Ci sono film che si guardano con il cuore in gola, altri che si sopportano per il gusto del brivido. I Spit on Your Grave (remake del cult del 1978) appartiene a quella ristretta cerchia di titoli che ti lasciano lì, con lo stomaco sotto sopra e una domanda in testa: ma perché l’ho guardato? E poi, subito dopo: perché era così maledettamente efficace?
La pellicola è un pugno nello stomaco, senza preamboli e senza pietà. Jennifer, la protagonista, subisce una violenza sessuale lunga, brutale, disturbante. Nessun filtro, nessun tentativo di edulcorare. È tutto lì, crudo e reale, talmente realistico da risultare quasi insopportabile. E onestamente ho fatto veramente fatica a guardarlo. Ma è proprio questa onestà brutale a rendere il film, paradossalmente, “ben fatto”.
Niente thriller psicologico, niente analisi emotiva dettagliata. La trama si muove con la delicatezza di un martello pneumatico: Jennifer sparisce e, tempo dopo, ricompare trasformata in un angelo vendicatore assetato di giustizia. E qui arriva la parte più gratificante dell’intera esperienza. Ogni vendetta è chirurgicamente calibrata, senza diventare ridicola o esagerata, e sì, ti ritrovi a tifare per lei con un sorriso colpevole mentre i carnefici vengono serviti freddi… come si conviene.
Ora, non aspettatevi spiegazioni dettagliate su come la protagonista sia sopravvissuta o su dove abbia trovato le risorse (economiche, fisiche e psicologiche) per trasformarsi nella punizione divina. Il film dà per scontato che la rabbia sia una forza motrice più potente di qualsiasi logica. E per una volta, diciamo che va bene così.
Un piccolo rimpianto: sarebbe stato interessante vedere la videocassetta incriminante finire nelle mani sbagliate, magari proprio nella famiglia dello sceriffo, giusto per complicare un po’ le acque morali. Ma forse il film non cerca ambiguità: qui ci sono i mostri, e c’è chi li fa a pezzi.
Dal punto di vista tecnico, I Spit on Your Grave è eccellente. La regia è solida, le inquadrature sono taglienti come la lama di un coltello, e gli effetti sonori sono usati con un’intelligenza che molti horror più blasonati si sognano. La suspence è innegabile e il crescendo di ansia, prima dell’orribile assalto a Jennifer, resta impresso. Gli attori, dal primo all’ultimo, sono straordinariamente credibili: nessuno scivola nel grottesco o nella caricatura, recitano perfettamente il loro ruolo di mostri, e questo contribuisce a mantenere altissimo il livello di tensione.
In conclusione, I Spit on Your Grave non è un film da consigliare alla leggera. È violento, disturbante e profondamente divisivo. Ma se si riesce a reggere l’impatto emotivo, è anche un film che scuote, fa pensare e, in un modo tutto suo, rende giustizia. A modo suo. Sporco, crudele, ma efficace.

consigli prima questo o il cult?
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Penso sia uguale siccome sono slegati a livello di trama, preparati perché ha scene veramente molto forti ed esplicite.
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