Il romanzo Le Notti Bianche, pubblicato nel 1848, è una delle prime opere scritte da Fëdor Dostoevskij. Non a caso il racconto è ambientato a Pietroburgo, città dove l’autore trascorse la giovinezza. I temi principali sono: il sogno, la solitudine, l’introspezione e l’amore dal punto di vista del sognatore.
Il protagonista è un giovane ragazzo che è solito vagare da solo nelle strade di Pietroburgo. Non ha amici o famiglia e vive di sogni e realtà irrealizzabili. Consapevole dell’irrealizzabilità dei suoi pensieri preferisce isolarsi, perché solo con se stesso può davvero essere felice. La sua vita viene sconvolta quando, una sera, vagabondando per le strade della città, incontra una ragazza. La donna piange e si dispera e racconta al giovane la sua triste sorte: innamorata di un uomo a cui lei e la nonna avevano affittato una stanza, egli promise di tornare dopo un anno con abbastanza soldi per garantirle un futuro. Un anno è passato, e dell’uomo ancora nessuna traccia. I due cominciano così a confidarsi ed entrano sempre più in intimità quando, il quarto giorno, torna improvvisamente il promesso sposo. La donna non esita un attimo a lasciare il protagonista solo al suo destino che, rassegnato, torna a chiudersi nel suo mondo.
Quest’opera ha gli squisiti tratti dell’esistenzialismo. Lo scrittore russo Fëdor Dostoevskij ha influenzato molti filosofi di epoca più tarda, tra cui Sartre ed Heidegger, conosciuti soprattutto per le loro opere esistenzialiste, rispettivamente Essere e nulla ed Essere e tempo. L’uomo, anche se circondato da migliaia di persone che popolano la metropoli, è sempre solo e nulla al mondo può cambiare le sorti di questo infausto destino.