Intervista sui riassuntoni della serie di Wolf Lonnie!

Benvenuti! Oggi intervistona al sottoscritto Gabriele da parte di Camilla sulla sui riassuntoni della saga di Wolf Lonnie, qui pubblicati sul blog. Ringrazio infinitamente Camilla per il suo tempo.

E iniziamo pure!

1. Da dove nasce la tua passione per il giallo giudiziario?

Allora, in realtà, più per il giallo giudiziario, io anni fa mi innamorai della serie di Phoenix Wright: Ace Attorney. Lo conobbi sfogliando le pagine di una rivista, Nintendo Rivista Ufficiale, dove era recensito questo stranissimo gioco in cui vestivi i panni di un avvocato.

Lì per lì non ci diedi molto pensiero, ma mi rimase impresso. Poi, un giorno, se non erro mentre ero in vacanza a Gaeta, vidi proprio la confezione del gioco e lo comprai. Ammetto che inizialmente era un po’ troppo difficile (avevo 12-13 anni), poi piano piano riuscii a risolvere le cose da solo, e mi appassionai a Phoenix e compari.

Ma come mi venne di creare un altro avvocato? Semplice: un po’ la noia estiva, un po’ sbirciando i forum del sito Court Records e leggendo decine di teorie, un po’ perché già scribacchiavo storie abbastanza no-sense basate su Dragon Ball.

Wolf Lonnie fu il mio primo personaggio ad avere seguito, worldbuilding e quant’altro… un seguito che dura ad oggi (ho 32 anni ora, e al tempo ne avevo 15, fate i conti…).

2. Come hai avuto l’intuizione di inserire elementi fantascientifici nelle tue storie?

Risposta stupida: incapacità di inserire elementi realistici. No, davvero: a 15 anni non sapevo strutturare un omicidio realistico, quindi, tante volte, andavo a parare su spiegazioni fantasiose.

Cavalieri oscuri, scienziati pazzi e amenità varie.

In realtà all’inizio era pure peggio, poi ho fatto editing su editing e, mano mano, anche i casi più strani hanno preso sembianze realistiche, e ho iniziato a darci regole sensate.

Inoltre, ma questo col tempo, se una spiegazione inizialmente non mi aggradava, con le storie successive magari aggiungevo dettagli o ri-elaborazioni che chiarivano meglio le cose (vedi Ayane).

3. A quale caso sei più affezionato?

Hm, domandone! Quello che rileggo con più piacere è forse il caso 2 di Fighting for Truth, vale a dire Giudizio del Cosmo.

Giudizio del Cosmo è forse il mio caso scritto meglio, con un perfetto mix di comicità, scontri giudiziari, personaggi secondari ben scritti ecc..

Diciamo che l’inghioppo è abbastanza plausibile e il colpevole mi piace tantissimo.

Altrimenti ho anche piuttosto alti TuMour (per Ayane), il caso ML-1 e il caso finale della seconda serie. Diciamo che i casi della prima serie tendo ad averli un po’ bassi, mentre tendo a preferire quelli della seconda.

Se invece parliamo di casi non di Wolf: il caso Technobyt (di Lilith quando è nell’FBI, all’interno di una VR contro una AI corrotta):

il caso 1 di Ace Attorney Investigations di Saria (una ragazza che acquista droghe all’interno di una scuola e Saria indaga sui pusher):

Unlawful (crimini commessi da Elvis Allgood, difesa Lucious Lowiss):

4. Wolf Lonnie, Lilith Light, Lucious Lowiss e Salinne sono i personaggi che ti hanno dato più soddisfazioni. In che modo hanno preso forma? Con chi di loro senti di avere più affinità?

In realtà tra questi, forse Wolf è quello che mi piace un po’ meno, ma ovviamente ci sono comunque fortemente legato (soprattutto dalla seconda serie in poi). Tengo particolarmente a Lilith e Saria (Salinne).

Come hanno preso forma… dunque… faccio un paragrafo separato per ognuno perché sarà un excursus bello lungo.

Wolf Lonnie: nasce inizialmente come clone di Phoenix con i capelli a cresta e poco più. La cresta diventa una “pinna”, e, andando avanti, gli muore l’assistente (Ayane), che è una rivoluzione per il genere. La morte di Ayane è un cambio enorme che trasforma il personaggio per sempre.

