La cucina straniera tradotta ft. Simona Lommi

Proseguiamo l’esplorazione dei vari settori traduttivi con un’intervista a Simona, specializzata, tra le varie cose, nel settore food & beverage, argomento decisamente appetitoso 😜 (specie per un golosone come me)

Simona, grazie per aver accettato di partecipare! Come hai iniziato a lavorare e quali sono state le tue prime esperienze nel settore?

Grazie a Pillole di Folklore e Scrittura per avermi dato l’opportunità di raccontare un po’ di me e della mia attività di traduzione nel settore del food & beverage!

Il mio percorso è iniziato nel 2020, in pieno lockdown. In quel periodo, ho iniziato a fare piccoli lavori di traduzione per una multinazionale americana dopo aver superato vari test propedeutici. Nel giro di pochissimo tempo ho capito che quella strada mi appassionava molto perciò ho deciso di aumentare le mie competenze iscrivendomi di nuovo all’università e partecipando a una tonnellata di corsi di formazione! La mia passione per la cucina, il buon cibo e il vino mi ha portato, nel tempo, a specializzarmi in due settori: marketing e food & beverage.

A oggi, continuo a collaborare con la stessa azienda per la quale ho tradotto e revisionato tantissimi testi dall’inglese e dallo spagnolo all’italiano anche per conto di brand molto famosi.

Quali sono i clienti tipici e quali sono le loro richieste? Su che generi di articoli o pubblicazioni si lavora, tipicamente?

I miei clienti tipici sono brand di elettrodomestici e prodotti per la cucina, ristoranti e agriturismi. Nell’ultimo anno, per esempio, ho tradotto moltissimi ricettari che di solito sono forniti insieme ai prodotti al momento dell’acquisto. Si trattava di ricette con cottura in friggitrice ad aria (un elettrodomestico attualmente molto in voga di cui mi sono innamorata!), ricette di gelati e dessert o menù completi con tanto di alternative vegetariane e vegane.

Nelle ultime settimane, invece, ho tradotto molto materiale relativo alla preparazione del caffè espresso, ricette e cocktail a base di caffè, e articoli sui segreti della “latte art”, una tecnica che tramite l’uso del latte montato consente di trasformare cappuccini e caffè macchiati in vere e proprie opere d’arte, quindi un settore davvero molto interessante e creativo!

Non possono mancare ovviamente traduzioni di testi su sua maestà il vino! E non nego che resistere al fascino di questi contenuti a volte è davvero difficile! 😂

Ristoranti e agriturismi infine si rivolgono a me per la traduzione dei loro menù o in occasione di eventi come degustazioni di prodotti.

Veniamo alla parte più interessante. Quali possono essere alcune delle difficoltà principali di questo settore traduttivo? Quali sono o sono state, ad esempio, alcune delle sfide più grandi nel tradurre un termine o un’espressione? (ad esempio: la traduzione di un cibo esotico che non ha equivalente italiano)

La sfida più grande è spesso rappresentata dalla ricerca terminologica. Di solito i non addetti ai lavori pensano a noi traduttori come dizionari viventi, ma ovviamente non è così! Anche noi dobbiamo fare ricerche terminologiche approfondite.

La mia strategia consiste nel leggere libri su cibi e bevande, consultare glossari sia online sia cartacei (ebbene sì, il buon vecchio dizionario non tradisce mai) e seguire pagine e profili social di chef, sommelier, ristoranti, cantine e pasticcerie.

Inoltre, talvolta la localizzazione delle ricette può richiedere competenze trasversali davvero cruciali in questo settore. In una delle mie ultime traduzioni, per esempio, una ricetta prevedeva l’inserimento di frutti di bosco congelati in uno smoothie. Forse non tutti sanno che il Ministero della Salute raccomanda di consumare i frutti di bosco surgelati solo ed esclusivamente previa cottura. In questi casi è davvero importante avvertire il cliente affinché modifichi la ricetta o inserisca una nota per il consumatore.

Esistono alcune best practices o tecniche che bisogna rispettare, quando si affronta la traduzione nel settore food & beverage?

Certamente! Ed è importante seguirle per trasmettere un messaggio corretto e accattivante visto che il settore del food & beverage cammina a braccetto con quello del marketing.

Prima di tutto è fondamentale avere una conoscenza approfondita del settore. Nel mio caso, oltre alla terminologia, bisogna conoscere bene ingredienti, alternative vegan, preparazioni, sfumature regionali e in parte anche le normative alimentari.

Occorre sempre prestare particolare attenzione ai dettagli specialmente quando si tratta di informazioni nutrizionali, preparazioni e prodotti utilizzati. Bisogna sempre considerare che un errore di traduzione potrebbe comportare conseguenze significative per la sicurezza e la salute dei consumatori.

Inoltre, nelle traduzioni bisogna tenere conto delle differenze culturali nei gusti e nelle preferenze alimentari. Questo richiede spesso un adattamento del messaggio al pubblico a cui è destinato tenendo conto delle tradizioni culinarie locali e delle sensibilità culturali.

Creatività e stile infine non possono mancare. Anche se la precisione è essenziale, le traduzioni nel settore del food & beverage devono essere creative e accattivanti per mantenere “l’appetibilità”, tanto per rimanere in tema, del testo originale adattandolo alla lingua di destinazione.

Domanda scherzosa: tradurre articoli di cibi e bevande ti ha mai messo appetito o curiosità verso i cibi stranieri? Ti ha permesso di scoprire piatti che non conoscevi?

Sempre!!!! Il mio mantra è: mai tradurre menù e ricette a stomaco vuoto! A parte gli scherzi, tradurre articoli su cibi e bevande mi mette curiosità ogni giorno. Adoro passare il mio tempo libero “con le mani in pasta” sperimentando ingredienti e accostamenti di sapori, quindi, confesso che il mio lavoro è una fonte d’ispirazione quotidiana. La mia lista di ricette si arricchisce ogni giorno e avrò bisogno di anni per provarle tutte!

Oltre al lavoro, i miei viaggi mi hanno portato negli anni alla scoperta di molti piatti stranieri, ma anche alla riscoperta di molte ricette della tradizione culinaria italiana. Si tratta spesso di piatti che ci riportano ai sapori della nostra infanzia, a base di ingredienti semplici ma genuini, basti pensare alla ribollita toscana (uno dei miei piatti preferiti), al pesto alla genovese o ai carciofi alla romana.

Per i neofiti del genere, quali sono alcuni consigli che vorresti dare?

Innanzitutto avere un’ottima padronanza della lingua straniera e non smettere mai di studiare. Leggere, informarsi e frequentare corsi di formazione e aggiornamento è fondamentale sia per la nostra crescita personale e professionale sia per acquisire nuove conoscenze e competenze che stimolano la nostra creatività. Provare per credere!

Grazie ancora per il tuo tempo e la tua partecipazione! 😊
A seguire i contatti di Simona:

Autore: Gabriele Glinni

Dottore in Mediazione Linguistica con riguardo verso la traduzione specialistica. Amante della scrittura creativa, della tecnologia e autore del romanzo Ascend-ent. Sostenitore dell'arte della composizione di messaggi efficaci ed eloquenti.

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