Chiunque abbia visto Yu-Gi-Oh! da bambino ricorda con affetto le carte brillanti, i duelli epici e… la totale assenza di pistole, sangue, morte, o strangolamenti in diretta. Ma basta aprire un volume del manga originale di Kazuki Takahashi per capire subito che qualcosa non torna. O meglio: qualcosa è stato censurato, addolcito, sminuzzato, bollito e servito con contorno di “amicizia è magia”.
Benvenuti nel meraviglioso mondo della censura televisiva, dove un tizio con una corda al collo diventa solo “molto arrabbiato”, dove le pistole diventano indici minacciosi, e dove un Faraone millenario passa dall’essere un sadico giustiziere psichico a un simpatico life coach egizio.
Nell’articolo a seguire, uno studio di come la rivisitazione della censura possa stravolgere fino alle radici i vibes di un prodotto in origine completamente diverso.
Quando Kaiba è finito in coma, ma la TV ha detto “ha imparato la lezione”
Nel manga originale di Yu-Gi-Oh!, Seto Kaiba è uno dei primi a scoprire che sfidare Yami Yugi non è esattamente come perdere a briscola. Dopo aver barato in un duello, il Faraone gli rifila un Penalty Game così devastante da distruggere la sua mente e mandarlo in coma.
Nell’anime? Kaiba viene sconfitto, ci resta male e torna a progettare tornei mortali per bambini con problemi di gestione della rabbia.
Le armi? Sparite. E sostituite con… le dita
Una delle censure più famose — e francamente ridicole — riguarda le armi da fuoco. In numerose scene, personaggi armati fino ai denti nel manga si trasformano in inquietanti tizi che indicano minacciosamente. Così evidente che è impossibile che passi inosservato.
Immaginate essere minacciati da qualcuno che vi indica con rabbia.
La tensione cala a picco.
L’ancora della morte e la pillola avvelenata: la versione hardcore del duello del molo
Uno dei duelli più intensi della saga è quello tra Joey e Yugi, posseduto da Marik, al Domino Pier. Nell’anime, c’è un’ancora collegata ai punti vita. Quando uno dei due finisce a zero, l’ancora cade in mare. Suspense, certo, ma niente di eccessivamente grafico.
Nel manga? C’è anche Téa — posseduta e con una pillola di veleno tra i denti. Marik minaccia Yugi: o duelli, o lei muore. Così, tanto per alzare la posta.
PaniK: dal lanciafiamme al cappio mortale
Nell’anime, PaniK, uno degli Eliminatori di Pegasus, si fa notare per un’arena con lanciafiamme che altro non fa che “scaldare” l’area circostante (già parecchio borderline). Ma nel manga, la cosa degenera: ha un cappio nascosto nel guanto, pronto a strangolare Yugi in caso di sconfitta.
Ci prova, perde, e il Faraone gli rifila un Penalty Game che gli fa vivere l’esperienza di essere impiccato. Il tutto mentre i bambini a casa mangiano cereali davanti alla TV, ignari del vero inferno cartaceo da cui tutto proviene.
Bandit Keith: Sparare o non sparare? Questo è il problema
Nel cartone, dopo la sconfitta con Joey, Bandit Keith si arrabbia, minaccia Pegasus (con il suo dito, ovviamente), e finisce in una botola stile James Bond. Fine.
Nel manga? Tira fuori una pistola vera e Pegasus — che qui di simpatico ha solo il nome — lo induce a spararsi in testa con il Millennium Eye. Così, come se fosse un martedì qualsiasi nel mondo del Faraone sadico.
Bonz: spiriti imprigionati? No, cadaveri sbiancati
Yami Bakura non scherza. Nell’anime, manda Bonz e i suoi amici nel Regno delle Ombre. Cosa significhi realmente il “Regno delle Ombre” non lo sapremo mai, ma suona abbastanza PG-13.
Nel manga? Bakura gli succhia l’anima con l’Anello del Millennio, lasciando il corpo vuoto, con occhi bianchi e spirito evaporato.
Pegasus: il villain pop che diventa un cadavere mutilato
Maximillion Pegasus è uno dei villain più iconici della serie. Nell’anime, perde contro Yugi, gli viene tolto l’Occhio del Millennio e viene lasciato vivo, pronto a riapparire in mille spin-off e film.
Nel manga, Bakura lo uccide strappandogli l’occhio dalla testa. E no, non si limita a farlo fuori scena. Lo vediamo leccare il sangue dall’artefatto.
Quando tuo nonno viene intrappolato… in una VH
Infine, parliamo di Sugoroku, il nonno di Yugi. Nell’anime, la sua anima viene intrappolata in una carta. Nel manga? In una VHS maledetta. Yugi può vederlo solo tramite la telecamera. Tipo horror giapponese degli anni ’90.
Quindi sì, Yu-Gi-Oh! nel manga è a metà strada tra Hellraiser, Saw e Shining. Ma con le carte da gioco.
Guardare l’anime di Yu-Gi-Oh! è come andare sulle montagne russe della fiera di paese: un po’ di adrenalina, qualche curva, ma tutto sommato tranquillo.
Leggere il manga, invece, è come infilarsi su un ottovolante rotto gestito da uno spirito vendicativo dell’antico Egitto.
La censura occidentale ha trasformato un’opera brutale, cupa e per certi versi disturbante in un prodotto per famiglie con morale annessa. Il che è anche comprensibile, dato il target televisivo. Ma bisogna dirlo: così facendo, ha completamente snaturato i vibes dell’opera originale.
Quindi la prossima volta che vi capita di vedere Yami Yugi dare una ramanzina al cattivo di turno… ricordate: nel manga, probabilmente gli ha appena fritto il cervello.



Ricordo perfettamente che quando presi per la prima volta un volume del manga di Yu-Gi-Oh! notai subito la differenza con l’anime in termini di contenuti espliciti ahahah Preferisco la versione originale proprio perché è molto più folle e ricca di scene tanto cupe quanto memorabili.
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Assolutamente, anche i disegni stessi avevano un altro feeling!
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avranno censurato le cose più cruente
ma io ancora mi ricordo in non so quale serie che se perdevano punti succedeva che i collari li folgoravano al pari dei danni subiti; se questo nn è traumatico…
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