Il terzo caso di Fighting For Truth, intitolato “Incubo Psicologico”, è probabilmente il più intimo, crudo e personale dell’intera saga finora. Un processo che, sotto l’apparente follia narrativa, ci porta dritti nel cuore delle cicatrici lasciate dal bullismo, dall’abuso domestico e dall’emarginazione sociale.
Si tratta di un caso che scrissi come vittima di queste circostanze, quindi ce l’avevo fresco di sfogo. Lo dico chiaramente: al liceo sono stato vittima non solo di bullismo, ma anche di molestie, e questo fu il mio modo per sfogarmi. Inizialmente l’idea era un caso riguardante l’impiccamento di una o più persone in una foresta (stile Aokigahara), poi ho voluto inventarmi qualcosa di molto più complesso, intricato e, allo stesso tempo, irrisolvibile.
Catapulte che sparano corpi in punti strategici del quartiere. Yep.
Un’altra cosa, in questo caso iniziano a svilupparsi molti dei rapporti che poi saranno fondamentali nella serie, quindi dividerò il riassunto tra caso e tali rapporti.
Riassunto esteso del caso
Il caso inizia con Wolf e Lilith che, nel bel mezzo di una passeggiata, iniziano a trovare cadaveri in giro sparsi per il quartiere, tra cui addirittura uno all’interno dello studio di Wolf (con tanto di finestra sfondata). Le vittime sono un bullo, un professore e il preside scolastico.
Viene immediatamente sospettato Mihael Chamilion, un adolescente goffo, pacato e sarcastico, accusato insieme al pasticciere Daniel Pieweet. Infatti, ben presto dalle indagini dell’accusa, capitanate sia da Salinne che da una new entry, il detective numero uno del commissariato con l’ossessione per il destino e per il testa o croce, Raye Doom, emerge che le vittime sono state legate a delle catapulte ipertecnologiche, piazzate in punti specifici.
Sono state poi sparate proprio da Mihael, che è stato visto aggirarsi furtivamente per il quartiere, e da Daniel, che custodiva una catapulta nel magazzino della sua pasticceria.
Mihael non ricorda il delitto, avendo subito una perdita di memoria a breve termine, ma contro di lui, date le indagini approfondite di Raye, escono decine e decine di prove. Tra cui, un sito web dove avrebbe ingaggiato una banda criminale per rapire e posizionare le vittime, passanti che dichiarano di averlo visto nei punti delle catapulte, nonché il suo stesso amico e compagno di scuola Rabbid Peacedream, che dichiara di averlo visto azionare le catapulte.
Mihael è solo contro la sala udienze, terrorizzato dagli sguardi dell’accusa, del pubblico e del giudice, e ha solo Wolf e Lilith che credono in lui, quando ogni prova è contro di lui.
Wolf, stavolta aiutato di più da una Lilith più risoluta e meno di parte, vedendo in Mihael il ragazzo solo che una volta era stato, combatte come un leone contro Salinne e Raye, riuscendo, a differenza del caso precedente, a, bene o male, reggere botta e perfino a stare quasi alla pari con Salinne.
Solleva obiezioni su obiezioni, osservazioni su osservazioni, usando anche dettagli insignificanti come un impegno nel doposcuola di Mihael, che quest’ultimo non avrebbe potuto soprassedere, dunque non ha senso che, proprio in quel giorno, avrebbe attivato le catapulte.
Ma proprio in quel momento, l’altro imputato, Daniel, terrorizzato e sotto pressione da Salinne e Raye poiché sommerso di debiti e con contatti criminali, confessa il crimine incastrando maggiormente Mihael.
Sembra essere tutto perduto, quando interviene l’inventore Gerald Hidden (l’imputato del terzo caso di Wolf Lonnie: Ace Attorney se ricordate), rivelando di essere il costruttore delle catapulte, e che qualcosa nell’attivazione del meccanismo non combacia con le dinamiche.
