Ferisce più la penna o la spada? Dipende dai punti di vista. Sicuramente per Light Yagami la risposta giusta è la prima, mentre Darth Maul potrebbe avere un’opinione differente, soprattutto dopo l’incontro ravvicinato con una certa lama laser blu. È proprio l’assenza di una risposta univoca a rendere il quesito affascinante. Sfogliando le pagine di “Abisso sottile – La penna e la spada”, romanzo epic fantasy di Flavia Ricci pubblicato da PAV Edizioni, si vedono benissimo in azione sia la penna che la spada, ben rappresentate dal protagonista, il poeta Daeron, e dal suo fratello gemello, il comandante Druan. Tra i due sembrerebbe il secondo il più incline a cambiare le sorti della guerra tra le due fazioni separate dall’Abisso, ma il destino ha in serbo qualcosa di inaspettato per le creazioni del fratello che vive per la scrittura…
Per comprendere meglio la nascita e lo sviluppo di “Abisso sottile”, oggi intervisterò la sua autrice! Ciao Flavia e benvenuta sulle pagine di Pillole di Folklore e scrittura. In “Abisso sottile – La penna e la spada” il mondo fantasy nel quale si svolge la storia entra in contatto con l’universo narrativo immaginato da Daeron, il protagonista, creando un po’ un effetto matrioska. È stato complicato gestire l’intreccio partendo da delle premesse simili?
A tratti sì. Non avevo una trama da seguire ma a un certo punto ho capito dove volevo arrivare. Il problema era far convergere situazioni che sembravano mutualmente esclusive e questo proprio a causa delle dinamiche tra i due mondi. Detta così è un po’ criptica ma non posso aggiungere altro.
Com’è nata l’idea alla base del libro?
Come lettrice, mi ha sempre affascinato la figura del narratore che compare in alcune storie. Volevo darle un ruolo centrale, non solo di portavoce ma di giudice dei propri racconti.
Ci sono state delle fonti di ispirazione che ti hanno in qualche modo influenzata durante la scrittura?
Difficile fare un’elenco completo. C’è l’epica di Tolkien calata in una sfera più interiore; c’è un mostro dalle sembianze lovecraftiane la cui natura, a differenza degli orrori cosmici, si rivela ben spiegabile; ci sono la mead hall di Beowulf e i giardini di Babilonia; era uscito Dune con il suo deserto; la geopolitica faceva scintille; c’è finito perfino del romance perché ne sentivo molto parlare, anche se credo di solito finiscano in modo un po’ diverso…
Qual è il tuo rapporto con la poesia? E in che modo ha influenzato la creazione di Abisso sottile?
Mi diverto a scrivere in versi ma, prediligendo narrazioni elaborate, li uso poco. Nel libro ho sfruttato la capacità introspettiva della poesia per esprimere i pensieri e i sentimenti di Daeron. È potente per un personaggio così poco loquace.
Hai incontrato delle difficoltà particolari durante la stesura del libro?
All’ultimo giro di riscrittura mi sono arrovellata parecchio su uno o due buchi di trama. Ho aspettato mesi prima di riuscire a risolverli. Per il futuro sto cercando di pianificare in anticipo. Ci sto mettendo mesi prima di iniziare a scrivere.
Che messaggi speri di essere riuscita a trasmettere ai lettori?
In primo luogo quello di non fermarsi alle apparenze, declinato soprattutto nel fatto che il culto degli eroi nasconde ipocrisia, mentre c’è chi, con discrezione, fa tanto quanto i campioni acclamati.
So che su Wattpad stai pubblicando una serie di racconti brevi in un’antologia chiamata “I doni di Kaliula”. Cosa possono aspettarsi i lettori da queste storie?
Un po’ di tutto, è una miscellanea di racconti che ho scritto nell’ultimo decennio. Volevo che avessero un po’ di visibilità e avevo bisogno di qualcosa da condividere in modo immediato con chi si incuriosiva del mio hobby. Sono quasi tutti di genere, alcuni più acerbi, altri molto riusciti. Consideratelo la roulette russa delle oneshot ma nell’indice trovate qualche indicazione per orientarvi.
Ringrazio ancora Flavia per il tempo che ci ha concesso e vi invito a scoprire “Abisso sottile – La penna e la spada” sul sito della PAV Edizioni o su Amazon. Su Wattpad, invece, trovate “I doni di Kaliula“.