Benvenuti a Pillole di Folklore e Scrittura!
Oggi vi portiamo nelle terre selvagge e crudeli di Sangue Ossa Volume 1 – La Caccia, un librogioco che promette più combattimenti che indovinelli, dove la diplomazia non è di casa e la sopravvivenza è affare di famiglia… letteralmente!
Con noi Emanuele Zammarchi, autore che insieme a Cristina Calvagno ha dato vita a un’avventura feroce e senza respiro, in cui vestiremo i panni (sudici) di un Eotinn, un gigante a due teste destinato a farsi largo a colpi di ascia e astuzia tra culti oscuri, maledizioni e scontri mortali. Preparate i dadi, scaldate le armi e allacciate il grembiule (servirà per cucinare e recuperare punti ciccia).
Iniziamo con una videopresentazione per rendere l’idea di cosa ha ispirato questo particolare prodotto:
E le mie domande per Emanuele Zammarchi:
Da dove nasce l’idea di un protagonista così particolare come un Eotinn a
due teste con personalità opposte?
Giocatore di ruolo da lunghi e strani eoni, nelle mie scritture sono sempre stato ispirato dal Dungeons and Dragons. E’ così che, sfogliando il manuale dei mostri e ricordandomi dell’esistenza dei famigerati giganti a due teste, mi sono detto che sarebbe stato interessante come giocatore poter scegliere di impersonare una delle due unità “pensanti” (perennemente in litigio), ma essere costretto a usare lo stesso corpo!
Inserire questa idea in un librogame mi è sembrata pazzamente divertente. Il titolare della casa editrice Tora ha subito approvato, e il viaggio dei due fratelli è iniziato lasciandosi dietro una lunga scia di sangue, insulti e denti sputati.
Nel bilanciamento tra botte da orbi e scelte strategiche, qual è stata la sfida
maggiore nella progettazione del regolamento?
Ci tenevo tanto a inserire i dadi a più facce nel mio gioco, senza però generare regole complesse come sono quelle del Dungeons and Dragons (è doveroso in un librogame, dove il lettore si affatica a leggere molto di più che a giocare a un tavolo in compagnia degli amici).
Con questo scopo ho sviluppato delle regole per i combattimenti abbastanza semplici, dove però c’è il piccolo elemento strategico di scegliere quale dei due fratelli giocare, in quanto ognuno controlla il braccio corrispondente: quello a destra usa le armi pesanti mentre quello a sinistra le armi leggere; in questo modo si usano dadi diversi e regole diverse in base al fratello scelto.
Nel libro, Osgroth e Osgroz offrono due approcci diversi ai combattimenti:
quanto questi stili influenzano l’esito della storia?
Nei combattimenti in sé la scelta del fratello non cambia il corso della storia ma solo le armi utilizzate. Diversamente accade per la scelta del fratello durante la lettura: se ci troviamo di fronte a una porta chiusa, ad esempio, scegliendo Osgroz il Sagace il testo ci vedrà posare la mano sulla maniglia per controllare se sia chiusa a chiave, mentre la scelta di Osgroth l’Irruento ci farà tirare un calcio sfondando la porta in un polverone di schegge senza neanche controllare prima la maniglia.
Questo è uno dei modi in cui il corso della storia può cambiare.
“La Caccia” è solo il primo volume: quanto è stato difficile scrivere una trama
che si regga in piedi da sola, ma lasci già il terreno fertile per un seguito?
Oltre la Morte è il secondo capitolo della saga Sangue Ossa iniziata con Osgroth e Osgroz– la caccia, ma non si tratta di un seguito: ambientato nello stesso universo dark fantasy, come il primo volume è autoconclusivo e e il personaggio giocante è diverso (uno spettro chiamato Raksu, e il gioco si ambienta in una giungla infernale).
Questo fa sì che il lettore sia libero di provare il volume che più gli piace anche senza aver letto l’altro, ma ovviamente nei capitoli successivi al primo ci saranno sempre più riferimenti ai precedenti, apprezzabili da chi ha letto tutto.
I combattimenti sono il cuore pulsante del gioco. Qual è stato il tuo preferito
da ideare e quale invece è il più micidiale per i lettori?
Il mio preferito è senza dubbio quello contro l’Assassino dal Volto Demoniaco
(magicamente illustrato da Cristina Calvagno), un personaggio che si incontra solo facendo un determinato percorso. Questo è uno di quei combattimenti con regole speciali, dove invece delle proprie armi il gigante impiega un’arma improvvisata molto particolare… di cui non svelo altri dettagli.
Non saprei se ci sia un combattimento più micidiale di altri, poiché ho cercato di rendere ognuno bilanciato a modo suo, anche se senza dubbio i boss finali (che sono diversi a seconda di come si arriva alla fine) sono i più forti.
Molti lettori notano un protagonista ben caratterizzato ma comprimari meno
incisivi. È una scelta narrativa precisa o un aspetto che vedremo evolvere nei
prossimi volumi?
Questo è un libro dove il protagonista è un bruto che vive cibandosi di esseri umani, un cacciatore “solitario” condannato a vivere a stretto contatto col proprio gemello, che litigherebbe anche con i santi; questo cammino degno dei barbari dei racconti sword and sorcery andava affrontato contando sulle proprie forze; ci sono personaggi secondari, ma dei quali lo spazio è ridotto.
In Oltre la Morte avviene qualcosa di simile, poiché il protagonista è uno spettro che lotta per poter spezzare la maledizione che lo rende non morto e poter morire serenamente, ricostruendo via via i ricordi della sua vita (e questi
ricordi sono diversi a seconda delle scelte del giocare); questo è un cammino strettamente introspettivo.
Nel terzo volume, invece, che dovrebbe uscire tra pochissimi mesi, vedrà
una protagonista femminile e la possibilità di avere come alleato proprio il nostro gigante, oppure un ladro presente in Oltre la Morte; in questo caso questi comprimari sono più sviluppati.
Nel panorama del librogioco italiano, dove il fantasy è un genere affollato,
cosa pensi renda davvero unico Sangue Ossa?
Sapendo che c’è sempre il rischio di annoiare i lettori con elementi visti e rivisti, cerco sempre di puntare sull’originalità, come questo personaggio di cui di volta in volta si sceglie la testa che ha personalità diversa.
I fratelli sono sempre a litigare tra di loro, vorrebbero scannarsi ma non possono farlo poiché il corpo è uno solo. Ciò mi ha permesso di creare situazioni tanto divertenti quanto grottesche, senza tralasciare l’epicità tanto cara al genere fantasy.
Grazie mille a Emanuele per averci portato dietro le quinte di questa avventura tra zuffe e maledizioni!
Se cercate un librogioco che vi faccia sudare (e magari pure un po’ sanguinare, metaforicamente parlando), Sangue Ossa Volume 1 – La Caccia è quello che fa per voi. Che siate più Osgroth o Osgroz, qui l’unica cosa certa è che il divertimento è doppio. Restate connessi su Pillole di Folklore e Scrittura, perché presto torneremo a curiosare sul secondo volume e scoprire cos’altro combineranno questi giganti matti.
Link per l’acquisto:
https://www.toraedizioni.it/index.php/prodotto/sangue-ossa-vol1/
1 commento su “Due teste, una maledizione e tante botte ft. Emanuele Zammarchi”