Benvenuti a Pillole di Folklore e Scrittura! Oggi abbiamo il piacere di ospitare Marco Corsa, autore de La leggenda della Bocca d’Oro, un romanzo rosa che mescola storia, mistero e viaggi nel tempo, ambientato alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Un libro che promette emozioni intense e un intreccio avvincente, tra amore, guerra e antiche leggende.
A seguire la sinossi:
“Il tenente Marco Kastriokis si trova sulla HMS Ajax. Sull’isola di Gozzo, vicino Creta, dopo aver avvistato una base tedesca viene mandato in missione per preparare il bombardamento del posto. La missione si complica a causa dell’incontro con Anna. Il loro amore si rivela pieno di avversità. Da una parte i tedeschi crudeli e sempre vigili su quello che succede nell’isola. Dall’altra parte Marco deve raccogliere più informazioni possibili, ma il suo interesse per Anna e la gelosia che la loro storia scatena porterà a essere catturato. Una vecchia leggenda narra che sull’isola vi sia un luogo nascosto, la Bocca d’Oro, da cui nessuno ha mai fatto ritorno perché è sorvegliata dal Mostro d’Oro. Dietro un apparente racconto fantastico, si nasconde qualche verità. Riusciranno a trovare il modo per sfuggire ai tedeschi? La leggenda verrà in loro aiuto, o il destino li farà separare per sempre? Marco troverà la bocca ed è un posto speciale, che gli permette di salvare il piccolo mondo antico che, da sempre, sopravvive sull’isola. La storia vi porterà in un mondo semplice, che sopravvive alla guerra. Il protagonista è un eroe suo malgrado, che si troverà ad affrontare compiti più grandi di lui e lo farà ragionando e con il cuore.“
Grazie per essere qui con noi, Marco! Per iniziare, puoi raccontarci cosa ti ha ispirato a scrivere questo romanzo?
In una maniera semplicissima: dormendo. Questa storia la ho sognata, ha avuto bisogno di pochi aggiustamenti. Io sono il primo, e l’unico, che ha visto il film di questa storia.
Il protagonista, Marco Kastriokis, affronta non solo pericoli fisici ma anche dilemmi temporali e morali. Qual è stata la sfida più grande nel costruire il suo arco narrativo?
Una difficoltà è stata nella costruzione di una storia d’amore credibile, semplice, tra due anime affini, in un genere bello, dove noi uomini abbiamo creato storie d’amore immortali, ma che ora è dominato dalla voglia di evadere dallo stato sociale, per cui abbiamo un mare di belli e dannati, che girano con i macchinoni. Il mio protagonista parte con una famiglia, la marina militare, a cui deve tutto, purtroppo anche la guerra. Viene inviato in ricognizione perché la base che è sull’isola deve essere distrutta e ci sono difficoltà oggettive, perché Kastri è a ridosso della base. Qui acquisisce un’altra famiglia, la popolazione dell’isola, che inizialmente lo accoglie suo malgrado, poi lo adotta, grazie anche alla storia d’amore con una ragazza del posto.
La Bocca d’Oro e il Mostro d’Oro sono elementi che danno un forte tocco di folklore alla storia. Da dove nasce l’idea di questa leggenda e quanto è legata a miti reali?
Nel sogno non avevo compreso quale fosse l’isola, una volta trovata si è incastrato tutto. Esisteva la HMS Ajax, che nel periodo giusto si trovava là, esisteva l’isola stessa e nel ‘41 si era verificato un sanguinoso sbarco di occupazione dell’isola di Creta, che è divisa da un braccio di mare da Gozzo.
Non mi sono mai preoccupato troppo di quanto fosse reale il mito, ma, a posteriori, si sono incastrati troppi elementi per cui non mi stupirebbe se un giorno andassi sul posto, cosa che gradirei, e scoprissi che qualcosa di vero, o leggendario, c’è.
Il viaggio nel tempo è un tema affascinante e complesso. Come hai strutturato la narrazione per mantenere coerenza e suspense tra i diversi salti temporali?
Nel mio racconto il viaggio nel tempo è qualcosa di strumentale. La Bocca d’Oro è un non luogo che rappresenta l’allegoria dell’aiuto esterno, non proprio divino, solo esterno. La si può trovare solo se si è condotti, oppure se ci si trova in pericolo di vita e bisogna avere serie motivazioni per entrarci, perché è anche l’allegoria dell’ignoto. Questo aspetto è comunque risolto dal protagonista stesso, che, nel paradosso, impedisce a sé stesso da giovane di fare il salto nell’ignoto.
Il romanzo è ambientato sull’isola di Gozzo, vicino Creta, con eventi che si svolgono in tre epoche diverse. C’è un legame particolare tra questa ambientazione e la storia che volevi raccontare?
Il primo legame è stato esclusivamente geografico. Non sono un amante dell’ambientazione straniera, ma avevo bisogno di un’isola con una piccola comunità residente e un promontorio. Ho cercato in Italia e stavo per applicare la regola della narratologia: se hai ricercato allo stremo per evitare di commettere strafalcioni, allora inventa. Poi ho trovato Gozzo e, come ho detto, corrispondeva tutto.
Qual è il messaggio principale che speri i lettori portino con sé dopo aver letto La leggenda della Bocca d’Oro?
Una storia d’amore richiede, come genere, il lieto fine. Sarebbe banale dire che l’amore vince sempre, su tutto, oppure: con la volontà si gestiscono anche le avversità. Queste cose ci sono nella storia. Io però spero che i lettori portino con sé i personaggi. Non necessariamente i protagonisti. Il capo della base tedesca è in guerra “suo malgrado”, è innamorato della propria mantenuta, che, a sua volta, è in cerca di vendetta; Il traditore agisce per gelosia, sottovalutando le conseguenze; Il capo villaggio si preoccupa di salvare la comunità; Nonno Patroclo è la memoria storica dell’isola; Il vero antagonista è il vice capo della base, intelligente, sadico e pericoloso. Insomma, visto il genere, un messaggio originale era complicato, ma sui personaggi ho spaziato molto.
Grazie mille, Marco, per averci raccontato di più sul tuo romanzo e sul processo creativo dietro La leggenda della Bocca d’Oro! È stato un viaggio affascinante tra storia, amore e mistero.
A voi lettori, se amate le storie che vi fanno sognare e riflettere, non perdetevi questo libro! Ci vediamo alla prossima puntata di Pillole di Folklore e Scrittura!