I fiori del ciliegio rappresentano la cortesia. In Giappone simboleggiano anche la grazia, l’integrità morale e la modestia. Hanno però anche dei significati negativi: morte, violenza e brevità della vita (di cui la durata ridotta del loro ciclo vitale è un esempio). In Cina, invece, sono associati alla bellezza femminile.
Tornando nella terra del Sol Levante, per parecchi anni i fiori di ciliegio sono stati associati ai samurai, che proprio come loro “sbocciavano” sul campo di battaglia per poi perire poco dopo. Questi guerrieri formidabili conducevano una vita basata sul bushido, un rigido codice morale di rispetto, onore e disciplina che facevano del loro meglio per rispettare.
Il crisantemo
In occidente il crisantemo è un fiore che negli ultimi decenni ha sviluppato un legame sempre più stretto con la morte. Fiorisce in autunno ed è usato per ornare le tombe dei defunti a inizio novembre. In Giappone ha il significato opposto: immortalità. Rappresenta il sole e la famiglia imperiale e fino allo scorso secolo solo i nobili potevano coltivarlo. In Cina simboleggia la vita e la felicità, temi che ben si abbinano ai suoi colori.

Nel linguaggio ottocentesco dei fiori, il crisantemo non aveva nulla a che fare con la vita, la morte o l’immortalità. Esprimeva, invece, dubbi e attese. Bisogna però sottolineare che alla variante indiana del fiore era associato il significato di “amore oltre la tomba”.
La dulcamara
La dulcamara è una pianta rampicante le cui foglie hanno un gusto dolce e amaro. Molte specie della pianta producono delle bacche velenose: contengono la solanina, un glicoalcaloide la cui assunzione può causare disturbi come dolori intestinali, vomito e diminuzione della frequenza del respiro.

Nell’omeopatia è usata per trattare i dolori nevralgico-reumatici, la pollachiuria e le eventuali complicazioni del raffreddore.