Ascend-ent – Recensione

Trama attuale, testo scorrevole, urgenza di raccontare e personaggi mai banali: questo è Ascend-ent, un testo nel quale troviamo elementi distopici, fantascientifici, sociali e del romanzo di formazione.

L’ambientazione imprecisata facilita l’identificazione del lettore. I personaggi vengono rappresentati senza idealismi, nelle loro debolezze, a volte anche nella fatica del vivere, come nel caso della sorella nevrotica sempre in casa o di Darius, tormentato da pensieri invadenti. A nessuno è negata la speranza di potersi rialzare.

Il protagonista è Wade, un ragazzo che vuole ritrovare la gioia di vivere e che, piuttosto che abbandonarsi a un’accettazione apatica, si muove alla ricerca di una direzione in un mondo stravolto in cui non c’è spazio per la spensieratezza. La curiosità e il desiderio di superare i propri limiti ne fanno un moderno Ulisse. E’ amaramente consapevole del fatto che l’unico modo per sopravvivere sia adeguarsi agli standard, ma lo spirito di adattamento gli consente di superare ogni perplessità e di vincere tutte le paure mentre rischia la vita alle dipendenze della NeolGen, una misteriosa organizzazione.

Essa si prefigge lo scopo di erigere le fondamenta del domani creando una nuova società. Per fare ciò, richiede ai suoi adepti fiducia e abnegazione totali senza offrire alcuna tutela. Non c’è spazio per il confronto e sin dall’inizio, per semplicità, ogni forma di dissenso viene repressa. Emblematica la sequenza che si svolge in periferia, una terra di nessuno predata e contesa dalla criminalità come dalla NeolGen, entrambe poco interessate al benessere del singolo, il cui sacrificio è considerato un male minore.

In un mondo così artificiale, in cui da un certo punto in poi diventa anche difficile distinguere la realtà dall’allucinazione, la verità è un concetto sfocato, un punto di vista. L’assurdità della situazione rimane senza risposte se non l’ipotesi disperata di una punizione divina. Data la soffocante impossibilità di sfuggire alle manipolazioni delle opposte parti in causa, sembra che la soluzione sia correre il rischio di scegliere a chi credere e da chi, di conseguenza, farsi usare per motivi spesso ignoti.

Lea, personaggio complesso e contraddittorio, vive di apparenza ma cerca il vero e, paradossalmente, tenta di documentarlo mentre finge. La sua inutile lotta contro il sistema del quale ella stessa è parte è percepita come necessaria, la risposta inevitabile a un dolore che non trova mai sollievo. Il suo destino, solitario e ignoto, è stabilito da spietati filantropi e ha l’aura inquietante di un monito. 

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Autore: Camilla Vecchione

Mi chiamo Camilla Vecchione, la mia passione è leggere e amo scrivere. Dopo il Liceo Classico mi sono laureata in Lingue e Culture straniere. Per Pillole di Folklore e Scrittura mi occupo di recensioni.

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