Nell’universo narrativo, poche figure risplendono con la stessa assurda, esagerata e affascinante brillantezza del villain egomaniaco. Tra questi, il Dottor Ivo “Eggman” Robotnik è uno degli esempi più lampanti e duraturi: genio del male, costruttore di robot dalla dubbia efficienza ma dallo stile inconfondibile, eterno rivale di Sonic the Hedgehog. Dietro la sua buffa silhouette e i suoi baffoni inconfondibili, si cela uno dei villain più emblematici della narrativa videoludica. Ma perché funziona così bene? E soprattutto: come si scrive un villain come lui?
In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande esplorando cosa rende il villain egomaniaco credibile, divertente e narrativamente potente. Concluderemo analizzando il caso esemplare del dottor Eggman, un personaggio che, nonostante mille sconfitte, riesce sempre a rientrare in scena, fedele alle sue folli convinzioni.
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