A chi ha avuto il piacere di visitare l’isola di Skiathos in Grecia non sarà sfuggita la ricorrenza di un nome per la via principale del paese, quello di Alexandros Papadiamantis.
Papadiamantis, uno dei più noti scrittori greci, era originario proprio delle Sporadi e la sua opera più conosciuta è L’Assassina, un romanzo ambientato nella sua isola, che ben descrive. Per il visitatore contemporaneo, leggere questa storia tragica consente di calarsi nel passato dei luoghi che sta imparando a conoscere.
Dal momento che Papadiamantis fu il primo a tradurre in greco Delitto e castigo, L’Assassina viene spesso associata all’opera di Dostoevskij.
La protagonista dell’opera è una vecchia che vive in miseria assistendo la sua famiglia. Riflettendo sul suo passato, crescono in lei l’insofferenza per il presente e un desiderio di cambiare il destino che presto una serie di coincidenze tramutano nel convincimento di agire per conto di Dio in persona e nel bene.
Da lettori, nel seguire l’escalation della protagonista, siamo fatti partecipi della sua complessità psicologica. A rendere il romanzo affascinante è l’umanità della vecchia, che cozza con il classico stereotipo del serial killer che siamo abituati a immaginare. Nel seguire le sue vicissitudini, nel vederla oltrepassare il punto di non ritorno, a colpire è proprio la repentinità del passaggio in una persona già in là con gli anni che fino a quel momento aveva condotto la vita che ci si aspettava da lei.
Camilla