Le successive indagini rivelano realtà drammatiche. Rabbid è il figlio di Daniel, Mihael vive con un padre alcoolizzato e ha quindi bisogno di denaro, e, dietro a tutto, sembra esserci la collaboratrice della casa editrice di Wolf, Leona Peacedream, in quanto Rabbid è suo figlio e Daniel è il suo ex marito.
Nel processo che segue, Wolf non riesce ancora a trovare una strategia per scagionare Mihael, perché non esiste. Mihael sembra effettivamente aver attivato le catapulte per soldi, senza pensarci troppo.
Allora lascia fare a Lucious, che ritorna, ancora una volta, contro Salinne e Raye Doom. Ancora una volta, tramite indagini fatte per conto suo, Lucious riesce a scardinare la tesi dell’accusa e a lasciare uno spiraglio di luce per una manovra ulteriore di Wolf, dimostrando di essere tranquillamente al di sopra di Salinne + il detective numero 1. Ma succedono due cose:
- Lucious, oltre a cogliere l’occasione per interagire con Salinne, sembra disprezzare profondamente Raye Doom per qualcosa avvenuto anni prima,
- Rende chiaro che il suo intervento distruggerà ulteriormente la reputazione di Wolf (e naturalmente migliorerà ancora di più la sua, come avvocato esordiente – che sembra essere proprio lo scopo di questi continui interventi)
Wolf accetta comunque, disposto a tutto pur di salvare Mihael. E proprio questo spiraglio gli permette di provare, assistito incredibilmente da Salinne e usando uno stratagemma (un cane con la memoria lunga), che chi ha commissionato le catapulte a Hidden è stato proprio Rabbid.
Quando Rabbid è sul punto di crollare, ricompare Leona che, finalmente, confessa il crimine, e il suo forte desiderio di punire un sistema scolastico che ha dato vita a un bullismo perverso di cui Rabbid è stato vittima, a professori disinteressati e a presidi di cui importa solo la reputazione della scuola. Inoltre, l’ex marito, così come, a sua detta, Mihael si sono dimostrati completamente insensibili ai problemi del figlio.
Ma qualcosa ancora non torna a Wolf: se l’interesse era il bene di Rabbid, allora perché mandarlo a commissionare le catapulte?
Per il bene di Mihael, che si scopre ha involontariamente attivato le catapulte, Wolf lascia perdere queste domande e si arrende all’arresto della sua ex collaboratrice Leona. Mihael e Daniel sono scagionati.
Ma il prezzo di questa storia, i continui fallimenti di Wolf, l’aver praticamente ceduto la difesa di un ragazzino a Lucious e l’aver scoperto che una sua collaboratrice è un’assassina, non fanno che allargare il suo senso di vuoto, smarrimento e dolore.
Temi e personaggi
Mihael, nonostante si presenti inizialmente scherzoso e spensierato, è un ragazzo inascoltato, immerso in un ambiente scolastico tossico e una situazione familiare devastata. Bullizzato, ignorato, e incapace di difendersi, è l’incarnazione di un dolore giovanile troppo spesso invisibile agli adulti.
E non è solo. Al suo fianco, troviamo Rabbid, un compagno ancora di più emarginato, vittima di violenze fisiche e psicologiche da parte dei coetanei. I flashback in cui Rabbid viene aggredito sotto la doccia da altri studenti sono disturbanti nella loro verosimiglianza: umiliazione, paura, e un sistema scolastico che guarda dall’altra parte. In più, dopo essere divenuto parte attiva nel crimine, si ritrova a testimoniare contro il suo amico, non potendo più tornare indietro.
Salinne resta la macchina da guerra già vista, ma… in questo caso, e forse anche forte dell’esperienza del caso precedente, qualcosa inizia a cambiare. Lascia più spazio a Wolf, e alla fine, vedendo i suoi tentativi disperativi, mette in pausa il suo narcisismo e lo aiuta brevemente a risalire alla verità. Inoltre si accorge delle eccessive attenzioni di Lucious nei suoi confronti e… inizia a rivolgere “attenzioni” a sua volta al detective Doom.
