Proseguiamo il nostro excursus nel mondo della traduzione con quest’articolo sulla traduzione legale: sicuramente un mondo complesso, che richiede un linguaggio appropriato, preciso e quanto più possibile scevro di ambiguità. È stato oggetto di alcuni miei studi e lavori, e per questo posso affermare che è uno degli ambiti più difficili della traduzione odierna.
Beatrice non solo ha conseguito la laurea in Traduzione e Interpretariato, ma ha anche affrontato un corso di specializzazione in merito.
Per cui Beatrice grazie per il tuo tempo, ti chiedo subito: come mai hai voluto specializzarti nella traduzione legale? Cosa ha riguardato il corso di specializzazione che hai affrontato, e quanto in profondità è sceso rispetto alla laurea?
Ciao Gabriele e grazie a te per l’opportunità. Sono da sempre stata una grande appassionata di lingue e nel momento della decisione del percorso universitario da intraprendere la mia scelta è ricaduta proprio su di loro, in particolare sul mondo della Traduzione e dell’Interpretariato.
Sebbene durante il corso di laurea triennale ho avuto modo di tradurre testi di vario tipo, spaziando da un settore all’altro, ho sentito la necessità di specializzarmi in un determinato ambito. La scelta del corso di specializzazione in traduzione legale è avvenuta in quanto sentivo di aver affrontato fin troppi pochi testi a riguardo ed essendo anche una grande appassionata del settore, volevo saperne di più.
Il corso di specializzazione si è svolto in due modalità. Ci sono state fornite delle nozioni di teoria sulle due famiglie giuridiche di Common Law e Civil Law attraverso delle lezioni asincrone, dove abbiamo appreso le loro origini, ciò in cui si basano e le differenze tra i due sistemi. Per quanto riguarda la parte più pratica del corso, abbiamo frequentato delle lezioni in modalità a distanza, durante le quali abbiamo appreso la terminologia da utilizzare e la differenza di vocaboli quando si sta traducendo un testo di Common Law e quando invece se ne traduce uno di Civil Law, facendo inoltre pratica con varie frasi o testi in ambito legale.
A parole tue, cosa sono le traduzioni giuridica? E in che modo occorre prepararcisi?
La traduzione giuridica fa parte di quelle tipologie di traduzione che vengono definite come traduzioni specializzate, o specialistiche. Esse vengono definite come un vero e proprio processo interlinguistico e allo stesso tempo interculturale operato dal traduttore che va appunto ad occuparsi di quei testi scritti mediante l’uso di un linguaggio settoriale, in questo caso il linguaggio giuridico.
Dal mio punto di vista, il modo migliore per prepararsi ad affrontare una traduzione giuridica è proprio quello di avere quanto meno delle basi sugli ordinamenti giuridici e creare una sorta di glossario personale sui vari termini che tendono ad essere più frequenti in questa tipologia di testo.
Per coloro che non conoscono le complessità di quest’ambito, ti va di illustrarci alcune tecniche, best practices e teorie traduttive? Quali sono le difficoltà principali che hai riscontrato?
La complessità nell’affrontare la traduzione di un testo giuridico risiede nel riuscire ad ottenere una vera e propria trasposizione giuridica da una legge all’altra, portando la traduzione dal punto di vista linguistico quasi in secondo piano.
I testi giuridici appaiono molto più vincolanti rispetto ai testi in altri linguaggi settoriali e questo comporta quindi anche dei vincoli all’interpretazione. Sicuramente le caratteristiche più vincolanti di questa tipologia di testo sono la struttura (che segue degli schemi altamente codificati) e la terminologia.
Alla luce di questo, ritengo che per ottenere una traduzione fedele al testo di partenza sia necessario accertarsi che il sistema giuridico del testo di partenza sia lo stesso di quello del testo di arrivo, paragonare le varie caratteristiche linguistiche che troviamo normalmente nei testi di origine nelle lingue di partenza e infine individuare quali sono le differenze morfologiche e sintattiche che potrebbero far risultare il testo nella lingua di arrivo poco scorrevole o tradotto erroneamente.
Il linguaggio giuridico italiano presenta alcune caratteristiche morfologiche e lessicali simili a quelle del linguaggio giuridico inglese. Per quanto riguarda le caratteristiche lessicali, troviamo un ampio uso di latinismi in entrambi i linguaggi. Invece un esempio di caratteristica morfologica è la tecnica della nominalizzazione, ossia la trasformazione grammaticale e semantica di un qualsiasi elemento linguistico, principalmente un verbo o un aggettivo, in nome.
Il Trattato ha irrevocabilmente fissato i tassi di cambio. -> La fissazione irrevocabile dei tassi di cambio da parte del Trattato.
The Treaty has irrevocably fixed the exchange rates. -> The Treaty’s irrevocable fixing of exchange rates.
Subito dopo aver terminato il corso di specializzazione ho deciso di prendere la laurea magistrale in traduzione specialistica, per cercare di apprendere più nozioni anche su altri linguaggi settoriali, ed è proprio in quel momento che mi sono imbattuta in uno stage per la traduzione verso la lingua inglese di un sito web per uno studio legale. Pur essendo stato un lavoro di squadra con altri miei colleghi, ho avuto modo di mettere in atto le conoscenze apprese nel corso di specializzazione, rendendo l’esperienza ancora più stimolante. La difficoltà principale che ho trovato nell’affrontare la traduzione di questo testo è stata proprio imbattermi in alcuni termini di cui non ero a conoscenza e che non erano presenti nel mio glossario personale. In questi casi il metodo che adotto è quello di cercare dei testi o delle frasi in lingua inglese che siano simili al testo che sto traducendo per documentarmi e capire quale sia la traduzione più adeguata.
Quindi a cosa pensi occorra prestare più attenzione affrontando una traduzione legale?
Solitamente il linguaggio giuridico viene classificato come parte integrante dei linguaggi settoriali, soprattutto se si fa riferimento alle situazioni dove ad essere coinvolti sono degli specialisti del settore tra cui giuristi, giudici, avvocati e via dicendo. C’è da dire che è importante anche considerare quelle situazioni comunicative in cui le persone coinvolte non sono necessariamente degli esperti del settore, bensì persone comuni.
È quindi bene porsi la domanda riguardo a chi è rivolto il testo che andiamo ad affrontare e se le conoscenze in ambito giuridico del destinatario di arrivo siano le stesse del destinatario di partenza. Un altro aspetto fondamentale da tener conto è sicuramente, come già menzionato in precedenza, chiarire la tipologia di ordinamento giuridico da cui proviene il testo e il tipo di ordinamento giuridico del testo di arrivo.
Per i neofili del genere, quali sono alcuni consigli che vorresti dare?
Il mio più grande consiglio per gli aspiranti traduttori giuridici è quello di cercare quanto più possibile di documentarsi sulla parte teorica di questo settore, conoscere bene l’origine e la storia delle famiglie giuridiche e di studiare a fondo quelle che sono le caratteristiche di questo linguaggio. Inoltre, è sempre bene avere come punto di riferimento dei colleghi con più esperienza, ma questo in realtà vale per qualsiasi settore in cui ci si vuole specializzare.