L’IMPORTANZA DEL CONTESTO PER UN TRADUTTORE

Eccomi tornata con un nuovissimo articolo. Oggi parliamo dell’importanza del contesto per un traduttore.

Il contesto è la situazione descritta da parole, frasi o espressioni. Ed è proprio il contesto a determinare il significato delle parole. Il contesto è, quindi, il migliore amico del traduttore, senza il quale tradurre risulterebbe praticamente impossibile.

È proprio per questo motivo che:

1) la traduzione effettuata dai traduttori automatici non risulta affidabile, soprattutto se si tratta di testi molto tecnici e stracolmi di termini specifici di un determinato settore. I traduttori automatici, infatti, come sappiamo, essendo privi di selezioni contestuali traducono per “equivalenza” quello che leggono, senza appunto contestualizzarlo.

2) Quando l’amico o la mamma vi chiede: “che significa ‘to connect’ in inglese?” la risposta è sempre la stessa: “Dipende dal contesto”.

Sta sempre in mezzo ‘sto contesto!

“To connect” inglese, diventa traducibile in italiano solo dopo aver individuato la situazione in cui il termine viene inserito e utilizzato.

Facciamo degli esempi pratici:

a) “To connect” può significare “connettere, collegare” in un contesto meccanico. Ex: Collegare questi fili: connect these wires.

b) “To connect” può significare, invece, “connettersi a, con” in un contesto informatico. Ex: In biblioteca ci si può connettere gratuitamente alla rete wifi: At the library you can connect to the WiFi for free.

c) “To connect” ha anche il significato di “essere, trovarsi in sintonia con qualcuno” in un contesto relazionale. Ex: Ci siamo trovati in sintonia fin da quando ci siamo incontrati: From the moment we went, we connected.

d) “To connect” ha, ancora, il significato di “passare, collegare, mettersi in comunicazione con qualcuno” in un contesto telefonico. Ex: “Vorrei parlare con l’ufficio vendite”. “Rimanga in attesa finché glielo passo. “I’d like to speak to the Sales Department”. “Please hold while I connect you”.

Sono più di tre anni, ormai, che esercito il mio mestiere di traduttrice e sempre più spesso mi ritrovo a che fare con dei clienti che, per tirare sul prezzo, utilizzano come “scusa” quella di: “tanto sono solo due frasi”.

Qualche mese fa, sul mio profilo IG: https://www.instagram.com/martinadicarlo_traduttrice/, spiegai che brevità non è sinonimo di facilità, anzi. Più un testo è breve e più aumenta la possibilità di riscontrare delle difficoltà, in quanto il contesto è molto ridotto, in particolare quando si tratta di testi molto tecnici.

Paradossalmente, quindi, troverei più semplice tradurre un manuale di 300 pagine, piuttosto che un ‘pezzetto’ di testo di sole 3 righe.

Concludo dicendo che la cosa migliore che puoi fare quando hai dei progetti da realizzare, soprattutto se possono essere utili a far crescere il tuo business, è quella di affidarti ad un professionista. Noi traduttori ci formiamo costantemente per essere sempre aggiornati e per restare al passo con le nuove mode: abbiamo anche noi il nostro asso nella manica!

Spero che l’articolo vi sia piaciuto e vi abbia fatto capire, almeno un poco, quanto insidioso e profondo, ma altrettanto bello e affascinante sia il mestiere del traduttore.

Al prossimo!

Autore: Martina Di Carlo

Traduttrice specializzata in ambito tecnico: traduzioni meccaniche, turistiche, marketing, siti web, legali e giurate. Madrelingua italiana, lavoro dal tedesco e dall'inglese. Sono una booklover patologica e amante della scrittura!

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