Infatti, senza fare troppi spoiler, dalla seconda serie in poi Wolf è cinico, depresso (nel senso clinico e letterale del termine) e non sempre i suoi modi di fare si allineano a quelli dei classici avvocati, ma notiamo in lui forti scatti di empatia e impegno per le persone che ama (Ayane, Lilith, Saria…).

Fa cose molto brutte che non posso spoilerare, e mano mano scivola nell’oscurità.

Diciamo che Wolf si è plasmato con l’idea di un protagonista Ace Attorney che affrontasse poi una parabola negativa e diventasse addirittura un villain/personaggio grigio, dando poi la bandiera di protagonista ad altri personaggi. È motivato soprattutto da complessi di inferiorità irrisolti verso la sorella Saria (in cui un tempo mi ci vedevo – nei complessi di inferiorità), il dovere capire e accettare il prossimo al di là di tradimenti e manipolazioni (stesso discorso personale), e un forte senso di vuoto che lentamente lo divora e lo cambia.

Infatti Wolf passa il testimone di protagonista dopo la seconda serie a Lilith, Saria e altri personaggi, che dovranno riportarlo indietro.

Lilith Light: nasce come inversione della classica assistente, anche se poi le cose sono cambiate con modifiche importanti ad Ayane. L’idea di base era un’assistente finto-classica che poi si rivelava una traditrice un po’ subdola e opportunista.

Mi sono anche divertita a farla trouble-maker, molto sarcastica e ironica, e divertente da leggere per bilanciarla.

Tuttavia, quest’impostazione (già di per sé) buona di Lilith è poi sfumata in qualcos’altro. Lilith diventa infatti, successivamente, agente dell’FBI, e, progressivamente, affronta il mondo del crimine nelle sue viscere più profonde. La vediamo lottare contro fight club, vedere persone deboli schiacciate, traffici di donne e tanta, tantissima oscurità umana. Subisce lei stessa torture, viene più volte ricoverata e vede la morte in faccia giorno dopo giorno.

E dunque lentamente si trasforma in un’eroina solitaria che si sacrifica per correggere i suoi errori e per combattere la criminalità. In questo caso l’impostazione cambia notevolmente: Lilith l’ho scritta come una donna forte (perché si pone come scudo umano per chi non sa difendersi) ma debole allo stesso modo (ha molta paura degli affetti e non sa gestire le relazioni).

In seguito, Ayane l’ho cambiata in… una bestia completamente differente (leggi TuMour), quindi ho mantenuto l’impostazione iniziale di Lilith (tiene molti segreti), ma l’ho giustificata molto di più e resa molto più affezionata a Wolf di come era inizialmente. Quindi parliamo di una doppia inversione.

Ayane è l’inversione della classica assistente: inemotiva, mostruosa, deviata. Finge di volere bene a Wolf ma non può volergli bene (non avendo emozioni), e lo manipola solo.
Lilith sembra essere anche lei una traditrice, in realtà ha motivi molto comprensibili (ha commesso un omicidio di massa involontariamente per dirne una) e fa tutto il possibile per aiutare e proteggere Wolf, che adora.
Lilith poi si affeziona molto profondamente a chi inizia a conoscere, anche se ha paura di questo affetto profondo.

Mi rivedo tantissimo nella sua ostinazione e nella sua resilienza. Lilith è scritta come un personaggio che, se si mette in testa un obiettivo, ci arriva anche zuppa di sangue e ferite, ma ci arriva.

Saria/Salinne Lonnie in Lowiss: volevo un procuratore estremamente agguerrito ed ero ispirato a Death Note. Quindi progettai questa donna composta, sarcastica e fredda, con un’amnesia, una macchina da guerra che non avrebbe lasciato scampo a Wolf e avrebbe giustificato ancora meglio la sua parabola, umiliandolo in alcuni casi della seconda serie.

Quando riacquista la memoria e torna Saria, lì c’è un’altra inversione (ma va’!): vedi la donna fredda diventare una ragazza scherzosa, normale, affettuosa ed empatica, con però duecento problemi personali (ha avuto un figlio da un’altra persona mentre era in stato d’amnesia e ha rovinato la carriera del fratello e di tante altre persone).

