Benvenuti a un nuovo episodio di Pillole di Folklore e Scrittura, il blog in cui esploriamo le connessioni tra narrativa, folklore e mistero. Oggi ci addentriamo in un territorio particolare: il weird, quel genere che mescola il perturbante con il surreale, il familiare con l’inspiegabile. E lo facciamo con una scrittrice che di storie strane se ne intende: Barbara Bottalico.
Barbara ha scritto quattro racconti weird, ciascuno con una lunghezza di circa 100.000 battute, in cui le vite dei protagonisti si intrecciano con il bizzarro, il sovrannaturale e l’inspiegabile. Dai viaggi impossibili di Il trillo del diavolo alla misteriosa cabina telefonica di Cabina telefonica, fino al libro che cambia con chi lo legge in MacGuffin e alle vite spiate dal demone Belial in (Un)Holy Trinity, questi racconti promettono di affascinare e inquietare.
Oggi le faremo qualche domanda per scoprire i segreti dietro la loro creazione.
I tuoi racconti weird sembrano tutti avere un elemento in comune: connessioni nascoste tra personaggi apparentemente lontani. Cosa ti affascina di questa struttura narrativa?
La libertà.
Il Weird mi offre la possibilità di esplorare il più possibile, di prendere personaggi da un contesto normale, come ad esempio due musicisti, e metterli in un contesto del tutto diverso.
In posti che sembrano normali, ma non lo sono, sospesi fra sogno e realtà. O tra due realtà diverse, che magari si incrociano per caso.
(Un)Holy Trinity mescola realtà e soprannaturale con un demone che osserva tre vite diverse. C’è stata un’ispirazione specifica dietro questa storia?
In realtà l’ispirazione è stata banalissima 😅
Stavo guardando su Tiktok quei classici video dei soldati americani che tornano e fanno una sorpresa ai figli.
Tipo quando si fanno “consegnare” in un pacco regalo.
Da lì mi è nata l’idea, esplorata poi in un dialogo con un amico.
“E se un pezzo della mia anima fosse una bambina che aspetta il ritorno del padre soldato?”
In Il trillo del diavolo, il viaggio in macchina si trasforma in un’esperienza surreale e inquietante. Perché hai scelto la musica e il violino come elemento centrale del racconto?
Perché è uno strumento che mi ha sempre affascinato, anche per via delle leggende.
Il trillo del diavolo di Tartini, la leggenda del sogno… E un po’ troppi Dylan Dog letti 🤣
Il concetto alla base di MacGuffin è particolarmente intrigante: un libro che cambia a seconda di chi lo legge. Se esistesse davvero, quale libro ti piacerebbe trovarti tra le mani?
Pirati!
Assolutamente pirati ❤️
Cabine telefoniche misteriose, libri che mutano, strade che portano altrove: quanto conta per te l’elemento dell’oggetto simbolico nelle tue storie?
Molto.
La strada, per esempio, viene spesso usata come simbolo o metafora.
“Trovare la propria strada” “andare per la propria strada”. Mi piace l’idea di prendere simboli e farli diventare reali.
Quindi una strada diventa letteralmente una strada per l’altrove.
Tutti i tuoi racconti sembrano suggerire che il confine tra normale e paranormale sia molto più sottile di quanto pensiamo. Credi che nella realtà ci siano più misteri di quanto immaginiamo?
Lo spero, più che altro.
Credo che il mondo “non finisca qui”. Non sia ciò che possiamo vedere e toccare.
Penso ci sia altro, un oltre, con un confine labile: un velo appunto, che ci separa da ciò che non possiamo vedere. Ma è solo un velo. Un velo sottile.
Se queste storie hanno stuzzicato la vostra curiosità, potete trovarle su Amazon, disponibili anche su Kindle Unlimited:
📖 MacGuffin (Innsmouth Vol. 181) – Leggilo qui
🎻 Il trillo del diavolo – Leggilo qui
👁 (Un)Holy Trinity – Leggilo qui
☎ Cabina telefonica (Innsmouth Vol. 188) – Leggilo qui
Se siete abbonati a Kindle Unlimited, potete leggerli gratis! Buona lettura e, come sempre, attenti ai dettagli… potrebbero nascondere più di quanto sembri. 😉