Secondo anno di scrittura – Wolf Lonnie Fighting for Truth caso 4, parte 1: Il salvatore

Ahhh, Il salvatore… uno dei miei casi più ambiziosi e il più lungo che ho scritto (51 capitoli, di cui ben 4 udienze e 2 indagini), è un caso che sono costretto a dividere in due articoli data la lunghezza, la mole di cose che avvengono sia a livello di indagini/caso, sia a livello personale di Wolf con altri personaggi.

Si tratta della summa di tanti plot point aperti finora, tra cui il caso ML-1, e in generale parecchi misteri (riguardanti Lucious, Salinne, Lilith, ecc) iniziano a srotolarsi e a prendere forma.

Al tempo fu un caso veramente divertente da scrivere sia per come l’avevo iniziato (capirete a breve), sia per la natura delle figure chiave del caso: Fantom Dethlone (che discuteremo soprattutto nella seconda parte) e Lilith Light.

C’è tanta ispirazione da Trauma Center, Death Note e, oltre a servire da chiusura all’ML-1, apre le porte per finale, quindi si può dire che quasi un two-parter con il caso 5 (Desiderio d’amore).

Senza perderci in ulteriori indugi, iniziamo pure.

Il caso… iniziale. Non c’è Wolf, ma c’è Lucious!

Il caso si apre con un processo che vede Lucious Lowiss (in difesa) contro Salinne (in accusa), con imputato Derek Selits, medico privato sospettato di aver commissionato a Near Sendby il furto di un dossier segretissimo, l’ormai famigerato ML-1. Questo dossier, nonché l’arresto di Sendby, era già stato oggetto di tensioni nel primo caso della serie, ma ora la faccenda assume toni più gravi. Si tratta di un documento pericolosissimo contenente formule e informazioni che, se finite nelle mani sbagliate, avrebbero potuto portare a un vero e proprio disastro di massa.

Ebbene sì, sono passati mesi da Incubo psicologico e di Wolf non c’è proprio traccia. Scopriamo dal pov di Lucious che questi ha, nel frattempo, acquisito molta fama come avvocato e riceve continuamente richieste.

C’è un piccolo caso extra di Lucious, Research Monograph, in cui si vede la sua fama sorgente e la difesa di un cliente accusato di hacking, chiamato Dominic Kyron. Ma questo processo in particolare è per lui importantissimo, perché il procuratore incaricato è proprio Salinne, con cui lui vuole a tutti avere a che fare.

Il processo parte subito con un confronto serrato tra Lucious e Salinne: entrambi brillano per acume e preparazione, ma Lucious gioca di strategia, seminando dubbi sull’effettiva responsabilità del suo cliente, sottolineando incongruenze nelle prove (impronte digitali sospette, telecamere non decisive) e approfittando delle contraddizioni del detective Raye Doom, riuscendo, per l’ennesima volta, a fargli fare una pessima figura.

Lucious dimostra che, sebbene Sendby sia fuggito con il dossier, non vi è prova diretta che Selits ne fosse il mandante. C’è un testimone, Sandie Enama, un poco di buono, che però si dimostra non decisivo, quasi piantato apposta a deporre contro Selits. La difesa ne esce rinforzata, ma il processo non chiude definitivamente la questione: il dossier ML-1 è ancora disperso e continua ad essere un nodo cruciale per la trama.

Salinne e Lucious – tensione personale e memorie nascoste

Uno dei momenti più intensi di questi capitoli è il confronto personale tra Salinne e Lucious fuori dall’aula. Lei sospetta (giustamente) che Lucious sappia molto di più di quanto voglia ammettere su di lei e sul passato, soprattutto riguardo alla sua amnesia. Lucious conferma di conoscerla bene ma non rivela nulla, temendo che la verità, rivelata troppo presto, possa spezzarla data la sua fortissima amnesia. La dinamica tra loro è affascinante: Salinne, orgogliosa, paurosa e razionale, mal tollera il senso di mistero che la circonda e soprattutto l’ambiguità di Lucious, mentre Lucious si muove come uno scacchista, proteggendola e provocandola senza mai scoprirsi del tutto. Lui vorrebbe che lei riacquisisse la memoria, e l’unico modo per farlo è starle vicino, partecipare in tribunale, ricordarle piccole cose.