Saria è stata scritta invece come una persona normale coinvolta in problemi molto grandi, e talvolta trascinata nelle assurdità, anche paranormali, di quel mondo, e costretta ad adattare il suo modo di pensare iper logico.

Saria, infatti, diventa, da molto intelligente ma estremamente rigida, una persona estremamente comprensiva e abituata a vedere più in profondità di quanto farebbe normalmente. Diventa una persona dolce che vive l’allontanamento del fratello, problemi in procura (viene odiata per la sua fama dai colleghi e cacciata) e problemi relazionali con Lucious, ma che tiene duro nonostante tutto. È, come Lilith, una donna forte che impara a reggere botta con l’obiettivo finale di riportare Wolf indietro.

In Saria mi rivedo nel suo grande cuore che, a volte, viene sfruttato dal prossimo.

Lucious Lowiss: mi serviva un rivale per Wolf ancora più cazzuto, un avvocato che sarebbe stato il top assoluto irraggiungibile, ancora più di Salinne, e nacque così Lucious. Lucious ha infatti nella seconda serie un ruolo da salvatore/mentore per Wolf, che però sfuma in rivale dato che inizia a rubargli lo spotlight di tutti i casi (si presenta all’improvviso aiutandolo, ma questo comporta che gli ruba fama).

Per Lucious mi sono immaginato molto rivalità sul luogo di lavoro. E non è tutto: Lucious agisce così per costruire un futuro con Saria e perché mal sopporta Wolf (anche se questi è il fratello di Saria). Quindi è disposto a difendere criminali e a commettere bassezze pur di accrescere la propria fama e mettere da parte abbastanza denaro per avere una famiglia.

Saria non è esattamente una persona, come dire, tranquilla (si caccia in tanti guai), e Lucious dimostra più volte tanta sopportazione e comprensione verso di lei. L’ho infatti scritto sia come un avvocato realistico (l’unico), sia come mi immaginerei si impegni un uomo per tenere insieme la propria famiglia.

Mi ci rivedo nella pazienza che esibisce in questo, anche se non sempre ce l’ho io stesso!

5. La morte di Ayane segna uno spartiacque nella vita di Wolf e determina il principio di una parabola discendente per lui. Questa crisi lo scalza dal ruolo di personaggio principale. E’ un percorso atipico in cui il protagonista non rinasce dalle proprie ceneri ma viene annientato dalle circostanze e dalle persone di cui si fidava. Vuoi parlarci di questa scelta?

Beh! Bella domanda. Che dire. Sinceramente non ricordo bene come ci arrivai, ma ricordo che… boh a un certo punto il mio cattivo principale (Thomas) doveva avere una pistola e sparare. E pensai che sarebbe stato banale se Ayane fosse stata ricoverata e basta. E così la lasciai morire.

Il resto fu una conseguenza di questa morte. Ossia, Wolf che, mano mano, è stato mangiato vivo dal dolore e dalla tristezza.

Una precisazione: più che altro Ayane era, al di là della sua morte e dell’essere assistente di Wolf, mal caratterizzata e vuota come personaggio. SAPEVO aveva qualcosa fuori posto, ma non riuscivo a decidermi cosa.

A un certo punto, ebbi l’idea: si è lasciata ammazzare apposta. Poi ho iniziato a farmi domande, a rileggere punti già scritti, e me ne sono accorto: non reagiva in modo normale a NIENTE. Le sue reazioni erano sempre sballate, anomale, come se fingesse di reagire a tutto. Come se la sua fosse quasi una reazione “impostata”… quel che ho chiamato, nelle mie storie, il concetto di “reazione normale”.

Ossia, una ragazza che non prova emozioni di nessun tipo, completamente vuota, e che, addirittura, vive un io falso, simulato addirittura nei pensieri, e la vera lei è un mostro depravato, disturbato, che divora emozioni, pratica parafilie spinte di ogni tipo e situazioni orribili da cui può trarre, osservando, nutrimento.

Diciamo che Ayane stessa si è creata dal mio modo di scrivere al tempo immaturo ed è stata una scoperta per me. È come se avessi sfruttato l’avere scritto male per dare vita a una… un essere completamente depravato che divora le emozioni altrui. E questo Wolf lo scopre mooooooolto dopo la sua morte.

