Traduzione e Folklore: come portare le tradizioni oltre i confini

La mia attività di traduzione mi ha portato nel tempo a scegliere come specializzazione il settore enogastronomico e il turismo, che rispecchiano due mie grandi passioni: mangiare bene e andarmene in giro a scoprire luoghi!

E ora che siamo arrivati a settembre si apre il periodo delle sagre, per me uno dei momenti più belli dell’anno (ovviamente dopo il Natale!) perché rappresentano la fusione perfetta tra enogastronomia e turismo.

Le sagre rappresentano un appuntamento che in molti non vogliono lasciarsi scappare. E settembre è un mese ricco di appuntamenti in tutta Italia, dove poter trascorrere una piacevole giornata all’insegna della valorizzazione dei prodotti locali. Tra vino, castagne e sapori locali, le strade dei piccoli borghi si riempiono di vita e di turisti. Non solo italiani, ma anche stranieri curiosi di scoprire il nostro folklore e le nostre tradizioni. Ma c’è un aspetto da non sottovalutare: la traduzione. Perché sì, dove ci sono turisti c’è sempre bisogno di una buona traduzione!

Sagre e folklore: perché è importante tradurre

Quando pensiamo a una sagra, immaginiamo subito le bancarelle piene di prodotti tipici, il profumo delle specialità locali e la musica che accompagna il tutto. Ma come possiamo fare in modo che anche i turisti stranieri capiscano e apprezzino fino in fondo queste tradizioni? Ovviamente con la traduzione.

Le sagre, con i loro piatti tipici, usi e costumi locali, rappresentano una vera e propria esperienza culturale. Tuttavia, spesso, molti dei termini legati al folklore sono intraducibili. Come spiegare il significato (letterale e culturale) di “porchetta” a un turista inglese? O del “ciammellocco” (vi vedo, state già googlando!) a un tedesco?

Questi termini fanno parte della storia dei nostri borghi, della nostra identità. Per questo, tradurre le tradizioni non significa solo trovare le parole giuste, ma anche saper raccontare il contesto e l’emozione che si cela dietro alle parole. Ecco quindi che una traduzione ben fatta può risolvere un’infinità di dilemmi, portando i visitatori a vivere la sagra con gli occhi, il palato, ma soprattutto con il cuore.

Ma quindi come risolvere il problema dei realia? Prendiamo ad esempio la “pasta cacio e pepe”, tipica del Lazio. Basta lasciare il nome del piatto in italiano e aggiungere una spiegazione breve nella lingua di destinazione che indichi di cosa si tratta. Pasta con pepe nero e formaggio di pecora stagionato grattugiato potrebbe essere un’opzione.

I segreti di una traduzione efficace

Personalmente, cerco di concentrarmi su 3 aspetti:

1) Mai tradurre letteralmente (regola generale valida in qualsiasi ambito di specializzazione)!

2) Cercare di trasmettere la storia dietro il piatto o la festa: le sagre non sono solo un momento per mangiare, ma anche per riscoprire tradizioni. Se una celebrazione ha 200 anni di storia, questo è un dettaglio importante da trasmettere a un turista straniero attraverso una scelta oculata delle parole.

3) Fare sentire il lettore/turista parte della comunità locale. Una traduzione che parla al cuore riesce a far sentire chi legge coinvolto. Scegliere le parole giuste e usare un tono di voce amichevole e invitante, come se stessimo prendendo la mano del turista guidandolo tra gli stand, può fare la differenza.

Un vantaggio per il turismo

Una traduzione efficace può trasformarsi in una vera calamita per attirare turisti. Un volantino ben tradotto, un sito multilingue che illustri le tappe degli eventi in modo da trasmetterne il valore storico e culturale, una locandina perfettamente localizzata: tutto questo contribuisce a rendere le sagre accessibili anche ai visitatori stranieri che si avvicinano con curiosità alle nostre tradizioni.

Il turismo enogastronomico è in forte ascesa e le sagre italiane stanno guadagnando sempre più popolarità. Avere materiale promozionale tradotto bene, dai volantini alle brochure, fino ai post sui social media, può essere la chiave per trasformare una piccola festa di paese in un evento ricco di turisti stranieri.

In conclusione: tradurre, ma anche emozionare

Tradurre per il turismo è un lavoro che spesso va fatto con il cuore, perché si tratta di trasmettere l’amore e il legame che una comunità ha con la propria storia.

La prossima volta che vi capita di visitare una sagra, guardate oltre il cibo e i festeggiamenti. Provate a pensare a quante storie, ricordi ed emozioni vivono dietro ogni piatto e ogni celebrazione… e a come poterle raccontare al mondo.

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Autore: Simona Lommi

📌 Traduttrice italiana specializzata in gastronomia, turismo e marketing 📌 Consulente linguistica per menù di ristoranti 📌 Scrittrice per blog Il mio lavoro: 🍽 Gastronomia e Menù → Traduco e ottimizzo testi per il settore food & beverage, dando alle parole il sapore giusto. ✈️ Turismo & Ospitalità → Creo traduzioni che fanno viaggiare il lettore, valorizzando l’identità di destinazioni, hotel e servizi. 📢 Marketing & Branding → Aiuto aziende a comunicare in modo autentico e coinvolgente, adattando il messaggio al mercato di riferimento.

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