Scegliere la casa editrice (CE) a cui proporre il proprio manoscritto non è sempre un’impresa facile per un autore alle prime armi. Esistono innumerevoli realtà editoriali e può essere difficile orientarsi e capire quali siano quelle più adatte alle proprie esigenze. Infatti, oltre ai big del settore, come Mondadori, Feltrinelli e Salani, ci sono svariate case editrici di medie o piccole dimensioni, non sempre note al grande pubblico. Per iniziare a farsi un’idea è possibile affidarsi al sito Writer’s Dream, che nel corso degli anni ha stilato un elenco lunghissimo di case editrici italiane e ha raccolto le testimonianze degli utenti che hanno pubblicato un libro con loro.
Case editrici “free” e “a pagamento”
Visitando Writer’s Dream è possibile notare due macro categorie di case editrici: “free” e “a pagamento”. Come suggerisce il nome, le CE che rientrano nella prima categoria non richiedono alcun tipo di contributo economico per la pubblicazione di un manoscritto e sono pronte ad assumersi il rischio di impresa sulle storie che reputano valide. Le case editrici a pagamento, invece, richiedono sempre agli autori un contributo, che spesso consiste nell’acquisto di un determinato numero di copie del libro. Potendo contare su questa entrata iniziale, molte realtà di questo tipo pubblicano di tutto, senza curarsi troppo della qualità, e non investono tempo ed energie in un editing del testo accurato o nella creazione di una copertina accattivante e in linea con le tematiche affrontate nella storia. Personalmente credo che sia sempre meglio pubblicare con una casa editrice free, che ha molte più ragioni per valorizzare il manoscritto e cercare di pubblicizzarlo il più possibile.
La selezione
È importante individuare quali sono le case editrici che hanno maggiori probabilità di essere interessate alla nostra opera. Per esempio, è inutile inviare un horror a una CE che pubblica solo saggi o proporre una raccolta di racconti brevi a chi ha nel proprio catalogo solo storie che rispettano una determinata lunghezza. Una volta escluse le aziende che, per un motivo o per l’altro, difficilmente pubblicherebbero la nostra opera, è possibile selezionare un piccolo gruppo di CE papabili e iniziare a valutarle un po’ meglio. Per esempio, è possibile leggere uno dei romanzi che hanno pubblicato, così da farsi un’idea sulla qualità del lavoro svolto in termini di editing, impaginazione, creazione della copertina ecc.
La sinossi
Quando si hanno le idee chiare sulle case editrici a cui si desidera proporre la propria opera, è possibile passare alla fase successiva: la creazione della sinossi. Si tratta di una sorta di riassunto del contenuto del libro, che permette alla casa editrice di farsi una prima idea del potenziale dell’opera. Non è semplicissima da realizzare e richiede delle buone capacità di sintesi, oltre a una profonda consapevolezza di quali sono i punti forti del proprio romanzo. Non va confusa con la quarta di copertina, che invece serve a stuzzicare il lettore senza svelare troppe informazioni sulla trama. Quando la sinossi è pronta, è possibile inviarla assieme a una copia del proprio manoscritto all’apposito indirizzo email messo a disposizione dalla casa editrice. Talvolta è richiesto anche l’invio di un file contenente una breve presentazione dell’autore. Nella maggior parte dei casi, tutte le informazioni sul materiale da inviare sono presenti sul sito della CE.
Perché pubblicare con una casa editrice?
Negli ultimi anni, il numero degli autori che ha preferito pubblicare in autonomia la propria opera è cresciuto. Il self publishing si è affermato come un’alternativa concreta alle case editrici e alcuni scrittori sono riusciti a “sfruttarlo” a proprio vantaggio, ottenendo dei buoni risultati (soprattutto negli Stati Uniti). Personalmente non ho troppa familiarità con le piattaforme di self publishing e non credo di essere la persona più adatta a spiegare il loro funzionamento. Quel che posso fare, è raccontare perché ho preferito pubblicare il mio primo libro (I Guardiani dei parchi) con una casa editrice. Senza divagare troppo, posso dire che dal mio punto di vista è importante sapere che un’azienda è disposta a investire tempo e risorse su qualcosa che ho creato con le mie mani. È la conferma che sono riuscito a dare vita a qualcosa di buono e che ha il potenziale per piacere a qualcuno. Per chi, come me, tende a essere un po’ troppo severo con se stesso, sapere che qualcuno che non ha alcun motivo per compiacerti è disposto a dare una chance al tuo lavoro rappresenta un’iniezione di autostima da non sottovalutare. Ovviamente, ci sono anche altre ragioni che mi hanno spinto la collaborare con una CE, come la possibilità di avere un editing e un’impaginazione di buon livello.