Riguardo quel che succede poi: non faccio spoiler, ma volevo che lui, a un certo punto, fosse colpevole. Volevo che il protagonista fosse colpevole. Questo non l’hanno mai fatto in Ace Attorney. E da lì, il caso nel futuro con la figlia Gabrielle.

La seconda serie è nata per giustificare ulteriormente questa trasformazione. Quindi Salinne, umiliazioni subite, tradimenti a destra e sinistra, tanto dolore e atti orribili fatti dallo stesso Wolf che lo segnano quasi definitivamente.

6. In alcune storie ti sei avvalso di personaggi creati da altri autori. Rispetto alla stesura in solitaria di un classico romanzo, il fatto di poter contare sui contributi di altri ti ha offerto maggiori spunti nell’ideazione delle trame? E quali sono i limiti del prendere in prestito personaggi altrui?

… *risata nervosa*

Qui ho veramente molto da dire. Dunque, premessa: prendere e usare personaggi altrui è molto più complicato di come sembra. È un’idea romantica sulla carta, ma, nella pratica, devi fare attenzione a tante cose.

Andiamo per gradi.

Non bisogna in nessun modo svilire i personaggi altrui: significa che, se li prendi, li devi trattare come re. Immagina di usare un giocattolo altrui e lo butti nel fango. Ecco, stessa cosa. Se prendi un personaggio altrui, questo personaggio va trattato con i guanti.

Caratterizzazione perfetta, al millimetro: come sopra, non bisogna sbagliare manco una virgola. Non c’è niente di più brutto che vedere l’autore originale insoddisfatto. E su questo mi sono sempre impegnato, al punto che, talvolta, ho… onestamente fatto meglio degli stessi autori da cui ho preso i personaggi. Non è una vanteria, so che lo sembra, ma è come è andata.

Essere consapevoli che i rapporti con quelle persone cambiano: e qui casca l’asino. Di quelle persone, su una in particolare avrei molto da dire, ma riassumo così. A un certo punto, le nostre storie si sono fuse. Mi piaceva moltissimo l’idea, solo che… si fondono le storie, ma i rapporti nella realtà si possono sempre rompere, per qualsiasi motivo, anche i motivi più tristi.
Ragion per cui in questo 2025, riprendendo in mano questi personaggi, ho aggiunto oltre una decine di storie nuove, corretto e migliorato tante cose, il tutto finalizzato a riprendere “maggior controllo sui miei personaggi” (è un po’ difficile da spiegare, but still). Quel che vorrei suggerire è di non rifare il mio errore, e di essere sempre consapevoli di questo.

Essere sempre d’accordo: altro problema. Se prendi personaggi altrui, non puoi fargli fare quel che cazzo ti aggrada (perdonate il francesismo).
Parlo per mia esperienza personale: un mio personaggio, Sean, è stato abbastanza forzato in un pairing (il personaggio è scritto come aromantico) ed è stato eccessivamente reso competente in un caso, cosa che mi ha sempre fatto storcere il naso. Ma la colpa è anche mia, non ne ho discusso abbastanza a fondo.
Altra esperienza: Lilith. Lilith fu la prima con cui sperimentai uno stile non Ace Attorney, ma il primo esperimento non fu granché. Quindi volevo tantissimo rimediare. Ma l’attenzione dell’altra persona non fu subito lì, ma su cose e personaggi di cui sinceramente non mi importava molto (nonostante resi la questione evidente più e più volte…).
Altra esperienza ancora: plot point che ho dovuto litigare per sviluppare. Avevo il concept dei cercatori di verità, personaggi che commettono crimini contro il governo per forzarli a rivelare delle verità scomode e taciute ai cittadini (vedi sotto Mihael Chamilion), e ho dovuto infilarli inizialmente un po’ a forza perché, dall’altra parte, volevano personaggi che facevano salotto e chiacchierassero del niente dalla mattina alla sera.

Disallineamento di intenzioni: può facilmente capire che se scrivi con un’altra persona, quell’altra persona abbia idee molto diverse su come sviluppare la storia.
Ripeto: per esempio, tizio vuole proseguire facendo uno slice of life noiosissimo. Io voglio azione e gente che si impegna.
Tizia vuole Lana Skye (personaggio canonico di Ace Attorney) come procuratore supremo in abilità. Per me è un procuratore forte ma non al livello di Edgeworth o Blackquill.
I disallineamenti possono essere a decine e creare micro-fratture a bizzeffe.

