Le mie opinioni su “Immor(t)al” di Francesco Codenotti

La copertina del romanzo "Immor(t)al" di Francesco Codenotti

Rispetto alla dilogia “Le sette vie del drago”, “Immor(t)al” di Francesco Codenotti si presenta fin da subito come una lettura più cupa e cinica, per nulla timorosa di mettere nero su bianco alcuni degli aspetti più deviati dell’umanità. Di personaggi positivi al 100% non ce ne sono proprio e la magia è usata perlopiù per scopi poco nobili, quindi pure la speranza di rifugiarsi nel sense of wonder per allontanarsi dalle brutture della quotidianità svanisce molto in fretta. Ci sono sì dei momenti in cui la bellezza dei luoghi in cui si svolge parte della trama è evidente (vale per tutte le scene che hanno come sfondo la biblioteca di Alessandria, per esempio), ma l’idillio non dura mai abbastanza a lungo da permettere al lettore di scordarsi che il mondo è pieno di egoisti pronti a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi. Non si toccano i livelli di nichilismo tipici del grimdark, ma ci si arriva abbastanza vicini.

Se ho apprezzato la spietatezza di alcuni plot twist, devo ammettere di aver trovato un po’ pesanti i continui riferimenti alla sfera sessuale, presenti anche in alcune sequenze nelle quali non mi sono sembrati così necessari. Aiutano senz’altro a portare avanti l’atmosfera e le tematiche del libro, ma a mio gusto personale ne avrei preferito qualcuno in meno, anche per rendere più significative un paio di scene erotiche davvero ben scritte.

Dal punto di vista stilistico non ho grosse critiche da muovere: la scrittura è fluida, coinvolgente e capace di creare delle scene ben precise nella mente del lettore. Interessante la scelta di usare dei brani musicali per enfatizzare le sensazioni provate dai personaggi nei momenti chiave della storia: è un espediente che in alcune scene ho trovato davvero efficace.

La gestione della trama non mi ha convinto del tutto, perché a tratti l’ho trovata abbastanza confusa e difficile da seguire, anche a causa di un paio di salti temporali repentini. In alcuni momenti mi è capitato di non avere una visione chiara degli obiettivi dei protagonisti, anche se ho il sospetto che in parte l’autore volesse ottenere proprio questo risultato. Purtroppo pure nella sequenza finale alcuni aspetti della narrazione hanno continuato a restare abbastanza criptici e mi sono ritrovato al termine della lettura con qualche perplessità di troppo sullo svolgimento degli eventi. In tal senso, pure la scelta di passare di tanto in tanto dalla terza persona alla prima ha contribuito ad accrescere il senso di smarrimento che ho provato nel corso di certi capitoli.

Interessante la commistione tra gli eventi della trama e i fatti storici realmente accaduti (elemento che avevo già avuto modo di apprezzare in “Le sette vie del drago”), soprattutto perché è ben giustificata dal sistema magico e talvolta offre delle spiegazioni alternative alla domanda “come si arrivò a un risultato simile?”.

Restando un attimo sugli elementi sovrannaturali presenti nella storia, ho apprezzato la gestione dei personaggi dotati di poteri magici o di abilità fuori dal comune, soprattutto per via degli specifici talenti di ognuno di essi, capaci di renderli più o meno adatti a determinati compiti. Pure la costruzione dell’identità dei clan presenti ha saputo regalarmi parecchie soddisfazioni: tra slogan calzanti, approcci diversi alla magia e visioni diverse della società, ciascun gruppo appare credibile e sfaccettato.

Per quanto riguarda il ritmo, ho la sensazione che in alcuni punti la storia sia andata avanti troppo in fretta, il che mi ha reso difficile affezionarmi ad alcuni personaggi o a trovare credibile la nascita di determinati legami. Questo ritmo sostenuto ha in parte danneggiato alcune delle scene drammatiche presenti, che con una costruzione solida alle spalle avrebbero potuto avere un impatto ancora più forte sul lettore. Credo che questo sia uno di quei rari casi in cui il romanzo avrebbe beneficiato di un maggior numero di pagine (di solito è vero il contrario), soprattutto perché l’autore ha messo tantissima carne al fuoco e nessuno si sarebbe lamentato di un piatto leggermente più abbondante!

Potete acquistare Immor(t)al sul sito della casa editrice PAV Edizioni, su Amazon e altri siti specializzati. Inoltre, potete ordinarne una copia presso ogni libreria.

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Autore: Alessandro Bolzani

Mi chiamo Alessandro e, oltre a essere un giornalista, sono l’autore del libro urban fantasy Cronache dei Mondi Connessi – I difensori del parco, edito da PAV Edizioni. Nel 2023 ho vinto il concorso Sogni di Fantasy 2 con il racconto Sylenelle, ladra di sogni. Collaboro anche con la rivista Weirdbreed, per la quale ho realizzato il racconto La carne più buona del mondo, alcuni articoli e delle interviste. Nel mio blog, Pillole di Folklore e Scrittura, parlo di libri, scrittura creativa, mitologia, credenze popolari e, in generale, di tutto ciò che mi appassiona.

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