto distintivo e urlarlo a ogni scena. Non basta rendere qualcuno “più pazzo” per farlo interessante. La profondità non si misura in battute perverse.
Insomma, Lois Griffin è diventata un simbolo della flanderizzazione fatta male. E se vuoi evitare che il tuo personaggio finisca nello stesso frullatore, ricordati: l’esagerazione senza coerenza non è umorismo. È solo rumore.

