SAP è un software relativamente poco conosciuto ma incredibilmente richiesto dalle grandi aziende.
Lo definirei una di quelle tecnologie di cui si sente sempre parlare, che a uno sguardo ignorante suona come una di quelle tante sigle informatiche (HTML, JavaScript, ecc.), ma in realtà è quasi una bestia a sé stante.
Facendo un po’ di ricerche si può intuire (vagamente) che lavorare con SAP porti bei dindini, carriera facile e quant’altro, ma potrebbe scoraggiare il fatto che si tratti comunque di ambito informatico.
Insomma, c’è tanta confusione sull’argomento, e, per tale motivo, ho voluto scrivere questo articolo, in cui vi racconterò, per mia esperienza diretta e personale, e in un linguaggio molto terra-terra e meno tecnico possibile, cosa significa lavorare con SAP, in un formato semi Q&A.
Come ne ho sentito parlare e come ho iniziato?
Da alcuni ex colleghi perlopiù laureati in Economia circa un paio d’anni fa.
Come già detto, non avevo la più pallida idea di che cosa fosse, se non vagamente che si trattava di un gestionale (che vuol dire tutto e vuol dire niente, per chi non è dell’ambito).
Fatto sta che, trattandosi comunque di informatica, e studiando all’epoca programmazione, e sentendo dire che si guadagnava bene, ho deciso di buttarci un’occhio per capire una volta per tutte che cosa fosse sto SAP.
Mi sono semplicemente limitato a seguire lo stesso corso fatto da quei miei ex colleghi che me l’avevano fatto conoscere, e tramite tale corso ho iniziato a capirci di più.
In parole povere, SAP è un software molto complesso, quasi labirintico, utilizzato, come detto prima, da aziende molto molto grandi (come Amazon e Coca-Cola ad esempio) per gestire anagrafiche di materiali e fornitori, contratti, entrate e uscite merci, personale e così via.
A dirla così sembrerebbe una specie di grosso database, simile a Excel ed SQL.
E in effetti conoscere queste due tecnologie aiuta parecchio a lavorare su SAP, tant’è che le analisi dati su SAP si eseguono molto spesso tramite Excel, e il linguaggio di programmazione ABAP (alla base di SAP) ha tante somiglianze con SQL.
Tramite quel corso, ho avuto modo di capire i flussi principali di SAP (entrate merci in magazzino, fatturazione, ecc) e la logica base che sta dietro al programma, composta di transazioni.

Posso dire fin da subito che tramite corsi SAP sembra facile. Ci si limita a inserire dati di materiali e merci in ingresso, anche un po’ a cavolo, e le cose scorrono lisce e tranquille come l’olio.
Non è così.
Iniziare a lavorare con SAP
Appena ho iniziato a lavorare con SAP (più di un anno fa), mi sono reso immediatamente conto di tante premesse che mi erano state fatte.
Punto primo: SAP è altamente customizzabile e dunque ogni progetto è quasi un’entità a sé stante.
Che caspita vuol dire? Immaginate un Samsung Galaxy appena uscito, con le impostazioni di base, che funziona benissimo. Solo che a voi quelle impostazioni di base non piacciono e volete, ad esempio, che il cellulare si muti mentre state a lavoro. Dovete quindi andare nelle impostazioni e smanettare finché il cellulare non fa quello che volete.
Bene. Immaginate ora un labirinto impenetrabile di impostazioni per dire al sistema che tizio X di azienda Y deve autorizzare e rilasciare un Ordine d’Acquisto in un determinato momento. Questo è un esempio di customizing SAP.

In un certo senso, questa è la sfida maggiore che offre SAP, la più terrificante e forse anche la più bella. Perché con SAP non si smette mai di imparare.
Non è uno di quei lavori dove ci si limita a fare la stessa cosa all’infinito (parlo per vita vissuta), al contrario è un lavoro dove ogni mese si fa qualcosa di nuovo, c’è una richiesta nuova, qualche errore nuovo, eccetera eccetera.
Ed è anche il motivo per cui ogni implementazione di SAP e ogni progetto sono differenti: nel senso, se alla base c’è un customizing o un enhancement specifico, lo standard che conoscete non funzionerà esattamente come ve lo ricordate. Magari un’entrata merci per cliente z richiederà un passaggio supplementare, magari il processo di produzione merci funzionerà diversamente per cliente y.
Questa è la prima scoperta che ho fatto.
