La genesi di un dark fantasy vittoriano ft. Emanuele Zammarchi

Intervista a Emanuele Zammarchi

Benvenuti a una nuova intervista di Pillole di Folklore & Scrittura! Oggi vi porto con me nell’Inghilterra dell’età vittoriana. Per arrivare lì non servono un Tardis o una Delorean, basta iniziare a sfogliare le pagine di “Pelle di pietra”, romanzo dark fantasy di Emanuele Zammarchi pubblicato da PAV Edizioni. Una volta oltrepassata la copertina si arriva a Dullton, una città immaginaria che, proprio come la Londra del passato, è attraversata di continuo da carrozze. Tra di esse ce n’è una molto particolare: è guidata da Balthazar Butler, vetturino il cui corpo è ricoperto da una peculiare pelle di pietra, e non si ferma per tutti i clienti. Solo chi viene scelte dal Nascosto, entità sovrannaturale udibile solo dal protagonista, può sperare di salire a bordo.

Per conoscere meglio “Pelle di pietra” e le sue origini, ho deciso di fare un po’ di domande al suo autore. Ciao Emanuele e bentornato sul blog! (ebbene sì, pure Gabriele l’aveva intervistato! Trovate tutto QUI).

Trovo “Pelle di pietra” un titolo evocativo, soprattutto perché si presta a più livelli di lettura. Ce l’avevi in mente fin dall’inizio o l’idea ti è venuta durante la stesura?

Credo che per questo libro il titolo mi fosse stato chiaro fin dall’inizio, poiché volevo scrivere di un eroe la cui pelle di pietra fosse un’allegoria del suo stato d’animo nell’intransigenza della società.

Come ti sei documentato sul periodo storico nel quale si svolge il romanzo?

Studio su internet (anche su YouTube), lettura di romanzi storici (ad esempio “Una fortuna pericolosa” di Ken Follet) e visione di film ambientati nell’Inghilterra vittoriana.

C’è un messaggio in particolare che speri di essere riuscito a trasmettere ai lettori del libro?

Tra i numerosi messaggi forse il più importante è questo: la felicità è racchiusa nelle piccole cose della vita, di cui è bene godere ogni volta che ci vengono date.

Se dovessi associare tre canzoni a “Pelle di pietra”, quali sarebbero?

A rappresentare le tre parti del libro, in ordine, scelgo: “The show must go on” dei Queen, “She is my sin” dei Nightwish e “All you need is love” dei Beatles.

Domanda classica: quali sono i tuoi autori preferiti? Hanno influenzato in qualche modo il tuo approccio alla scrittura?

Tra i miei autori preferiti quelli che più hanno impattato su “Pelle di Pietra” sono: Oscar Wilde, Ken Follet, Chrétien de Troyes (che a sua volta è apprezzato dal protagonista Balthazar).

L’omosessualità di Balthazar ha un ruolo importante nel libro, soprattutto perché nel periodo in cui si svolge la storia era considerata alla stregua di un crimine. È stato difficile gestire la sfera emotiva/relazionale del protagonista in un contesto così lontano dal periodo contemporaneo (non perfetto ma sicuramente più aperto)?

Il nostro periodo storico permette sicuramente più libertà di quello in oggetto, ma sono costantemente sotto minaccia, in particolare coi governi degli ultimi anni. La paura di vedersi togliere determinate libertà mi ha fatto immaginare come dovessero essere vissute da chi, all’epoca, non ne aveva. Oltre a questo, ho trovato molta ispirazione nella biografia di Oscar Wilde e nel suo scritto “De Profundis”.

Anche se Pelle di pietra è uscito da poco, te lo chiedo lo stesso: c’è qualche altro progetto letterario al quale stai lavorando?

Attualmente sto scrivendo un Planetary Romance, totalmente sdoganato da “Pelle di Pietra” ma che in comune ha alcuni personaggi che vivono amori impossibili. Sarà il mio primo romanzo a non essere ambientato in un reale periodo storico, bensì in un futuro immaginario.

Ringrazio ancora Emanuele per il tempo che mi ha concesso! Vi invito a scoprire “Pelle di pietra” sul sito di PAV Edizioni e su Amazon.

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Autore: Alessandro Bolzani

Mi chiamo Alessandro e, oltre a essere un giornalista, sono l’autore del libro urban fantasy Cronache dei Mondi Connessi – I difensori del parco, edito da PAV Edizioni. Nel 2023 ho vinto il concorso Sogni di Fantasy 2 con il racconto Sylenelle, ladra di sogni. Collaboro anche con la rivista Weirdbreed, per la quale ho realizzato il racconto La carne più buona del mondo, alcuni articoli e delle interviste. Nel mio blog, Pillole di Folklore e Scrittura, parlo di libri, scrittura creativa, mitologia, credenze popolari e, in generale, di tutto ciò che mi appassiona.

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