UKIYOE, un pizzico di Giappone al centro di Roma

È sabato pomeriggio e, con i miei amici, cerchiamo qualcosa di interessante da fare per ingannare il tempo. Dopo qualche ricerca online, ci imbattiamo in UKIYOE, una mostra d’arte giapponese  ospitata da Palazzo Braschi. Andiamo senza troppe aspettative, credendo sia una delle tante mostre instagrammabili che vanno molto di moda in questo periodo. Al contrario, si rivela molto più interessante del previsto…

L’ukiyo-e, letteralmente ‘il mondo fluttuante’, è un genere di stampa artistica nata in Giappone in epoca Edo (tra il Seicento e l’Ottocento). Importata dalla Cina, questa tecnica permette di produrre stampe su carta o su rotoli di grande formato utilizzando delle matrici di legno come stampo.

Gli antichi stampatori infatti utilizzavano delle tavole di legno con intagliato il soggetto da rappresentare. Come un odierno ‘stencil’ stendevano dapprima il colore sul soggetto in rilievo, raschiavano via la pittura in eccesso, e infine vi stendevano sopra il foglio su cui veniva riprodotta l’immagine base da poter poi pitturare e completare a mano.

A differenza degli stili pittorici precedenti che raffiguravano soggetti aristocratici, le pitture di epoca Edo rappresentavano invece scene di vita quotidiana.

Troviamo infatti raffigurazioni di uomini e donne intenti in svariate attività, quali attività ludiche (ad esempio suonare o fare bolle di sapone), attività quotidiane come truccarsi, raccogliere dei cachi o produrre del sakè, e  attività artistiche in cui i soggetti sono intenti a scrivere oppure a preparare rappresentazioni teatrali. Particolarmente interessante è lo studio delle espressioni facciali che permetteva agli attori di prepararsi al meglio allo spettacolo.

In epoca Edo, particolare cura era riservata alla rappresentazione degli elementi naturali e paesaggistici, che erano studiati e  rappresentati in ogni stagione dell’anno.

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Autore: Emanuela Notarangelo

Ciao! Sono Emanuela, sono una persona empatica e curiosa, a cui piace guardare oltre ciò che appare e lasciarsi stupire dalle piccole cose. Amo scrivere di ciò che mi colpisce o mi tocca particolarmente.

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