Punto secondo: le competenze linguistiche. Fortunatamente non mi sono mai mancate, anzi proprio sapere molto bene (anche) l’inglese mi ha spinto a voler provare SAP.
Lavorare con SAP significa lavorare spesso con clienti esteri (che pagano bene) o con team esteri. Il che vuol dire essere in grado di scrivere e comunicare almeno in inglese in modo chiaro ed efficace. E non parlo di un inglese generico, ma bisogna essere anche in grado di capirne le varietà (americano, inglese parlato dagli indiani, ecc.).
Non è proprio sempre così, capitano anche progetti con aziende italiane, ma sapere le lingue straniere aiuta immensamente nel lavoro.
Punto terzo: le competenze informatiche di “contorno”. Il motivo per cui si tende ad assumere informatici è che lavorare con SAP non significa solo “limitarsi” a SAP, ma bisogna anche conoscere tante altre tecnologie ED essere disposti ad approfondirle.
Uso quotidianamente Excel, e per Excel non intendo aprirlo e scrivere nelle righe come un quaderno a quadretti, ma saper usare efficacemente formule come CERCA.VERT, filtri, formattazione condizionale, ecc..
Perché questo? Perché SAP immagazzina i dati registrati nelle tabelle ed è in grado di esportare questi dati, tra le opzioni su usa appunto molto Excel.
Ora, supponiamo che un giorno uno o più documenti decidano di andare in errore e non si capisce bene perché. Per risalire al motivo, o trovare un “minimo comun denominatore”, si incroceranno dati e tabelle, usando appunto il CERCA.VERT di cui vi parlavo. E questo è solo un esempio.

Lavorando con il modulo EWM, che ha a che fare con la gestione di magazzino, si rende necessario impostare i famosi codice a barre. Quindi mi è stato necessario capire come funzionassero, come e dove configurarli in rete, e così via.
Punto quarto: le abilità di comunicazione. Lavorare con SAP significa interfacciarsi con altre persone, e non i nonnetti addormentati dei call center che manco ricordano di aver fatto richiesta, ma i capi o i rappresentanti di grosse aziende che vogliono che SAP abbia magazzini moventi, resi dalla produzione, e magari nel mentre ti prepari anche un tramezzino.
Chiedetevi se siete in grado di affrontare una videochiamata con un’armata di capi di un’azienda. Se potete farlo, tutt’a posto.
Punto quinto: le trasferte. SAP è un lavoro che richiede, anche se non sempre, necessità di effettuare trasferte per andare a trovare e conoscere il cliente.
Potrebbe sembrare roba da poco, ma in realtà bisogna considerare bene l’impegno, o il tipo di ruolo che si desidera.
Punto sesto: azienda di consulenza vs cliente finale. Una cosa che non si considera è che spesso sarete assunti, anche più facilmente, dalle aziende di consulenza.
La differenza tra questa e cliente finale è semplice: l’azienda di consulenza ha clienti PER CUI si lavora, mentre il cliente finale è l’unica ditta per cui si lavorerebbe (e spesso non si fa alcuna implementazione, ma ci si limita a eseguire transazioni).
Significa che il contratto lo si stipula con l’azienda di consulenza, i colleghi sono dell’azienda di consulenza, ma ci si interfaccia e a volte quasi si lavora per l’azienda cliente.
Di norma il cliente finale paga di più (perché non c’è l’azienda di consulenza “mediatrice” che trattiene le percentuali), ma il vantaggio delle aziende di consulenza è che, staffando su più clienti, “costringono” a imparare molto bene SAP, e quindi ad aumentare il proprio livello di competenza… e di conseguenza la RAL futura.
Continuare a lavorare con SAP
Quel che più mi appassiona attualmente di SAP, come già detto, è la scoperta continua.
Come già detto, per un bel po’ ho fatto lavori dove più o meno facevo la stessa cosa e non c’era nulla di più deprimente.
SAP mi spinge ad aggiornarmi, a migliorarmi, ad evolvermi, che è quello che ad oggi cerco di fare, e non c’è cosa più bella. SAP non mi fa mai annoiare, e ogni volta che scopro come fare un’implementazione, o come risolvere un errore, ne sono sempre felice e documento tutto a dovere.

Anche perché, questo farsi una “biblioteca personale” implica che sia impossibile “barare” sulla crescita di stipendio e sulla progressione personale… più o meno.
