Nel mondo della narrativa interattiva, il “filler” è un elemento delicato. Può offrire una pausa gradita nell’intreccio principale o, al contrario, rallentare il ritmo e spezzare l’immersione del giocatore. Nella serie Phoenix Wright: Ace Attorney, i terzi casi dei giochi sono diventati famosi per una sorta di “maledizione”: spesso percepiti come filler meno riusciti, rischiano di affaticare l’esperienza narrativa. Questo articolo analizza due esempi emblematici: Turnabout Big Top di Justice for All e Recipe for Turnabout di Trials and Tribulations. Due approcci diversi alla gestione del filler, con esiti radicalmente opposti.
Turnabout Big Top: quando il filler diventa zavorra
Turnabout Big Top è spesso considerato uno dei casi più deboli della saga. Ambientato nel mondo del circo, introduce personaggi peculiari come Moe il pagliaccio, Ben e il suo pupazzo Trillo, e Regina, la giovane domatrice di animali. Già da queste premesse emergono le principali criticità del caso.
Innanzitutto, i personaggi secondari risultano poco riusciti. Moe si distingue per battute forzate e ripetitive, che mirano a stemperare la tensione ma finiscono per appesantire i dialoghi. Ben e Trillo, con la loro dinamica inquietante, aggiungono un ulteriore strato di disagio, specialmente considerando l’infatuazione discutibile verso Regina, la cui giovane età è un elemento scomodo nella narrazione. Questi personaggi non solo risultano poco interessanti, ma sottraggono spazio a sviluppi narrativi più significativi.
La struttura del caso è un altro punto critico. La dinamica dell’omicidio è basata su un espediente poco credibile: l’uso del busto di Max come elemento per confondere la scena del crimine. Questo dettaglio appare forzato e poco convincente, rendendo difficile per il giocatore immedesimarsi e accettare la logica degli eventi.
Inoltre, le lunghe sessioni in tribunale sono caratterizzate da testimonianze che si trascinano senza offrire rivelazioni sostanziali. Moe, in particolare, cambia versione più volte, ma ogni variazione aggiunge poco alla comprensione del caso. Questo genera una sensazione di stallo narrativo che mina l’interesse del giocatore.
Infine, il caso si distingue per la mancanza di contributi significativi alla trama principale. Non ci sono elementi che arricchiscano l’arco narrativo di Phoenix o che introducano tematiche di rilievo. Il caso appare quindi isolato, privo di quel legame emotivo o narrativo che potrebbe giustificarne la presenza all’interno del gioco.
Recipe for Turnabout: il filler che costruisce la tensione
Al contrario, Recipe for Turnabout rappresenta un esempio virtuoso di come un filler possa contribuire alla narrazione principale. Sebbene sia anch’esso un terzo caso, la sua gestione dei personaggi e della trama offre spunti interessanti che arricchiscono l’esperienza di gioco.
Il caso si apre con una premessa intrigante: un impostore si spaccia per Phoenix Wright e perde clamorosamente una causa contro Winston Payne. Questo elemento non solo cattura l’attenzione del giocatore, ma introduce un senso di urgenza e mistero che mantiene alto l’interesse.
La costruzione dei personaggi è uno dei punti di forza. Godot, l’enigmatico procuratore, riceve ulteriori sviluppi: emergono dettagli sulla sua avversione per Phoenix e il suo problema nel percepire il colore rosso, un simbolismo che tornerà con forza nel finale del gioco. Questi elementi non solo arricchiscono il personaggio, ma gettano le basi per il confronto emotivo e narrativo che culminerà nella risoluzione del gioco.
Anche i personaggi secondari si distinguono per originalità e coerenza narrativa. Furio Tigre, con la sua personalità minacciosa e carismatica, e la famiglia dei Cadaverini aggiungono profondità e tensione. Ogni personaggio ha un ruolo chiaro e contribuisce in modo significativo all’evoluzione del caso.
Dal punto di vista della trama, il doppio delitto è costruito con logica e attenzione. Il gioco di tavoli, specchi e testimonianze è complesso ma ben bilanciato, rendendo la risoluzione del caso una sfida stimolante ma equa. La coerenza interna degli eventi aiuta il giocatore a mantenere il filo logico, evitando frustrazione e confusione.
Inoltre, Recipe for Turnabout riesce a giustificare la sua esistenza nella macro-narrazione del gioco. Nonostante sia un caso “secondario”, introduce tensioni e tematiche che troveranno compimento nel confronto finale. In questo modo, il filler diventa un tassello fondamentale del mosaico narrativo.
Il peso del contesto nella gestione dei filler
La differenza tra i due casi non risiede solo nella qualità della scrittura, ma anche nel modo in cui si inseriscono nel contesto più ampio della storia. Turnabout Big Top appare come un’interruzione forzata e poco coerente, mentre Recipe for Turnabout funziona come una preparazione sotterranea agli eventi futuri. Questo mostra quanto sia cruciale, nella scrittura di un filler, mantenere il legame con la trama principale e assicurarsi che ogni elemento narrativo abbia uno scopo chiaro.
Inoltre, l’efficacia di un filler dipende dalla sua capacità di introdurre personaggi interessanti e dinamiche avvincenti. La caratterizzazione è fondamentale: personaggi memorabili possono riscattare anche le trame più semplici, mentre personaggi piatti e poco convincenti rischiano di rendere pesante anche la storia più originale.
Un altro elemento chiave è la coerenza logica del caso. Un enigma ben costruito, che sfida il giocatore senza frustrarlo, può trasformare un filler in un momento memorabile. Al contrario, una trama confusa o forzata rischia di compromettere l’intera esperienza.

