Principessa Mononoke – Recensione

Principessa Mononoke è un film di animazione incentrato sulla contrapposizione tra l’uomo e la natura, difesa da divinità animali. E’ ambientato in Giappone in un’epoca lontana resa con il linguaggio arcaico dei personaggi.

A dispetto del titolo, il protagonista effettivo della storia è il giovane Ashitaka, un principe saggio costretto a lasciare il suo popolo a causa di una maledizione apparentemente senza cura. Nel suo peregrinare viene accolto in una città dedita all’estrazione del ferro e alla produzione di potenti armi da fuoco.

La comunità è retta dalla somma Eboshi, il personaggio più affascinante della storia: non si scompone, non ha paura neanche di un dio e non teme neppure per la sua vita. E’ un personaggio ricco di contraddizioni: da un lato è senza scrupoli, dall’altro cura lebbrosi, accoglie cortigiane e mostra empatia per la condizione di Ashitaka; distrugge un ecosistema ma ha un bellissimo giardino. Quando la fucina è in grave pericolo, dice: se la cavino da sé. Nonostante abbia investito molto su di essa è capace di smettere di controllarla, perché le donne ivi rimaste sono state addestrate per difendere la postazione.

La ragazza del titolo, il cui nome è San, detesta Eboshi e vuole ucciderla, mentre la donna la reputa vittima di una maledizione. Il fatto è che San, individuo dalle sembianze umane cresciuto da una divinità lupo, è un ibrido, una sintesi di uomo e natura che nel contesto in cui ha luogo la storia è impossibile. Difatti, la ragazza è stupita dal rapporto che Ashitaka ha con lo stambecco che lo accompagna.

Abbandonata nel bosco da genitori impauriti, è allevata da Moro, che la definisce “la mia brutta figlia” e le trasmette l’odio per il genere umano al quale appartiene. Anche quando si innamora di Ashitaka, San, ora orfana, non rinuncia alla vita nella foresta e soprattutto non smette di detestare gli uomini, il che suggerisce che la risoluzione dei conflitti tra gli abitanti della foresta e quelli del villaggio di Eboshi non spegne una lotta senza fine che la mediazione di Ashitaka ha solo sopito.

Camilla

Autore: Camilla Vecchione

Mi chiamo Camilla Vecchione, la mia passione è leggere e amo scrivere. Dopo il Liceo Classico mi sono laureata in Lingue e Culture straniere. Per Pillole di Folklore e Scrittura mi occupo di recensioni.

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