A portare avanti la difesa troviamo ancora Wolf, ormai nel pieno della sua crisi esistenziale. Dopo il crollo psicologico durante il caso precedente, in questo processo Wolf è un uomo vuoto, stanco, eppure determinato a salvare un ragazzo che gli ricorda se stesso. Lo si vede arrancare, sbagliare, dubitare, svergognarsi completamente con noncuranza verso se stesso, diventare lo zimbello dei telegiornali (tra cui quelli di Elvis Allgood, rimandandovi al caso precedente), in una spirale emotiva che rende il personaggio sempre più grigio.
Lilith, invece, si mostra più matura, meno “bambina” rispetto ai primi casi, capace di empatia ma anche di pragmatismo. È il contrappunto emotivo di Wolf, la voce della logica e della speranza, anche quando tutto sembra crollare.
Wolf e Lilith
In un capitolo extra, Wolf non sta più lavorando come avvocato. Perché tutte le richieste stanno andando ad altri avvocati (tra cui, in primis, Lucious). Fa lavoretti di nicchia e vive alla giornata da solo.
Lilith è l’unica persona che sceglie di incontrarlo e di spendere un po’ di tempo con lui.
Nonostante lei, in questo contesto, si dimostri molto riservata e restia a parlare di se stessa su qualsiasi aspetto, e come sempre criptica e sfuggevole nelle risposte, ascolta attivamente Wolf parlare della sua perdita, del dolore che porta dentro di sé da dopo la morte di Ayane, del suo fallimento come avvocato, e del suo crescente senso di vuoto interno.
Sebbene lei non si sbilanci troppo, fa percepire a Wolf il suo affetto e la sua vicinanza, nonostante il loro rapporto debba essere quello di avvocato senior-apprendista.
Wolf porta ancora dentro di sé Ayane. Non solo la sua morte, ma anche le sue ambiguità (che, per chi avrà letto TuMour, saprà benissimo di che parlo).
Perché lui, inconsciamente, sa già che Lilith è realmente sua amica, e Ayane non lo è mai stata. E spera con tutto il cuore che Lilith non lo tradisca.
Allego una piccola ost che vorrei stavolta anche spiegare, perché ritornerà. Si tratta di un pezzo al pianoforte che è specifico per il rapporto di Wolf con Lilith, Lucious e Salinne (piccola nota: Lucious è un suonatore di pianoforte).
Ultima nota: Wolf ha una frequentazione con Mila (caso 5 di WLAA se rimembrate), ma priva d’interesse reale di Wolf, che in realtà è più interessato a Lilith (non ricambiato). Tenete a mente per il futuro.
Altri temi
- La maternità disperata: Leona compie un gesto estremo per proteggere il figlio, diventando assassina e martire. Anche se non è chiaro se ci sia ancora altro dietro queste vicende.
- Opinione pubblica vs verdetti giudiziari: la storia è finita, ma per Mihael, il ragazzino che ha attivato le catapulte per “sbaglio”, perché persuaso col denaro, no. L’opinione pubblica resta contro di lui. Si troverà costretto a vivere l’adolescenza con il ricordo continuo di quanto successo, quasi come se fosse stato il vero colpevole.
- La paternità fallita: Daniel viene incastrato da Leona perché si è dimostrato un padre assente, noncurante, troppo pavido, sommerso di debiti, incapace di aiutare Rabbid.
“Incubo Psicologico” è il caso più emotivamente devastante di Fighting For Truth, e probabilmente uno dei più maturi scritti finora. Wolf non esce vincitore da questo processo. Ne esce vivo.
Si tratta di un caso spartiacque ambizioso e che, per me, fu davvero impegnativo da scrivere per la mole di temi e relazioni che si evolvono, oltretutto concentrati in un terzo caso (di solito quello filler e scemo).
Per me è stato un tentativo di scrivere un caso di intermezzo che fosse veramente tale: il tramite tra il prima e il finale, in arrivo in due parti con i due casi successivi: Il salvatore e Desiderio d’amore.
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