Fiore per eccellenza nella cultura occidentale, la rosa ha assunto dei significati diversi nel corso dei secoli e ha sempre avuto un ruolo di rilievo nel folklore.
La sua breve durata l’ha resa il simbolo dell’impermanenza della vita, citato in innumerevoli poesie. Inoltre, nell’antichità era un fiore funerario posato sulle tombe di chi era morto prematuramente.
La sua particolare struttura concentrica ha ispirato anche un altro significato: quello della ruota, simbolo del tempo che scorre. Non a caso il nome corretto dei rosoni delle chiese medievali è rota. Al loro centro può esserci l’immagine del Cristo Pantocràtore, l’Agnello di Dio, la Madonna con le braccia allargate o la Vergine che siede sul trono e regge tra le braccia il Bambino, tutti simboli dell’Uno da cui hanno origine lo spazio e il tempo.
La rosa, che nasconde con i petali la sua parte più intima, è stata anche associata ai segreti e a chi li custodisce. Si possono trovare rappresentazioni del fiore nei confessionali e nelle sale in cui si svolgono gli affari di Stato, luoghi nei quali sono divulgate informazioni riservate. Nelle locande si appendeva una rosa al soffitto o si avvolgeva attorno ai boccali una ghirlanda di roselline proprio per ricordare agli avventori di custodire i segreti appresi tra quelle mura.
Nella mitologia greca, la rosa era uno dei simboli di Afrodite, dea della bellezza, dell’amore e della generazione. Pare che quando la divinità emerse dalle acque cavalcando una conchiglia, dalla spuma spuntò anche un ceppo spinoso sul quale gli dei versarono del nettare, facendo fiore delle rose bianche.
Un giorno, mentre Afrodite soccorreva Adone, ferito a morte da un cinghiale mandato da Ares, le si conficcò la spina di una rosa nel piede e il suo sangue tinse il fiore di rosso.
Nel linguaggio dei fiori, la rosa bianca rappresenta il silenzio e la segretezza, ma anche il candore e l’innocenza. La variante canina, invece, simboleggia l’indipedenza e la poesia. Quella a fiore variegato indica l’amore tradito; la borracina, la bellezza capricciosa; la cappuccina, lo splendore; la cannella, la maturità precoce. La rosa del Bengala rappresenta la compostezza dell’anima, quella della Cina la riconciliazione o, nella variante a fiore rosso doppio, il dispetto. La rosa di Banks si dona a chi è bello sia quando sorride che quando piange, mentre quella gialla denuncia l’infedeltà e la vergogna e con quella muschiata si accusa qualcuno di essere tanto bello quanto capriccioso. La rosa tea simboleggia la gentilezza della persona che si ama, la muschiata ricorda che la bellezza non è eterna e la multiflora augura fecondità.