Ma Lucious non sa che intanto la “Salinne” che conosceva è cambiata, e soprattutto, non è in grado di ricordare la relazione di amore che avevano prima che perdesse la memoria. Non sa nemmeno il suo legame con Raye Doom.

Intanto però, dai loro dialoghi si evince che iniziano a costruire un nuovo rapporto di fiducia.

Wolf Lonnie – ah, ma ci sei ancora!

Subito dopo il processo Selits, Wolf riappare dopo un lunghissimo periodo di inattività, lavoretti e depressione. Il tribunale e la scena legale sono cambiati, e lui stesso sente di aver perso parte della sua grinta.

Apro parentesi: tra Incubo psicologico e Il salvatore avviene il fulcro della serie di un’altra autrice, Eyes, Lies and Trusting Times*, con protagonista l’avvocato Reese*, e in tale serie ricompaiono alcuni dei miei personaggi, tra cui, i più esplorati sono Wolf e Raye Doom. Wolf compare come testimone/assistente della sua ex compagna delle elementari Reese, e lo vediamo vivere alla giornata, ma rendersi comunque estremamente utile come supporto e spalla. Di Raye, al contrario, vediamo un caso in cui è co-protagonista, la sua assoluta dedizione alle indagini e l’arresto di un criminale importante, Radec/Bennett*.

Tuttavia, Wolf viene a sapere che sia Lucious che Salinne sono stati ricoverati improvvisamente in ospedale. Li va a visitare, e scopre che hanno contratto una malattia misteriosa.

Subito dopo, decide di indagare personalmente, finendo al centro di una spirale di eventi legati proprio al furto del dossier ML-1 e al delitto collegato a Selits, che lo trascineranno in un nuovo, lunghissimo processo. Qui comincia a delinearsi la seconda fase del caso: non si tratta più solo di difendere un imputato, ma di decifrare un intrigo molto più ampio che coinvolge complotti, manipolazioni e figure oscure.

Viene sospettato dell’aggressione di Lucious e Salinne, e anche dell’omicidio di Derek, Fantom Dethlone, vice-capo procuratore.
Wolf lo incontra, fa la sua conoscenza e accetta di prenderlo come imputato – o meglio, Sandie lo chiama come avvocato a difendere Fantom, dicendo che egli è suo cugino.

Al contrario, Dethlone confessa apertamente il crimine. Tuttavia, la sua confessione è anomala e sospetta. Il vice-capo procuratore non mostra alcuna preoccupazione per il processo, come se fosse indifferente al proprio destino, e sembra quasi voler assumersi colpe che non gli appartengono.

Wolf nota subito che qualcosa non torna: l’aura di Dethlone non è visibile, a differenza di tutte le altre persone. Questo dettaglio, unito al comportamento freddo, calmo e distaccato dell’uomo, alimenta il sospetto che stia nascondendo molto più di quanto sembri. Inoltre, Lilith mostra un atteggiamento nervoso, suscettibile e strano nei confronti di Dethlone.

Nonostante tutto, Dethlone sembra semplicemente un procuratore di alto rango che disprezza visceralmente il crimine e con l’ossessione per la simmetria e l’ordine.

Il laboratorio e l’ML-1

Le indagini di Wolf e Lilith nella clinica di Selits, dove è avvenuto il delitto portano a scoperte inquietanti: il laboratorio è un covo di segreti, con oggetti che emanano un’aura blu, tra cui un libro con il misterioso simbolo “ML-1” e un quadro che riporta il nome completo di Wolf, Wolf Evans Lonnie, a dimostrazione che la vittima (o chi collaborava con lui) stava monitorando lo stesso Wolf. Un messaggio criptico di Near Sendby indica indizi nascosti nell’ala nord della clinica, portando Wolf e Lilith a scavare sempre più a fondo.

Ma nel momento in cui Wolf sembra aver trovato il fascicolo dell’ML-1 (all’interno di una toilette nientemeno)… viene steso da qualcuno alle spalle.

Link per la lettura (capitoli 60-84): Click
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Autore: Gabriele Glinni

Esperto di informatica, amante della scrittura creativa. Autore di Ascend-ent e Descend-ent. Sostenitore dell'arte della composizione di messaggi efficaci ed eloquenti.

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