Con Vita Graffiata, Laura Lo Cascio affronta una delle tematiche più dolorose e urgenti del nostro tempo: la violenza di genere e domestica.
Attraverso una narrazione che intreccia autobiografia e denuncia, il romanzo racconta la storia di due amiche d’infanzia, Roberta e Laura, le cui vite si incontrano nuovamente dopo anni di distanza. Questo incontro porta alla luce ferite profonde e storie di resilienza. Con crudo realismo, ma anche con una sensibilità disarmante, l’autrice invita a riflettere sulla forza delle connessioni umane, sulla resilienza e sull’importanza della consapevolezza.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Laura Lo Cascio per scoprire di più su questo toccante romanzo e sulla missione che l’ha guidata nella scrittura.
1. Qual è stata la scintilla che ti ha portata a scrivere Vita Graffiata?
In realtà, ce ne sono state più di una. La più determinante è stato il desiderio della mia amica di denunciare al mondo le ingiustizie e la violenza che ha subito. Portare una testimonianza del genere agli occhi della gente credo possa servire a sensibilizzare e magari a notare che ancora troppe donne subiscono abusi e oppressioni all’interno della famiglia. Questo potrebbe aiutarci a trovare insieme un modo per sostenerle.
Un altro motivo importante è stata la morte di una ragazza, Giulia Donato, il primo femminicidio del 2023. Aveva solo 23 anni. Il suo ex l’ha uccisa perché non accettava di essere stato lasciato, togliendosi poi la vita. Giulia era la figlia di un’amica comune, del nostro paese. Questo tragico evento mi ha dato una forte spinta.
2. Il parallelismo tra le vite di Laura e Roberta è centrale nel libro. Cosa hai voluto comunicare con questo confronto?
Volevo spiegare nel modo più chiaro possibile la differenza tra una vita “normale” e una vissuta nel dolore, nei soprusi e nella violenza. Questo per eliminare ogni dubbio su cosa significhi realmente soffrire. L’ho fatto mostrando la crescita delle due ragazze, tappa dopo tappa, mettendo in parallelo le loro esperienze di vita.
3. La narrazione affronta tematiche estremamente dure, come gli abusi e la violenza domestica. Qual è stata la parte più difficile da scrivere?
Mi ci è voluto un anno e mezzo per completare il libro. Non c’è stata una parte davvero semplice. Condividere i suoi racconti, i momenti vissuti all’inferno, è stato duro. Ho pianto mentre scrivevo. Nessun essere umano dovrebbe mai vivere ciò che lei ha passato. Il mio obiettivo era raccontare tutto con tatto e delicatezza, anche gli attimi più bui, per esaltare la figura di un’innocente che si trova, senza colpe, a vivere un olocausto.
Senza dubbio, i momenti di abuso e violenza pura sono stati i più difficili da descrivere. Anche rievocare le emozioni della mia vita non è stato semplice.
4. La resilienza e il destino sono temi chiave del romanzo. Qual è la tua personale visione su questi concetti?
Credo che esista una sorta di traccia, un percorso da attraversare nella vita, ma gli incontri e gli eventi sono casuali. Nessuno può scegliere dove, come, quando e in che famiglia nascere. Gli eventi che accadono durante il cammino ci segnano e ci portano a fare scelte spesso condizionate dalle circostanze.
Non so se la fortuna esista davvero o se sia una conseguenza di eventi e scelte che seguono direzioni diverse. Non mi sento una filosofa, ma penso che tutto sia una concatenazione di eventi. La resilienza, invece, è la capacità di affrontare i traumi e riorganizzare la propria vita di fronte alle difficoltà. Le protagoniste del mio romanzo ne sono un esempio puro.
5. Vita Graffiata non è solo un libro, ma anche una denuncia. Cosa speri di ottenere raccontando questa storia?
Sono felice che tu mi abbia fatto questa domanda! Questo libro è nato come denuncia contro la violenza domestica e di genere, ma anche per aiutare chi ne è vittima. Abbiamo creato un progetto: presentare il libro in tutte le città d’Italia, collaborando con i centri antiviolenza. Parte dei proventi delle vendite sarà donata a loro, che sono in prima linea nell’aiutare le donne in difficoltà.
Sono solo una scrittrice esordiente, ma sto incontrando tante persone che vogliono dare una mano. Sto ricevendo una risposta positiva dal pubblico, che ringrazio a nome della mia amica, delle vittime e delle ragazze che non ci sono più.
Purtroppo, come dico nel libro:
“Il mostro non dorme sotto il letto, il mostro può dormire accanto a te.”
Per l’acquisto o se siete curiosi: