Tra amore, identità e segreti nella Roma del 1913 – “Come la neve a maggio” ft. Lorenzo Angelaccio

Benvenuti a Pillole di Folklore e Scrittura, il nostro spazio dedicato alle storie che toccano il cuore e alla letteratura che lascia il segno. Oggi abbiamo l’onore di ospitare Lorenzo Angelaccio, autore del romanzo Come la neve a maggio. Un viaggio intenso nell’Italia del primo Novecento, dove amore, identità e desiderio si intrecciano in un racconto struggente e delicato.

  • Lorenzo, da dove nasce l’ispirazione per Come la neve a maggio e perché hai scelto di ambientarlo proprio nella Roma del 1913?

L’ispirazione principale per il romanzo mi è nata durante il mio Erasmus in Germania, tra il 2019 e il 2020, alimentata dalla lettura dei classici tedeschi come Goethe e Thomas Mann. Mi era venuto quindi il desiderio di raccontare questo mio viaggio e le emozioni che mi ha suscitato, ma per non essere troppo autoreferenziale ho scelto di avere come protagonista un ragazzo tedesco e inserire la vicenda all’interno di una cornice storica. Ho scelto proprio l’anno 1913 (a cavallo con il 1914) sia perché sono sempre stato appassionato della Prima guerra mondiale, e mi ha sempre affascinato il mondo della Belle Époque, ignaro della catastrofe verso cui si stava avviando. Sia perché mi era rimasto molto impresso un libro intitolato proprio 1913 scritto da Florian Illies, che racconta mese per mese la vita in quell’anno di molti personaggi celebri di lingua tedesca (Kafka, Musil, Rilke ecc.), con l’obiettivo proprio di mostrare l’ultimo anno di una società che poi è radicalmente cambiata.

  • Il tema dell’identità sessuale è centrale nel romanzo. Come hai lavorato per rappresentare in modo autentico le difficoltà vissute da Alfred?

Ho cercato di affrontare questo tema prima di tutto da una prospettiva storica, andando a ricostruire la situazione giuridica dell’epoca e la vita quotidiana delle persone omosessuali, sia in Germania sia in Italia. In questo mi ha aiutato un testo fondamentale: Gay Berlin di Robert Beachy, che ricostruisce nel dettaglio la storia del movimento omosessuale (o meglio, dei movimenti omosessuali) in Germania tra fine ’800 e inizio ’900. In questo libro ho scoperto le storie appassionanti di Karl Heinrich Ulrichs, Magnus Hirschfeld e Adolf Brand, che mi hanno aiutato a plasmare i protagonisti del mio romanzo. Anche il lavoro dello studioso Giovanni Dall’Orto mi è stato molto utile, in particolare nel rapporto che si era venuto a creare tra omosessuali tedeschi e contesto italiano, esemplificato nella tragica vicenda scandalistica che ha coinvolto l’industriale Alfred Krupp, che cito anche nel romanzo. In aggiunta, ho cercato di tenere un occhio anche verso la contemporaneità e ho studiato le teorie di Alfred Kinsey relative alla sessualità, moderne rispetto al periodo di cui vado a trattare ma che mi sono state utili per una rappresentazione della sessualità che potesse apparire quanto più realistica possibile agli occhi dei lettori contemporanei. In questo, mi sono stati molto utili anche i pareri e i consigli di diverse persone omosessuali, che ringrazio per l’aiuto che mi hanno dato.

  • Il garofano verde come simbolo segreto è un dettaglio affascinante. Quanto è stato importante per te il lavoro di ricerca storica nella costruzione del romanzo?

Come dicevo in relazione al tema dell’omosessualità, anche per tutti gli altri aspetti del romanzo ho svolto un lavoro di ricerca approfondito. Pur essendo il mio un romanzo in cornice storica, che quindi ha come protagonisti personaggi di finzione, la ricostruzione della Roma di inizio ’900 mi ha preso molto tempo ed energie. Dal cercare di capire come erano le abitazioni dell’epoca, alla ricostruzione della topografia della città, ho cercato di essere quanto più preciso possibile nei dettagli, e in corso d’opera ho dovuto rimediare a diversi errori. Basti pensare che, in una primissima bozza, Alfred e Flaminia se ne andavano a passeggio lungo “Via dei fori imperiali”. Peccato, però, che nel 1913 i fori imperiali non erano ancora stati riscoperti!

  • Il rapporto tra Alfred e Cesare è complesso e ricco di contrasti. Come hai sviluppato la psicologia dei personaggi e la dinamica delle loro relazioni?

In sintesi, ho cercato di sviluppare i due personaggi giocando sulle contrapposizioni. Se Alfred è timido, riservato e impacciato, Cesare è brillante, estroverso e a suo agio nelle situazioni sociali. Tuttavia, nel corso del romanzo le carte si andranno a rimescolare, e chi sembrava debole e manipolabile si rivelerà, invece, forte e capace di prendere decisioni difficili. E viceversa. Questo ovviamente come base, poi ho cercato di lavorare sulle sfumature ispirandomi a persone che conosco e ad altri personaggi letterari. Fonte di ispirazione primaria, infatti, è stato I dolori del giovane Werther di Goethe, di cui ho cercato di riprendere e rielaborare le varie dinamiche che si instaurano tra i personaggi.

  • La guerra incombe sul finale della storia, segnando un punto di svolta. Quanto pesa il contesto storico nel percorso di crescita dei protagonisti?

Essendo un romanzo in cornice storica, l’azione principale non ruota intorno a grandi eventi storicamente documentati, bensì su episodi di mia invenzione. Tuttavia, ho sempre cercato di prendermi meno libertà possibili e di basarmi su eventi che potessero essere verosimili: le ottobrate, le serate futuriste (da cui ho preso ispirazione dai cataloghi delle mostre della Galleria Sprovieri), le serate nei café chantant, le mostre artistiche ecc. Riguardo al percorso di crescita dei personaggi, ho cercato di gestire il contesto storico in modo che, all’aumentare della tensione emotiva dei protagonisti, aumentasse anche la tensione politica e sociale degli eventi, così da creare un parallelismo tra turbamento dei personaggi e turbamento della città. Se nei primi capitoli c’è un’atmosfera rilassata, in cui la vita scorre relativamente spensierata, nei capitoli finali c’è una tensione drammatica anche “esterna” sempre maggiore: dalla serata futurista che finisce nel sangue, passando per gli scioperi della Settimana Rossa e arrivando all’attentato di Sarajevo e allo scoppio della guerra alla fine del romanzo.

  • C’è un messaggio particolare che speri i lettori colgano leggendo questo romanzo?

Il messaggio che ho voluto condividere con questo mio romanzo è quello che si può leggere sui segnalibri personalizzati che do in omaggio durante fiere e firmacopie: ovvero che “per amare gli altri bisogna prima amare sé stessi”. Parlando con le persone, ho notato che è una frase che spesso viene condivisa, ma che a volte viene anche fraintesa. Come se ciò volesse dire che le persone non meritano amore fin tanto che non riescano ad amare prima sé stessi: cosa che ritengo profondamente sbagliata. Questo perché tutti meritano amore, anche le persone più spregevoli, che nella maggior parte dei casi sono così proprio perché di amore non ne hanno ricevuto abbastanza. Il punto, secondo me, non è quello di meritare o no l’amore, bensì quanto noi arriviamo a proiettare negli altri ciò che dovrebbe prima di tutto provenire da noi stessi. Se negli altri cerchiamo approvazioni e rassicurazioni sul nostro valore, perché in fondo non pensiamo di avere un qualche valore, saremo continuamente dipendenti da essi e da ciò che pensano di noi. Con il rischio di andare in crisi nel momento in cui ci toglieranno quell’approvazione di cui abbiamo tanto bisogno. Se invece siamo consapevoli del nostro valore, e capiamo che l’altro non deve essere un completamento di ciò che ci manca, bensì un arricchimento e un valore aggiunto, allora possiamo instaurare con gli altri un rapporto sano, senza che si creino meccanismi di dipendenza, gelosia e manipolazione. Certo, cosa più facile a dirsi che a farsi, ma è una consapevolezza che in più occasioni mi ha tirato fuori da situazioni spiacevoli e che continua a farlo ancora oggi.

Grazie, Lorenzo, per aver condiviso con noi il dietro le quinte di Come la neve a maggio, un romanzo che racconta l’amore e il coraggio di accettare sé stessi anche quando il mondo sembra andare in direzione opposta.

Per chi desidera immergersi in questa storia intensa e toccante, il libro è disponibile qui: Acquista Come la neve a maggio.

Avatar di Sconosciuto

Autore: Gabriele Glinni

Esperto di informatica, amante della scrittura creativa. Autore di Ascend-ent e Descend-ent. Sostenitore dell'arte della composizione di messaggi efficaci ed eloquenti.

Lascia un commento