Naruto è un anime tratto dal manga dell’autore giapponese Masashi Kishimoto, che ha creato un universo interessante a partire da un soggetto avvincente. Specialmente all’inizio, la trama si concentra sul trio ninja composto dal protagonista Naruto e dai suoi due compagni di squadra, Sakura e Sasuke. La storia decolla quando i tre partono per affrontare la loro prima missione importante. In questo contesto vediamo evolversi il rapporto tra Naruto e Sasuke, che tornerà almeno apparentemente ostile non appena di ritorno al villaggio natio. Accade spesso nel corso della serie che a un progresso segua una regressione, e in questo caso è rilevabile un forte stacco: non c’è quasi nessun riferimento alla missione; se qualche confronto c’è stato a noi non è mostrato e nessuno chiede al maestro Kakashi come abbia avuto il suo sharingan.
Coloro che non sono avvezzi agli anime dovranno abituarsi a nomi difficili da memorizzare: Orochimaru, il cattivo principale della storia, almeno all’inizio rimane impresso soltanto per la sua lingua indecente. Tutto ciò che lo riguarda sembra legato alla sessualità: dai morsi ai riferimenti alla possessione di corpi; fino all’adescamento di Sasuke da parte dei suoi scagnozzi, costellato di promesse e caramelle. Questo episodio rappresenta il sommo fallimento del maestro Kakashi che, nel dedicarsi solo a Sasuke, crea una frattura tra i suoi allievi, che aveva sempre desiderato fossero solidali tra loro.
Se da un lato certe evoluzioni, anche umane, sono lasciate da parte per molte puntate prima di essere riprese, altre cose vengono ripetute fino alla nausea: è ben chiaro che Naruto vuole diventare Hokage e che alla fine, in quanto protagonista, lo diventerà; mentre l’obiettivo di Sakura è l’adorato Sasuke, il ragazzo più ambito del villaggio. Lo spettatore sarà perseguitato fino allo sfinimento dal suo nome. All’inizio Sakura sembra non saper dire altro e per questo risulta snervante e sciocca. Pura spettatrice, col tempo si lascia coinvolgere e vorrebbe fare qualcosa, mettendo più volte a rischio la sua stessa vita. Poi però, mentre i suoi compagni di squadra si allenano, si dedica piuttosto alla distribuzione di fiori, biscotti e peccaminose mele. In sfiduciata attesa di un’evoluzione di questa eterna promessa, il pubblico si è potuto consolare con Haku, il personaggio femminile più intrigante che appare nei primi episodi, tecnicamente maschio: ha una bella voce, è forte, affascinante e ha una sua marcata caratterizzazione al di là dell’ambiguo rapporto con Zabuza. Tsunade verrà presentata molti episodi più tardi e specialmente all’inizio l’atteggiamento nei suoi confronti oscilla tra sospettosa diffidenza e sconfinata ammirazione: è oggettivamente disturbante sentir parlare di eliminare questa donna “pericolosa” che potrebbe guarire Orochimaru quando il ricercato criminale è quest’ultimo. A rovinare la presentazione in battaglia della ninja leggendaria che combatte principalmente a mani nude è il cavalleresco aiuto maschile del quale ha bisogno per uscire viva dallo scontro con Orochimaru e Kabuto. Inoltre si insiste continuamente sulla sua età, quando nel caso di Jiraiya e Orochimaru, suoi coetanei, tale riferimento è pressoché nullo. Del resto, nel corso della serie capita spesso di ascoltare frasi sull’inferiorità femminile nel combattimento e su quanto sia terrificante essere battuti da una donna, il tutto condito da saltuarie immagini di angeli del focolare che lavano serenamente i piatti. La madre di Sakura, addirittura, è solo una voce, apparentemente imprigionata tra le mura della sua stessa casa. La disparità di genere in questa serie è un dato di fatto; tuttavia Tsunade è un bel personaggio, nonostante l’irritante tendenza a cedere il suo ciondolo, con il potere che simbolicamente rappresenta, a figure maschili.
Qualche volta le spiegazioni addotte circa il comportamento di alcuni personaggi non sono convincenti: il motivo per cui Orochimaru vorrebbe distruggere il villaggio, per esempio, non è del tutto chiaro. In alcune puntate lo svolgimento della storia è molto lento e gli scontri sono eccessivamente dilatati: la morte del maestro Sarutobi è stata addirittura un sollievo dopo puntate di attesa. La battaglia nella radura, di contro, è stata una delle più appassionanti perché ha coinvolto molti giovani ninja che diventeranno sempre più rilevanti ai fini della storia; inoltre finalmente vediamo anche Sakura all’opera, una Sakura che, tagliandosi i capelli lunghi che si dice piacciano tanto all’amato, ci ha dato l’illusione di potersi svincolare totalmente dal rapporto di dipendenza con lui; tolto questo impiccio, viene fuori che lo sprezzante Sasuke un minimo di affezione per lei ce l’ha: è l’intervento della ragazza a far regredire l’estensione del segno maledetto. Questo momento segna l’inizio di una graduale rivelazione: il rapporto tra i due non è tutto nella fronte spaziosa di lei, tanto che addirittura Shikamaru sembra darlo per assodato.
Ciò che è lampante da queste prime puntate è che il motore della storia, nonché sommo stimolo per il protagonista, è Sasuke: egli basa la sua identità sulla fortissima competizione con Naruto e sull’adorazione acritica di Sakura. Quando Naruto diventa più forte di lui e Sakura cambia atteggiamento nei confronti suoi e degli altri, egli, fermo a un punto morto, già punto sul vivo da Gaara e dal fratello, sceglie di rincorrere l’ossessione autolesionistica per Itachi. I suoi compagni di squadra non sembrano una ragione sufficiente per desistere, eppure l’intuito suggerisce che difficilmente troverà in altri tanta abnegazione.