Rivali contraltari, non rivali idioti – il caso di Sonic e Shadow

C’è una piaga che affligge le storie di rivalità: si chiama “odio sterile”. Avete presente quei personaggi che si urlano addosso, si insultano con frasi prese da una telenovela degli anni ‘90 e sembrano più impegnati a farsi le pulci che a far avanzare la trama? Ecco. Oggi vogliamo parlare di come evitare quella trappola quando si scrivono rivali contraltari, prendendo a modello una delle coppie più iconiche (narrativamente parlando): Sonic e Shadow.

Perché sì, c’è una differenza abissale tra “essere rivali” e “odiarsi per sport”. E una buona rivalità, ben scritta, può elevare una storia da “meh” a “meravigliosa” (vedi scrittura di Shadow in Sonic Boom vs scrittura di Shadow in Sonic 06). Quindi parliamone.

Il principio base: rispetto. Punto.

Se vuoi scrivere due personaggi rivali che funzionano, devono rispettarsi, anche se non se lo dicono mai. Anzi, soprattutto se non se lo dicono mai.

Sonic e Shadow non si fanno complimenti. Non si abbracciano (tranne in Sonic Prime). Non si taggano nelle storie su Instagram. Ma Sonic sa perfettamente che Shadow è un tipo tosto, capace quanto lui, e Shadow—dietro il cipiglio da Batman in lutto—sa benissimo che Sonic non è solo un pagliaccio ipercinetico. Quando arriva il momento della crisi, non esitano a cooperare, anche se lo fanno con la grazia di due gatti chiusi nello stesso trasportino.

Scrivilo bene:

I due si lanciano uno sguardo. Nessuna parola. Entrambi sanno cosa fare. Non c’è bisogno di discutere il piano: ognuno sa che l’altro terrà la linea. Diversi? Sì. Complementari? Assolutamente.

Scrivilo male:

“Prima o poi ti sconfiggerò, Sonic!” – Shadow, probabilmente.

Ideologie divergenti, obiettivi comuni

Una rivalità degna di questo nome nasce non dal conflitto di personalità, ma dallo scontro tra visioni del mondo.

Sonic e Shadow non litigano su chi è più forte. Quando è scritto bene, sono solo in competizione per il gusto di competere. Invece, litigano su come affrontare le crisi. Sonic corre per salvare. Shadow agisce per prevenire. Sonic crede nella libertà, Shadow nell’ordine. Ma attenzione: entrambi vogliono salvare il mondo.

Vedi la saga in cui Eggman, in IDW, perde la memoria e Shadow intende neutralizzarlo perché potrebbe tornare come minaccia, invece Sonic crede che Eggman possa forse cambiare. Entrambi i modi di pensare e agire sono relativamente corretti, ma due lati della stessa medaglia.

Questa è la chiave: i loro scontri non sono su “cosa fare”, ma su “come farlo”.

Scrivilo bene:

“Non possiamo semplicemente sperare che tutto vada bene,” disse Shadow.
“E non possiamo controllare tutto per evitare ogni errore,” ribatté Sonic.
“Forse, ma se non facciamo nulla, qualcuno pagherà il prezzo.”
“Allora facciamolo. Ma alla mia maniera.”

Scrivilo male:

“Io sono meglio di te!”
“No, IO sono meglio di te!”
(Perfetto se stai scrivendo Dragon Ball Z: l’asilo, ma in narrativa moderna… magari anche no.)

L’uno esiste perché esiste l’altro

Il segreto della chimica tra Sonic e Shadow è che l’uno dà senso all’altro. Sonic senza Shadow sarebbe solo il protagonista solare. Shadow senza Sonic sarebbe un tizio imbronciato nero e rosso.

Sono specchi opposti: uno mostra all’altro cosa potrebbe diventare in altre circostanze. L’uno mostra all’altro un altro sistema, un possibile altro modo di agire.

  • Sonic vede in Shadow la responsabilità, la durezza, il prezzo dell’esperienza.
  • Shadow vede in Sonic la speranza, la spontaneità, l’impulso del cambiamento.

L’incontro tra i due non è uno scontro tra “buono e cattivo”, ma tra due vie morali per raggiungere lo stesso fine.

Cosa evitare come la peste bubbonica

Ecco una lista non esaustiva di ciò che dovresti bruciare nel fuoco narrativo dell’oblio se stai scrivendo una rivalità:

  • Frasi cliché come “non sei degno di me” o “prima o poi ti batterò”. Siamo nel 2025. Per fortuna, anche se Shadow era su tale direzione, è stato corretto.
  • Rivalità da “chi ce l’ha più lungo”. A meno che non sia una satira, no grazie.
  • Rancori personali forzati. Litigano perché uno ha vinto una gara di corsa? Naaah.
  • Odiano tutto l’uno dell’altro. Ma allora perché sono ancora nella stessa trama?
  • Risoluzioni istantanee tipo “alla fine diventano migliori amici”. Questa è la parte più interessante probabilmente. Una buona rivalità non finisce: evolve, cambia forma, ma resta viva. Sonic e Shadow possono essere in termini migliori, ma resta sempre, di base, un’incompatibilità nella visione dei modi di fare.

La rivalità funziona quando i due personaggi si migliorano a vicenda anche scontrandosi. Sonic e Shadow: esempio perfetto di come si può costruire una tensione narrativa duratura, intelligente, che tiene il lettore incollato non perché “chi vince”, ma perché “chi ha ragione”.

E alla fine, il segreto è tutto qui: non farli odiare, ma farli discutere come se il mondo dipendesse da quell’argomento. Perché spesso, in narrativa, è proprio così.

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Autore: Gabriele Glinni

Esperto di informatica, amante della scrittura creativa. Autore di Ascend-ent e Descend-ent. Sostenitore dell'arte della composizione di messaggi efficaci ed eloquenti.

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