Quanto si può essere disposti a mentire pur di essere popolari?
Not Okay introduce e affronta uno dei temi più significativi dell’attuale generazione, in cui ci si sente realizzati e amati quanti più si ricevono likes su instagram.
Danni Sanders, la protagonista del film, è una ragazza sola, con una vita vuota e monotona, senza amici e senza un lavoro che la soddisfi. Il suo sogno è quello di diventare una scrittrice e, pur lavorando per una rivista online di New York, si occupa di editing di fotografie.
Stanca di passare sempre in secondo piano e di non essere notata da nessuno, Danni dice una grande bugia: parteciperà ad un evento per scrittori a Parigi. Per essere il più veritiera possibile, comincia a modificare foto e a postarle sui social. Sembra avere abbastanza successo, molte persone iniziano a seguirla per vederne i contenuti.
Un paio di giorni dopo, al telegiornale, appare una notizia inaspettata: Parigi è stata colpita da numerosi attacchi terroristici. Danni è quindi costretta a raccontare bugie su bugie, finge di essere una sopravvissuta e di essere tornata con un volo d’emergenza. Comincia ad essere notata, intervistata, il numero dei follower sui social cresce ancora e ancora. Per mantenere la notorietà raggiunta e tanto desiderata, trasforma la sua vita in una menzogna.

Quanto si può essere disposti a mentire pur di essere popolari?
Quel che più mi colpisce è che questo film, pur con una storia un tantino esagerata, affronta una realtà ad oggi molto diffusa, soprattutto tra i ragazzi. Ragazzi che sono disposti anche ad affrontare prove di coraggio, in cui rischiano la vita, solo per ricevere visualizzazioni.
Con un’amara ironia, Not Okay si fa beffa del mondo di apparenze che spesso si crea per essere postato sui social, dove tutto ciò che si fa è bello, dal drink che si sta bevendo, al luogo che si sta visitando ecc., e del costante bisogno di essere approvati su Instagram, dove chi non reagisce con un cuoricino diventa magicamente geloso di quel che fanno gli altri.