Quando si parla di personaggi moralmente grigi nelle serie TV, pochi riescono a essere tanto affascinanti e complessi quanto John Murphy di The 100. Presentato inizialmente come un antagonista, Murphy si trasforma nel corso della serie in uno dei personaggi più imprevedibili e umani, sempre in bilico tra egoismo e altruismo, vendetta e redenzione. Non diventa mai un eroe nel senso tradizionale, né un cattivo assoluto. Rimane un sopravvissuto, costantemente in equilibrio tra luce e ombra.
Un inizio burrascoso
Quando Murphy sbarca sulla Terra con gli altri giovani prigionieri dell’Arca, si fa subito notare per la sua natura aggressiva e vendicativa. Dopo essere stato ingiustamente accusato di un crimine e quasi linciato, il suo ritorno è segnato da una sete di vendetta che lo porta a compiere azioni estreme. Eppure, anche in quei momenti più oscuri, non è solo la malvagità a guidarlo, ma la paura e la rabbia di chi si sente escluso e tradito. Murphy è un emarginato che risponde alla violenza con violenza, cercando disperatamente di ritagliarsi uno spazio in un mondo ostile.
Sopravvivere a ogni costo
Ciò che distingue davvero Murphy è il suo incrollabile istinto di sopravvivenza. Diversamente da Clarke o Bellamy, che spesso antepongono il bene comune, Murphy sceglie senza esitazione ciò che gli garantisce maggiori possibilità di salvezza. Questo lo porta a stringere alleanze scomode o a tradire, se necessario. Ma dietro ogni scelta c’è un codice personale che, per quanto discutibile, non è privo di coerenza. Murphy non è crudele per il gusto di esserlo: quando può evitare il conflitto, lo fa. E quando si lega a qualcuno, la sua lealtà è autentica e sorprendente.
Il cammino verso la redenzione
Con il passare delle stagioni, Murphy evolve in un modo che pochi avrebbero immaginato. L’incontro con Emori è uno dei momenti chiave del suo percorso: per la prima volta, trova qualcuno che lo accetta senza giudicarlo. Questo legame svela il suo lato più vulnerabile e umano, dimostrando che dietro il cinismo si nasconde la capacità di affetto e sacrificio. Anche il rapporto con Clarke e Bellamy si trasforma. Da diffidenza e ostilità, nasce un rispetto reciproco che lo porta, a volte, a mettere da parte l’egoismo per aiutare chi considera, forse controvoglia, parte del suo mondo.
Il fascino dell’ambiguità
Ciò che rende Murphy così affascinante è la sua imprevedibilità. Non è l’eroe pronto a sacrificarsi per gli altri, né il cattivo che trama nell’ombra. Le sue scelte sono dettate dalle circostanze, dall’istinto di sopravvivenza e dall’affetto verso poche persone fidate. Questo lo rende uno dei personaggi più realistici della serie: in un mondo spietato come quello di The 100, dove la linea tra giusto e sbagliato è sfumata, Murphy incarna alla perfezione il dilemma di chi cerca solo di sopravvivere.


