C’è una forma d’arte sottovalutata nell’universo narrativo: la resurrezione dignitosa. No, non stiamo parlando di zombie, reboot confusi o di quel momento in cui un personaggio torna dal nulla con più muscoli e meno cervello. Parliamo di far rinascere un personaggio a livello narrativo, riportandolo alla gloria dopo anni di scrittura pigra e svilente. E se c’è un personaggio che incarna perfettamente questo viaggio tra gloria, oblio e redenzione, è Shadow the Hedgehog (che, non smetterò mai di dirlo, è il mio personaggio preferito in qualsiasi media narrativo, quindi questo articolo è a lui dedicato con il cuore).
L’ascesa: un antieroe con un cuore
Shadow nasce come un antieroe tragico in Sonic Adventure 2: creato per vendetta, mosso dal dolore per la morte della sua amica Maria, manipolato da memorie distorte dal suo creatore che voleva distruggere l’umanità. Ma nel momento in cui ricorda la sua promessa a Maria e il suo amore per lei, decide di cambiare rotta. Aiuta Sonic a fermare il crollo dell’A.R.K., si sacrifica per salvare l’umanità. Roba da Oscar, se gli Oscar premiassero ricci antropomorfi.
Ma non muore. Viene salvato da Eggman, perde i ricordi, e inizia la sua seconda parabola. Nel gioco “Shadow the Hedgehog”, la trama ruota attorno al grande interrogativo: “Chi sono davvero?” Non una domanda da poco, soprattutto se scopri che tuo padre è Black Doom, un alieno che vorrebbe usare il tuo corpo come arma di distruzione di massa. Shadow decide di rompere il ciclo: abbraccia la propria individualità, rifiuta il destino impostogli, sceglie di determinare lui stesso il proprio futuro, di non essere più la pedina di nessuno, e distrugge Black Doom.
In Sonic 06, Shadow continua a reggere, anzi: affronta Mephiles, combatte la sfiducia negli umani, e si comporta da vero cavaliere oscuro. Nonostante venga a sapere che forse un giorno verrà imprigionato perché gli umani lo temono, lui sceglie comunque di combattere per loro. E fin qui, applausi.
Il declino: quando l’oscurità diventa caricatura
Poi arriva il declino. E non uno di quelli dolci, malinconici. No, parliamo di un crollo verticale nel baratro del cattivo fan service.
Il disastro arriva con Sonic Boom. Shadow qui è la parodia di sé stesso. Violento, arrogante, senza motivazioni. Una brutta copia di Vegeta senza la parte interessante. Deruba, insulta, si comporta da bullo. E i fan? Alcuni ridono, altri si arrabbiano. Ma tutti si chiedono: che fine ha fatto quel personaggio complesso, tormentato, che lottava per un senso alla propria esistenza?
Non aiuta neanche la sua versione nei giochi di corsa o nei fumetti IDW, dove la sua arroganza lo rende patetico più che potente (ciao, saga del Metal Virus). Shadow si crede invincibile, viene zombificato, e noi ci mettiamo le mani nei capelli.
Lentamente, Shadow diventa “Edgy the Hedgy” (un ringraziamento a SomeCallMeJohnny) e tutti abbracciano quell’idea distorta, e il fatto che il personaggio altro non è che un brutto Vegeta/Sasuke/ecc., quando invece è molto di più.
La redenzione: un ritorno alle origini
Ma ecco che arriva la redenzione.
Negli ultimi anni, SEGA sembra aver aperto gli occhi. Forse ascoltando i fan, forse grazie a nuovi sceneggiatori meno pigri, forse perché qualcuno ha ricordato che Shadow vende dannatamente bene quando è scritto bene. Nasce così lo “Year of Shadow”: una sorta di Rinascimento letterario del riccio oscuro, che, al contrario dell’Year of Luigi, ha avuto un successo enorme.
Nel terzo film di Sonic (recensione qui), Shadow è di nuovo centrale. Non è solo un antagonista: è un personaggio con un dramma. Non è cattivo, è devastato. Il suo dolore per Maria lo guida ancora, ma non è ridotto a vendetta cieca. C’è confusione, c’è umanità, c’è narrazione. Finalmente.
In Shadow Generations (recensione qui), lo vediamo riflettere sul passato, accettare il dolore, scegliere di vivere nel presente. Si riavvicina al Team Dark, si apre agli altri, perfino a Big the Cat (che è l’equivalente di un Labrador gigante). E quando combatte Sonic? Lo fa da pari, senza usare i suoi nuovi poteri, lasciandolo vincere per rispetto. La cosa più bella: ha l’occasione di bloccare nella linea temporale Maria e Gerald, ma sceglie di non farlo perché sarebbe sbagliato, perché deve continuare ad andare avanti, anziché annegare nel passato. Questo è il Shadow che volevamo.
Come si fa a riportare in vita un personaggio distrutto?
1. Tornare alla radice del personaggio
Ogni personaggio è nato con una scintilla. Nel caso di Shadow, è la tragedia personale, il desiderio di comprendere se stesso, la difficoltà nel creare legami. Non basta che “sembri figo”: deve essere fedele alla sua essenza. Basta imitazioni di Vegeta. Basta cliché anime.
