L’eleganza cretese ed etrusca ignorava i drappeggi e i veli che ricadono morbidamente (tanto cari al mondo greco e romano), aveva invece già un’impronta modernissima. Un vestito femminile consisteva quasi sempre di due pezzi, che potevano subire aggiunte o accorciamenti: una sottana lunga a campana e un corpetto, uniti da una stretta cintura. La gonna, molto svasata e sostenuta da una crinolina nel minoico medio, perse tutta la sua ampiezza per trasformarsi in una specie di tubo nel minoico più recente. L’elemento caratteristico della gonna, il volant, rimase invece in tutte le epoche. Per avere un’idea di quale fosse la moda femminile per le occasioni più importanti, è possibile fare riferimento alla ormai famosissima statuetta della “dama dei serpenti”, la quale è abbigliata con una gonna a sette volant multicolori.

ACCONCIATURE: Non c’è niente di più mutevole né di più capriccioso della moda e delle pettinature della Creta minoica ed etrusca. Le donne eleganti si acconciavano i ricci con forcine di osso o di metallo, formando rullini, piramidi, ciuffi, crocchie o ciocche a fiamma. I capelli sulla nuca venivano poi lasciati sciolti sulle spalle o si stringevano in larghi nastri o li si raccoglievano in reticelle. Esse portavano anche cappelli con visiera a falde o acconciature a forma di tiara, di cono tronco o di cestino.


LE RADICI DEL TRUCCO MODERNO..
Quanto al trucco e dunque alla figura femminile possiamo fare riferimento ad un celebre dipinto, “La Parisienne”, un particolare di un affresco che decorava la sala del santuario del Palazzo di Cnosso. La donna ritratta deve il suo soprannome allo sguardo ammiccante, al suo trucco audace e alla sua acconciatura elaborata caratterizzata dal nodo sacro dietro la nuca e che potrebbe indicare una sacerdotessa o addirittura una dea. Dal dipinto è facile capire che lo sguardo veniva sottolineato da un tratto nero di khol, mentre guance e labbra erano ravvivati da rossi accesi, ottenuti dalla miscela di minio (ossido di piombo) e grasso. Il rosso sulle labbra era elemento fondamentale del trucco della donna cretese e micenea, soprattutto se era una sacerdotessa, inoltre la stessa tinta di rosso che colorava le labbra era usata per tingere i capezzoli anch’essi esposti alla pubblica vista.

ORO SU PELLE: I GIOIELLI DELLE DONNE ANTICHE
Quando pensiamo allo stato della donna nelle civiltà antiche, nel nostro immaginario si profila la figura di una donna subalterna rispetto all’uomo, il cui compito è soprattutto quello di curare le attività domestiche o comunque di attendere a occupazioni tipicamente femminili.
Non era così, invece, per la donna etrusca; come per la donna cretese, quella etrusca godette di un grado alto di emancipazione, libertà e autonomia.
Semplicemente, a differenza di Penelope e Andromaca, esse non si accontentavano di attendere pazientemente a casa il ritorno degli sposi, ma prendevano legittimamente parte a tutti i piaceri della vita.
Le immagini e i reperti che ci sono giunti ci hanno tramandato l’immagine di una donna orgogliosa, raffinata, gentile, che gradiva i piaceri mondani, amava vestirsi bene e indossare gioielli preziosi e di buona fattura. Dedicava molto tempo alla cura del corpo e del proprio aspetto, sperimentava acconciature elaborate e ricopriva un ruolo importante sia a livello familiare sia a livello sociale, data anche la quantità e la ricchezza, talora eccezionale, dei suoi ornamenti e degli oggetti deposti in suo onore (e in suo uso) nelle sepolture.
Ecco dunque che, pensando alla donna etrusca, mi vengono in mente, per esempio, le immagini di Larthia Seianti, la dama del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, vestita con una lunga tunica stretta in vita decorata con borchie e che porta preziosi gioielli d’oro, come un paio di vistosi orecchini a disco o un’armilla sul bicipite, oppure la giovane Velia, una sposa raffigurata in un affresco che decora la Tomba dell’Orco a Tarquinia, e che porta una ricca collana di ambra, un paio di orecchini a grappolo, e ha i capelli ricci raccolti sulla nuca con una reticella e ornati con una coroncina di alloro, oppure la bellissima ragazza conservata al Metropolitan Museum (una delle testimonianze più evolute dell’arte etrusca, una scultura a grandezza naturale), che veste una tunica aderente che evidenzia, senza lasciare molto alla fantasia, le forme del seno, e che porta elaboratissimi e ricchi gioielli con raffigurazioni di divinità.

Fonti: Tesi di Laurea di Veronica Cartolano “ LA DONNA NELL’ARTE”
Articolo “La Parisienne”, come si vestivano e truccavano le donne a Creta”, di Arianna Abbro