Mirko Maggi è un artista poliedrico che unisce il talento per il canto alla curiosità verso nuove frontiere tecnologiche. Recentemente ha intrapreso un viaggio creativo esplorando l’uso dei controller MIDI, strumenti che ampliano le possibilità espressive di un musicista. La sua passione e voglia di sperimentare lo rendono un interlocutore ideale per scoprire come la tecnologia può arricchire la musica contemporanea. Ecco cosa ci ha raccontato.
1. Mirko, da dove nasce la tua passione per il canto e come ha influenzato il tuo percorso musicale?
La mia passione per il canto e la musica in generale nasce nel 2010 dove faccio la conoscenza con 2 miei cari amici, al tempo componenti e fondatori della band metalcore “Flash Before my Eyes”, Emanuele Piepoli e Dario Morgia. La loro creatività mi ispirò subito e cominciai nell’immediato a scrivere i miei primi testi.
Dopo un periodo come Ghost writer decido di tornare in Italia (ero a Malta) e di scrivere per me stesso.
Dopo anni ci siamo ritrovati e siamo ancora legatissimi, ci siamo tuffati in altri progetti musicali più vicini al pop e a contesti attuali come Cyano e negli attuali Yøkai dove è da circa un anno che stiamo producendo musica sperando di far uscire il nostro primo EP il prima possibile.
Loro due sono stati fondamentali nel mio percorso e nonostante l’attuale progetto sia così differente dal nostro passato, all’interno delle strutture musicali è ancora forte la presenza di ciò che più ci apparteneva.
2. Ci hai accennato al tuo interesse per i controller MIDI. Cosa ti ha spinto ad avvicinarti a questa tecnologia?
I controller midi nella musica attuale e nella ricerca della struttura ideale sono fondamentali poiché consentono di riprodurre un’ infinità di strumenti in digitale. Si può passare da un semplice piano a un sintetizzatore più moderno o a qualsiasi altro strumento musicale. Questo apre ad un mondo di possibilità sonore consentendo al musicista di turno di sperimentare e di creare suoni personalizzati e più creativi.
Uno dei punti fondamentali del nostro progetto è quello di creare suoni che ci appartengono e che si distinguano dalle musica già esistente, ecco perché il controller midi è fondamentale nella fase creativa e di produzione.
3. Hai detto che il tuo controller MIDI è ‘particolare’. Puoi raccontarci di più e magari farci un esempio pratico?
Da poco mi sono approcciato al Roli Seaboard RISE 2 è un controller MIDI innovativo che ridefinisce l’interazione con la musica digitale. A differenza delle tastiere tradizionali, ha una superficie morbida (in silicone), che consente di modellare il suono in modo espressivo e intuitivo.
La superficie è sensibile al tocco in cinque dimensioni: Strike (pressione iniziale), Press (pressione continua), Glide (spostamento laterale), Slide (spostamento verticale) e Lift (rilascio). Queste dimensioni consentono di controllare parametri come pitch bend, vibrato, modulazione e altri effetti in modo veramente fluido e naturale e a volte si ha la sensazione di star creando delle verie e proprie colonne sonore (amo i film quindi tendo ad essere musicalmente drammatico!).
In breve è uno strumento che consente una libertà espressiva che non ha eguali ed essere libero di sperimentare per me è fondamentale!
4. Come pensi che la combinazione di canto e tecnologia possa cambiare l’esperienza dell’ascoltatore?
La tecnologia ha sicuramente influenzato la produzione musicale rendendola più semplice e modellabile, è uno strumento utile anche per chi come me canta e vuole correggere qualche errore di troppo (non sempre si riesce ad essere perfetti in studio!).
Per quanto riguarda gli ascoltatori credo che ormai tutti si sono abituati a voci “modificate” dalla tecnologia con plug-in come “AutoTune” che in realtà è una tecnologia che esiste dagli anni 90 ma che è sempre stata utilizzata con moderazione fino al giorno d’oggi dove è presente in maniera più marcata nella maggior parte dei progetti attuali. Per fare una battuta, Autotune ha risparmiato una quantità di “Stecche” invereconda alle orecchie di chi ascolta musica (specialmente nei live!)
5. Qual è il tuo obiettivo finale in questo percorso che unisce tradizione e innovazione?
Per quanto mi riguarda la musica è uno sfogo, è ciò che non riusciamo a dire, è libertà.
Unire la tradizione al futuro è sicuramente ciò che con Yøkai stiamo cercando di fare prendendo ispirazione dal nostro passato musicale e dai gruppi che piú ci hanno segnato per poi mixarlo con suoni moderni che noi definiamo “spaziali”.
Per quanto mi riguarda la musica è uno sfogo, è ciò che non riusciamo a dire, è libertà, rilasciare quei mostri che vengono creati dallo stress, dal lavoro e dalla vita in generale e il mio obiettivo è sentirmi libero.
Mirko Maggi ci ricorda che la musica è in continua evoluzione, e la capacità di reinventarsi è ciò che rende ogni artista unico. Siamo curiosi di vedere dove lo porterà questo viaggio creativo!
Lascio un link di SoundCloud dove è possibile ascoltare una sua vecchia traccia del progetto Cyano che parla di paralisi del sonno: https://m.soundcloud.com/user-679877317/per-i-miei-demoni