2. Scrittura coerente e rispettosa
Non puoi trasformare un antieroe tragico in un meme ambulante. Se lo fai, i fan se ne accorgono. E si arrabbiano. Serve coerenza. Serve evoluzione, non involuzione. Shadow può diventare più maturo, più consapevole, ma non può regredire a teppista stereotipato o a “Edgy the Hedgy”.
3. Ascoltare i fan (senza diventare loro ostaggio)
I fan non sono sempre nel giusto, a volte esistono fandom a dir poco psicotici, ma quando tutti dicono “Questo non è Shadow“, forse c’è un problema. L’ascolto è fondamentale. Anche il marketing può aiutare: campagne centrate sul personaggio, retroscena, storie spin-off ben curate, sondaggi, contenuti speciali. La community va coinvolta. Un ottimo esempio è il fan film Project Shadow, che ha rappresentato efficacemente Shadow prima del terzo film.
4. Mostrare relazioni significative
Shadow funziona quando interagisce. Con Rouge, con Omega, con Sonic, con Big. Non è un solitario per scelta, è un solitario per dolore. Vederlo aprirsi è potente. Togliergli queste relazioni e dire che Rouge e Omega sono solo colleghi, lo svuota.
5. Meno “cool factor”, più sostanza
Sì, Shadow è figo. Ma non deve esserlo per forza in ogni scena. La sua forza sta nel contrasto tra apparenza e fragilità interna. È l’essere supremo, ma anche un essere ferito e pieno di paure, ansie e blocchi. Più ci mostri questo dualismo, più ci crediamo.
Quando un personaggio rinasce, i fan lo sentono. C’è entusiasmo, c’è hype. Video su YouTube, fan art, articoli (come questo). Ma soprattutto, c’è quel sospiro collettivo che dice: “Finalmente, ci siamo. Questo è il personaggio che amiamo.”
Shadow the Hedgehog non è solo un riccio nero con un passato da anime. È un simbolo di come la narrativa, anche nei media più pop e commerciali, possa cadere e risorgere. Basta solo qualcuno che abbia il coraggio di trattarla con rispetto. Di non avere paura di rappresentare Shadow che fa un regalo di compleanno a Amy in modo molto goffo e timido, o di fargli accennare un sorriso quando intravede Big.





Lo Shadow di Sonic Adventure 2 è quello che vien definito ‘anti villain’. Esiste anche questa categoria.
Lui ha piani distruttivi ma quando Rouge è nei guai non esita a salvarla.Anche se in effetti, a differenza di Eggman che vuole il potere, Shadow è seriamente convinto di fare la cosa giusta. Non credo si sia mai visto come villain. Interessante è notare come dalle sue azioni non ottiene alcun guadagno, anzi…Non lo vedi mai ridere o godere delle sue azioni (A differenza anche di Sonic X, dove abbiamo un personaggio più arrogante e spavaldo che lancia sguardi di sfida e sorrisetti alla Vegeta sicuro della riuscita della sua opera distruttiva e autodistruttiva).
Ho sempre trovato affascinante il suo carattere calmo e riflessivo e l’aria un po triste a nonostante il suo aspetto da teppista potrebbe suggerire ben altro tipo di personaggio. Un’altra cosa che ho notato del primo Shadow è la tendenza ad ascoltare gli altri anche se non lo da a vedere. Un tratto spesso non apprezzato.
I fumetti della IDW non li leggo. Ho provato a leggerli ma non c’è neppure un personaggio che mi piace, Shadow è il Vegeta della saga di Cell, Sonic è un moralista. ho trovato le storie dispersive e confusionarie, soprattutto per il voler gestire troppi personaggi alla volta. L’unica cosa per cui posso applaudire i fumetti della IDW è l’essersi ricordati che Shadow è mancino (Era caratterizzato così a partire dal 2004, la cosa è marcata sia in Shadow the Hedgehog che in Sonic 2006, fino all’arrivo del Wii Mote, costruito espressamente per destrimani).
Mi pare di capire che Shadow sia così amato perchè ognuno di noi ha almeno qualcosina di lui che ci rispecchia.
Personalmente a me sembra, quando scritto bene, una rappresentazione della diversità senza le ipocrisie e i moralismi che siamo abituati a vedere. La sua fatica a connettersi con le persone, il suo comportamento inusuale, solitamente nei media mostrano questo tipo di personaggi essere apprezzati dopo un azione eroica, e tutti felici e contenti.La storia di Shadow in 2006 la vedo molto focalizzata su questo, per poi giungere alla conclusione che i suoi sforzi sono inutili, che quelli come lui stanno fuori dal cerchio, a prescindere da quello che fanno, semplicemente perchè le persone non li capiscono. Mi piace perchè è vero.
E nonostante ciò Shadow trova la forza di andare avanti.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie mille Alice. Ottimo spunto riflessivo!
"Mi piace""Mi piace"