Turnabout Succession di Apollo Justice – Uno studio dei finali insoddisfacenti e come evitarli

C’è qualcosa di peggio di un gioco brutto? Sì: un gioco che parte bene, promette il mondo e poi si spegne come una candela in un acquazzone. Benvenuti nel mondo di Apollo Justice: Ace Attorney, capitolo che avrebbe dovuto inaugurare una nuova era, ma che finisce per perdersi come un testimone chiave nel buio di un’interrogazione mal gestita.

L’inizio promettente: misteri, atmosfera e falsari

“Turnabout Succession” inizia in modo avvincente. C’è una tensione palpabile nella visita allo studio dei falsari, una musica disturbante accompagna Spark Brushel e la sua inquietante aura da giornalista d’assalto.

Il giocatore percepisce che qualcosa non torna, che c’è una verità nascosta, un gioco di specchi tra Phoenix Wright e il nuovo protagonista, Apollo Justice. E poi… puff. Vera viene avvelenata. La trama fa un salto carpiato e atterra fuori dal tappeto.

Il Mason System: quando l’espediente narrativo supera la narrativa

Ci ritroviamo catapultati nel cosiddetto “Mason System”, un bizzarro costrutto narrativo che sembra preso in prestito da un JRPG: una realtà virtuale-non spiegata dove Phoenix esplora salti temporali per raccogliere testimonianze.

Il problema non è solo la meccanica non giustificata, è il modo in cui ruba al giocatore il piacere della scoperta. Tutte le rivelazioni succose, tutto il mistero costruito, viene gettato addosso con la sottigliezza di un’estintore in faccia.

In poche parole: l’indagine rivela troppo su tutti i retroscena, lasciando praticamente niente alla parte successiva, il finale.

Il processo finale: quando lo scontro è più che altro una chiacchierata tra amici

E così arriviamo al clou. O meglio, a ciò che dovrebbe esserlo. Apollo, che fino ad allora sembrava il protagonista solo sulla copertina, diventa un passacarte per Phoenix. Il processo non è altro che la lettura delle prove raccolte precedentemente.

Il sistema dei giurati viene introdotto, pompato e… mai più riutilizzato. Kristoph Gavin, il villain centrale, non ottiene un vero scontro finale, nessuna esplosione emotiva, nessuna caduta psicologica memorabile. Solo una lenta, burocratica, estenuante deposizione.

Finale insoddisfacente: perché accade e come evitarlo

Finali come questo nascono da una scrittura che perde la bussola. Si punta tutto sul mistero e si dimentica che è la risoluzione a lasciare il segno. La narrativa non è solo una questione di colpi di scena: serve costruzione, payoff, evoluzione dei personaggi.

Un finale debole accade quando:

  • Il climax narrativo viene spostato fuori dallo scontro centrale.
  • I protagonisti diventano spettatori nella loro stessa storia.
  • I villain non hanno un confronto diretto, psicologico o fisico, degno del loro ruolo.
  • Gli elementi introdotti (come il sistema dei giurati) non portano a nulla e rimangono orpelli estetici.

Come riscrivere il finale di Apollo Justice: appunti di un fan deluso

  1. Sposta il flashback prima del finale: Turnabout Succession diventa il quinto caso. Il quarto caso è con Phoenix che perde il distintivo. Diamo subito contesto e pathos. Il giocatore capisce perché siamo qui e cosa c’è in gioco.
  2. Crea un’indagine vera nel presente: Il caso di Vera come base, ma espandilo. Introduci personaggi vecchi e nuovi (una Lana Skye, per esempio, a capo delle indagini forensi, che si scontra con Klavier in aula – come brillantemente mostrato nella fanfiction Lana Skye’s Parole).
  3. Fai crescere Apollo: Non lasciarlo fare da megafono. Dagli dubbi, motivazioni, momenti di decisione (anziché passati). Fagli incastrare Kristoph con un tecnicalismo brillante, sfruttando le sue debolezze psicologiche.
  4. Costruisci lo scontro finale: Klavier, tormentato tra giustizia e legame fraterno, si ribella al fratello. Insieme ad Apollo, smascherano Kristoph in aula. Non solo prove, ma tensione, parole taglienti, rivelazioni distruttive. Phoenix osserva e lascia che Apollo concluda. Questo avrebbe permesso anche a Kristoph di essere un villain migliore.
  5. Dai un epilogo degno: Mostra le conseguenze. Il sistema dei giurati che inizia a essere adottato. Apollo riconosciuto. Phoenix che guarda avanti, finalmente pronto a lasciare andare.

Apollo Justice voleva essere un passaggio di testimone. Ma il testimone, semplicemente, è caduto. Il gioco dimentica che ciò che rende memorabile una storia non è solo l’inizio brillante, ma il modo in cui tutto si chiude.

Ai futuri scrittori di finali: ricordatevi di onorare la tensione che costruite. E se introducete un sistema futuristico di realtà virtuale, almeno abbiate la decenza di spiegarlo. O di non farlo mai più.

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Autore: Gabriele Glinni

Esperto di informatica, amante della scrittura creativa. Autore di Ascend-ent e Descend-ent. Sostenitore dell'arte della composizione di messaggi efficaci ed eloquenti.

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