Bisogna ammetterlo: questo lockdown è una sofferenza per chiunque. Alla lunga restare chiusi in casa per tutto il giorno diventa una tortura anche per le persone meno socievoli (incluso il sottoscritto) e la voglia di passare almeno un paio d’ore all’aperto assieme agli amici o al partner inizia a farsi sentire. Siamo tutti sulla stessa barca e, almeno per il momento, non possiamo fare altro che portare pazienza, rispettare le misure di distanziamento sociale e cercare di sfruttare al massimo i pochi lati positivi di questa situazione.
Sulle orme del Bardo
Vivere un periodo storico così particolare può essere stimolante per la creatività di uno scrittore o, più in generale, di un creatore di contenuti. Un esempio su tutti è quello di William Shakespeare che, secondo le teorie più accreditate, scrisse Re Lear e Macbeth proprio durante un’epidemia di peste. Anche senza scomodare il Bardo, è possibile citare vari altri autori che trasformarono una situazione tutt’altro che allegra in un’occasione per dare sfogo alla propria creatività, come John Donne, Albert Camus, Tony Kushner e Jonathan Larson.
Lockdown e creatività
Ma in che modo le circostanze difficili stimolano l’inventiva? Per quanto mi riguarda, credo che essere costretti a rinunciare in parte alla nostra libertà, a cambiare la nostra routine e ad affrontare delle nuove sfide possa portarci a guardare la realtà in modo diverso. Questa nuova prospettiva può portare con sé delle idee che in circostanze normali non ci sarebbero mai venute in mente, potenzialmente in grado di trasformarsi in racconti unici nel loro genere. Volete un esempio? Dover trascorrere tanto tempo in casa potrebbe aiutarvi a entrare più facilmente nella mente di un prigioniero e permettervi di descrivere meglio la sua condizione. Se vivete lontano dal vostro partner e non potete vederlo da mesi, forse avrete meno problemi a raccontare la storia di due amanti tenuti lontani dal destino, da un potente tiranno, dal mare o dalle loro famiglie. Le possibilità sono infinite, perché ognuno di noi sta vivendo questo periodo in modo leggermente diverso in base a fattori come l’età, la presenza di altre persone in casa, la vicinanza al supermercato, lo status sociale e altro ancora. Tutte queste variabili danno vita a dei punti di vista unici, che le menti più creative possono sfruttare a proprio vantaggio in mille modi diversi.
Nessuna pressione
Attenzione: se in questo periodo vi sentite in preda all’ansia e o ad altri pensieri negativi e non riuscire a dedicarvi alla scrittura creativa non dovete preoccuparvi. Sono sentimenti perfettamente normali e non è la capacità di essere produttivi o no durante un’epidemia a determinare il vostro valore come scrittori. Come ho già detto, ognuno sta vivendo questo periodo in modo diverso e non ha senso paragonare la propria esperienza con quella degli altri. Se riuscite a scrivere lo stesso, bene, ma se non ce la fate non importa. Non dovete farlo ora per forza. Dedicatevi solo alle attività che vi fanno stare bene con voi stessi e che possono aiutarvi a distrarvi in questo momento difficile. Quando l’emergenza sanitaria finirà, avrete tutto il tempo per tornare a scrivere le vostre storie e avrete anche un enorme bagaglio di nuove esperienze da cui attingere.
Credendo Vides
Mi sembra doveroso concludere questo articolo portandovi qualche esempio concreto di opere nate durante il lockdown. Non si tratta di libri, ma a modo loro sono comunque forme d’arte che raccontano delle storie che in altre circostanze sarebbero state molto diverse o forse non sarebbero nate del tutto. Il primo esempio è “Anime Selvagge”, la campagna di gioco di ruolo portata dai ragazzi del canale InnTale su Twitch e YouTube. Come sanno bene gli appassionati di Dungeons & Dragons, non è semplice affrontare delle sessioni di gioco da remoto: basta un piccolo ritardo per creare un errore di comunicazione tra i giocatori e può essere terribilmente difficile parlare senza sovrapporsi. A queste difficoltà, aggiungete anche la necessità di intrattenere il pubblico che sta seguendo la live, che porta a fare i salti mortali pur di evitare tempi morti e silenzi. Nonostante tutti questi limiti, il team di InnTale è riuscito a mettere in scena una campagna avvincente e godibilissima, perfetta per ingannare l’attesa della terza stagione di Luxastra. Matt si conferma bravissimo nel ruolo di master, Luca regala una regia live sopraffina, Gianandrea aiuta a vivacizzare le pause (il tutto mentre prepara una campagna di Vampiri La Masquerade che promette faville) e Simone, Gabrio, Sara e Giulia portano in scena dei dodicenni credibilissimi, che ci hanno messo davvero poco a entrare nel cuore degli spettatori. Se vi interessa anche solo un minimo il mondo dei giochi di ruolo, vi invito a dare almeno una chance a questi ragazzi. Non ve ne pentirete.