Storie incompiute: questo merita un paragrafo a parte. Molte volte mi è capitato di prendere personaggi di autori che promettevano di sviluppare storie lunghe, complesse e quant’altro e avevano già dettagli definiti. E, wow! In tutto ciò metteranno pure personaggi tuoi!

Quindi ottimo, prendi questi personaggi altrui e fai solo attenzione a citare il background correttamente. Il problema è che… questi autori non hanno mai sviluppato tali background, sono rimasti solo idee, e quindi nelle mie storie ci sono riferimenti a cose mai viste, che lasciano un senso di vuoto e di confusione. Per esempio: tale Jamie scritto da me, fratello di un Wren mai scritto da un altro autore. Un fantasma narrativo.
Soluzione: tagliare, limare o addirittura rimediare, inserendo io stesso ciò che manca. Ma non è ideale né giusto.

7. Nel riprendere in mano il tuo lavoro dopo tanto tempo che impressione hai avuto? Hai sentito la necessità di cambiare qualcosa? Quanto ti senti cambiato come persona e come scrittore?

Allora, diciamo che l’impulso l’ho avuto iniziando a scrivere riassunti, ma sentivo da anni e soprattutto con Ascend-ent di avere un qualche blocco di scrittura. Nel senso che non riuscivo come volevo a esprimere bene le emozioni.

Poi mi sono accorto che Wolf & co. mi mancavano profondamente e… un po’ alla volta, ho preso coraggio per rivedere queste storie vecchie, per renderle più mie, per iniziare a leggerle con le persone amate.

Così ho iniziato ad aggiungere nuove storie, nuove integrazioni. A fare modifiche per aumentare l’importanza globale dei miei personaggi, per consolidare i loro rapporti, senza stravolgere nulla, ma tutto per dare a me stesso, in particolare, la sensazione che quelle storie fossero mie, e non… non qualcosa che facesse parte di un legame ormai perso e distrutto, con più di una persona.

Penso di esserci riuscito a sono felice. Lilith, Saria, Lucious e tanti comprimari godono ora di decine di storie nuove e integrazioni che li hanno elevati ulteriormente. Ecco delle locandine di alcune storie scritte nel 2025:

Inoltre, fatto che ora abbiano un rapporto ancora più profondo con Wolf, l’ha sganciato ancora meglio da una questione lo legava con altri autori (leggi: Wolf, a un certo punto, si innamora della protagonista di un’altra persona).

Adesso è il rapporto con Lilith, Saria e Lucious che lo salva. E non una relazione romantica crossover.

Wolf con Lilith, Lucious, Salinne (Saria):

Gli stessi che lo riportano indietro nel futuro:

Risultato: l’editing finale di Descend-ent l’ho affrontato con piena serenità e la editor era impressionata dalla mia spinta finale.

E il fatto di avere ora, grazie a Wolf & co., una sorta di sandbox scrittorio mi permette di distrarmi e di affrontare con più leggerezza questioni che mi hanno pesato nel corso degli anni (allontanamenti di persone).

8. Musica e scrittura. Vuoi parlarci del modo in cui questo legame influisce sulle tue storie?

È semplice: ascolto musica di tutti i tipi, e la musica mi ispira a scrivere. Diciamo che associo tracce musicali ai personaggi, alle boss fight, a momenti importanti, e questo “boosta” la mia resa quando scrivo. O, se per esempio vado a correre, una particolare canzone mi fa ripensare a determinati momenti o personaggi.

Per esempio, Alive di Sia è una canzone sulla resilienza e sul combattere strenuamente, mi aiuta sempre a focalizzarmi su scene di Lilith:

Questa è una canzone che ho usato per Lucious in punti in cui difende, con tutti i dilemmi morali, criminali corrotti, per il bene della famiglia sua e di Saria:

E qui una canzone per Ayane:

Grazie di cuore Camilla!

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Autore: Camilla Vecchione

Mi chiamo Camilla Vecchione, la mia passione è leggere e amo scrivere. Dopo il Liceo Classico mi sono laureata in Lingue e Culture straniere. Per Pillole di Folklore e Scrittura mi occupo di recensioni.

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