Un consulente, o un analista particolarmente bravo scalerà in fretta scaglioni di RAL, per arrivare dove desidera.
Miti e verità
Si guadagna bene? Assolutamente sì, specie con parecchi anni d’esperienza, ma non aspettatevi di guadagnare eccezionalmente da subito (perché chiaramente siete delle pippe da formare). Gli stipendi fluttuano all’aumentare degli anni d’esperienza e della bravura e del talento del consulente od analista, e sono veramente molto alti.
In ogni caso, per quella che è la triste situazione in Italia, le cose si ribaltano da così a così, iniziando a lavorare con SAP. La ricerca di lavoro smette di essere un problema.
C’è tanta richiesta? Non ne avete idea. Sono passato dall’avere la inbox di LinkedIn vuota a ricevere molto spesso richieste di contatto, opportunità e così via, e mi rendo conto che le aziende non solo fanno a gara, ma faticano a trovare personale. Il turnover è allucinante specie all’aumentare degli anni di esperienza, proprio perché c’è tanta richiesta ed è molto facile incrementare lo stipendio, quindi la tentazione di cambiare azienda per quei 3-4k di RAL in più è dietro l’angolo.
Se SAP si impalla e non riesco a risolvere, che faccio? Smadonni e smanetti. E non da soli, tranquilli, di solito si lavora in coppia o comunque si può chiedere tranquillamente al team. Non è previsto che siate Nostradamus e riusciate a capire tutto di un programma così complicato come SAP, quando ci sono cose nuove generalmente potete sempre chiedere aiuto a qualcuno. La cosa importante è progredire, capire, documentare (ossia: fare file e schermate di qualsiasi cavolo, per cui consiglio molto il software Lightshot) e saper diventare autonomi.
Bisogna saper programmare? Nì, ma sicuramente aiuta. Nel senso che non dovete saper scrivere siti o programmare funzionalità… ma capire come funziona il linguaggio dietro SAP aiuta tantissimo. Anche perché è possibile visualizzare il codice sorgente in qualsiasi momento (chiamasi fare debugging) e a livelli alti è l’unico modo per capire come mai una transazione si incastra e non prosegue. Inoltre è importante saper comunicare con il programmatore ABAP efficacemente (tradotto: se il cliente richiede una funzionalità specifica non inclusa nella base di SAP, bisogna saper dire al programmatore ABAP quali campi far apparire o cosa far avvenire nella transazione custom).
Quindi un po’ di base di SQL e di ABAP male non fanno.
Si lavora da casa? Anche, ma dipende dal progetto e dal tipo di attività che si fa. Per esempio, in alcuni casi si lavora molto sulle implementazioni (customizing) o sull’aiutare gli user di un’azienda (attività di ticketing o anche detta AMS), e lì si lavora tranquillamente in remoto.
Ci sono moduli più facili o più difficili? Sì ci sono, al momento sono più specializzato su MM (Material Management) ed EWM (Extended Warehouse Management) e posso dire che trovo MM molto più facile da gestire.
Inoltre alcuni moduli sono parecchio piccini, quasi di contorno (QM).
Bisogna essere smanettoni? Aiuta tanto e anzi viene vista come una qualità positiva se si lavora con SAP.
A me piaceva molto, da piccolo, ad esempio inserire codici nei videogiochi o cambiarne il codice sorgente solo per vedere che succedeva e i glitch assurdi che ne scaturire fuori (ad esempio a Pokémon Gold con il Gameshark, o anche mi ricordo in un gioco per la PSX di Jurassic Park).
Se siete quel genere di nerd, e soprattutto se avete il pallino per la “curiosità informatica”, ci andate a nozze.
Che corso consiglieresti? Assolutamente il corso presso la GJordan Gauss s.r.l. che mi ha permesso di trovare lavoro: https://gjordan.it/corsi/corso-online-sap-moduli-mm-fi-con-basi-di-customizing-in-collaborazione-con-ase/
Attenzione: vi dovrete impegnare e non significa che troverete “automaticamente” lavoro seguendolo, ma dovrete metterci del vostro e avete un pizzico di fortuna e abilità nello scrivere il CV e nel condurre i colloqui. Inoltre è importante che abbiate un buon inglese e buon Excel SE non siete laureati in Economia o Ingegneria (come me). Almeno questo è quello che ho notato. Insomma, non è che prendono cani e porci solo perché sanno creare un materiale.
Se avete domande o curiosità sono a disposizione 😄