In questo articolo, cercheremo di capire insieme cos’è l’audiodescrizione e di fornire qualche informazione a chi fosse interessato ad approcciarsi alla materia. Nel mio piccolo ho potuto rendermi conto di come ogni paese e piattaforma abbia le sue regole, per questo vi parlerò di come funziona il mondo della audiodescrizione in Italia, relativamente al settore filmico e teatrale, dai principali aspetti legislativi a quelli linguistici.
Ma iniziamo con la sua definizione.
L’audiodescrizione è una traccia audio aggiuntiva che, inserita all’interno di un prodotto multimediale audiovisivo, esplicita tutti quegli elementi (ad esempio gesti, setting, costumi, colori) che non possono essere percepiti dalle persone che hanno una disabilità visiva. L’audiodescrizione viene svolta da audiodescrittori professionisti, ed è utile ad una varietà di eventi: dai film, agli spettacoli teatrali, dagli eventi sportivi ai musei. Generalmente l’audiodescrizione viene inserita nelle pause di silenzio tra le battute dei dialoghi.
Per quanto riguarda delle linee guida ufficiali in materia, non ne siamo ancora provvisti. Esistono, però, delle linee guida consuetudinarie o estere a cui gli audiodescrittori si ispirano e senz’altro, tra queste, rivestono grande importanza quelle dell’ITC (The Independent Television Commission), che risalgono al 2000. Tali linee guida, che rivestono carattere di ufficialità in Inghilterra, sono di ispirazione anche per gli audiodescrittori italiani; anche se, come vedremo, la “maniera” italiana si discosta e si differenzia da quelle degli altri paesi, per una serie di ragioni tra cui – non ultima – la tradizione letteraria italiana e la genealogia dell’audiodescrizione.
Secondo i dati ISTAT, le persone cieche totali sono circa 350.000. Le stime, aggiornate solo al 2005, sembrano però essere piuttosto prudenziali. Oltre ai ciechi totali, in Italia ci sono quasi 1.500.000 di persone ipovedenti. Statisticamente, per quanto riguarda la distribuzione di genere, in media le donne soffrono di cecità più degli uomini, soprattutto nelle zone più povere del mondo. Questi fattori contribuiscono a creare enormi barriere sociali, in modo particolare nell’accesso alla cultura, all’istruzione e all’intrattenimento.
La prima audiodescrizione televisiva in Italia è stata realizzata nel 1991 grazie all’impegno della CTT di Sergio D’Ottavi e Leonardo Bellezza che, per molti anni, hanno prodotto audiodescrizioni per RAI. Oggi, invece, il lavoro di audiodescrizione è stato affidato a risorse interne che hanno dovuto apprendere con destrezza e velocità l’arte di audiodescrivere. Dal punto di vista degli standard e delle linee guida, se – come abbiamo visto – non esistono linee guida ufficiali, sul sito del Segretariato Sociale si fa un generico riferimento a che cosa sia l’audiodescrizione, chiarendo che l’audiodescrittore deve essere attento a bilanciare neutralità e interpretazione nel processo di descrizione; non deve, quindi, identificarsi con il narratore, ma mantenere un atteggiamento neutro e distaccato rispetto alle scene che sta descrivendo.
Per quanto riguarda l’audiodescrizione disponibile nei festival cinematografici, come già accennato, il Festival del Cinema di Roma, il Fiction Fest di Roma e il Festival del Cinema di Venezia, ad esempio, offrono alcune proiezioni accessibili con sottotitoli e audiodescrizioni. A Roma, tuttavia, il numero di proiezioni accessibili è diminuito a causa della scarsità dei fondi investiti per l’accessibilità: si è passati dunque dalle nove proiezioni accessibili di qualche anno fa alle tre proiezioni accessibili della scorsa edizione.
L’audiodescrizione a teatro è materia relativamente recente: da alcuni anni, infatti, alcuni spettacolo sono finalmente accessibili anche alle persone con disabilità sensoriale. A titolo esemplificativo, l’associazione Li.Fra ha prodotto spettacoli accessibili con sottotitoli e audiodescrizioni; anche lo spettacolo Laura per tutti, scritto e prodotto da Blindsight Project, in collaborazione con Rossosimona, è audiodescritto.
Dal punto di vista tecnico invece per la stesure dello script, utilizziamo il software AD-Maker realizzato dalla EVM Service di Roma, che ha un’interfaccia molto semplice:

Nella parte in alto a sinistra è visualizzato il video; dal lato opposto, è prevista la griglia per l’inserimento delle stringhe testuali time-codate. Il time code è inserito manualmente (con la funzione ‘set’) oppure in “catturato” direttamente dal video (con la funzione ‘capture’). Alla fine della lavorazione, l’audiodescrittore potrà esportare il testo nei formati più utilizzati.
Ora soffermiamoci brevemente sul quadro legislativo relativo all’accessibilità del settore audiovisivo in Europa e in Italia, e in particolare su alcune Direttive Europee e sul Contratto di Servizio tra il Servizio Pubblico della RAI e lo Stato. Il contratto di servizio, in scadenza, è la convenzione che regola le trasmissioni. Esemplificativa è la lettera indirizzata al MIUR all’inizio dello scorso anno scolastico, redatta da diverse associazioni che operano nel campo della disabilità, coordinate da Blindsight.
Per quanto concerne l’Europa, due sono le Direttive di maggiore interesse: la Audiovisual Directive e la Media Directive. Modificate e recepite in modi diversi attraverso Raccomandazioni e linee di indirizzo nei vari paesi UE, tali Direttive raccomandano l’uso della sottotitolazione per sordi come strumento d’integrazione culturale e di accessibilità ai prodotti multimediali e audiovisivi.
Concludo sottolineando che c’è ancora molto da dire e da fare in questo ambito, sia per il professionista del settore, sia per il ricercatore.
Spero che questo articolo sia stato di vostro interesse e magari di utilità a chiunque fosse vicino alla materia.
Biblografia:
Vera arma CulturAbile
Chatman, S. (1990). Therhetoric of narrative in fiction and film. London: Cornell University Press. b