La vita è una ciabatta
Passiamo ora a un contenuto completamente diverso, ma non meno brillante. Federico Antonucci è un giovane attore che durante questo lockdown ha deciso di prendere in mano la telecamera, filmare la sua quotidianità e raccontarla con una buona dose di ironia. Le azioni più semplici, come alzare la tapparella al mattino, portare a passeggio i (bellissimi) cani o preparare il caffè, si inseriscono in una narrazione ricca di elementi ricorrenti, come la pasta con i pomodorini, le immancabili ciabatte e il sacro pesce dall’acqua stagnante, in grado di strappare una risata, ma anche di far riflettere.
Social Distance
L’ultimo progetto di cui desidero parlarvi non ha ancora visto la luce, ma sembra molto promettente. Si tratta di Social Distance, una nuova serie curata dai creatori di Orange Is The New Black, che mira a raccontare l’esperienza del lockdown tramite degli episodi autoconclusivi, ognuno dedicato a un gruppo di personaggi diverso. L’aspetto davvero particolare è che la serie sarà realizzata rispettando tutte le misure di distanziamento sociale: gli attori reciteranno all’interno delle loro abitazioni e filmeranno in autonomia le proprie performance. Al momento le informazioni sul progetto sono davvero ridotte all’osso, ma credo che valga la pena seguire il suo sviluppo e dare un’occhiata alla serie non appena uscirà su Netflix.
L’opinione di Gabriele
Ciao a tutti! Mi presento. Sono Gabriele, da moltissimi anni un appassionato di scrittura creativa che ha conosciuto Alessandro proprio tramite tale passione. In quanto semplice hobby, parlerò da un punto di vista più quotidiano e personale.
Posso descrivere il lockdown come un periodo di crescita, complice non solo il virus ma anche esperienze personali. Durante la quarantena, ho avuto modo di esplorare i miei interessi e quindi di rispolverare anche quello per la scrittura creativa.
Per me l’hobby della scrittura creativa è nato come un mix di curiosità e ammirazione verso lavori (videogiochi, manga, libri) da me seguiti, nonché una personale valvola di sfogo. Ed è stato così anche in questo caso.
Disponendo di tante (troppe) ore libere, ho avuto modo di conoscere opere che mi hanno fornito l’ispirazione necessaria a iniziare un nuovo romanzo. Nella fattispecie, il videogioco Astral Chain e il celebre Kill Bill di Quentin Tarantino, suggeritomi da un mio familiare.
I colori, le sfaccettature e le tematiche di entrambe le opere, uniti sia alla situazione di lockdown che alle esperienze personali accennate, mi hanno aiutato a formulare nuove idee e concetti che voglio esprimere a modo mio con il romanzo summenzionato.
Per esperienze personali, più precisamente, intendo ad esempio i dubbi e le difficoltà della scelta di un lavoro futuro dopo il conseguimento del titolo di studio.
Riflettere sul nuovo lavoro mi permette di distrarmi dal distanziamento sociale, di riflettere su me stesso, e, in un certo senso, al contrario di avvicinarmi ancora di più a certe persone. Per esempio, la collaborazione con Alessandro, le sue opinioni sul mio nuovo lavoro e l’avermi permesso di partecipare a questo blog.
La scrittura creativa può essere quindi non solo un hobby, un interesse, ma un modo per unire le persone.
Si tratta di un mondo affascinante, apparentemente di semplice accesso, ma che in realtà, come per tante cose, richiede maestria acquisibile con il tempo e le esperienze. Ritengo che il lockdown possa essere un ottimo momento sia per cominciare ad apprendere tale arte, che per affinarla.