La margherita tra leggende e linguaggio dei fiori – Pillole di Folklore #72

Nel linguaggio dei fiori, la margherita rappresenta la purezza e la nobiltà d’animo, ma anche la verità e la positività.

Se regalata alla persona di cui si è innamorati, simboleggia un amore fedele e sincero.

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L’erica tra leggende e linguaggio dei fiori – Pillole di Folklore #71

Fiore tipico della brughiera, l’erica ha parecchi significati, che variano in base al suo colore. Quella viola è usata per esprimere solitudine e chiedere un po’ di affetto e compagnia da parte della persona cui si consegna, ma può anche esprimere ammirazione. Nella sua variante bianca, invece, il fiore simboleggia l’ammirazione che si prova nei confronti di qualcuno, la speranza che sogni e desideri si realizzino e la protezione dai pericoli e dalla negatività. Non a caso in Scozia si usa per augurare un matrimonio felice agli sposi.

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El dìa de los muertos – La festa dei morti nella tradizione messicana  

El dìa de los muertos (o giorno dei morti) è una festa messicana di origine precolombiana dedicata al ricordo dei defunti.  

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La camelia tra leggende e linguaggio dei fiori – Pillole di Folklore #70

Nel linguaggio dei fiori, la camelia bianca rappresenta la gratitudine, la stima, l’ammirazione e l’amore filiale.

Quando il fiore è rosa, invece, simboleggia la nostalgia, il desiderio di ricongiungersi al più presto con chi si ama.

La camelia rossa rappresenta l’amore e la speranza, mentre quella variegata è un simbolo di fiducia.

C’è però un altro significato attribuito spesso alla camelia: il sacrificio, inteso come impegno ad affrontare fatiche e sofferenze in nome dell’amore.

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I Magatama, uno dei simboli del buddhismo – Pillole di Folklore #69

I Magatama sono dei pendenti a forma di virgola apparsi per la prima volta in Giappone nella parte finale del perido Jōmon (che va dal 10.000 a.C. al 300 a.C.). Erano generalmente composti di giadeite, talco, agata e disapro, ma ne sono stati rinvenuti anche alcuni di ambra, terracotta, pasta vitrea, cristallo di rocca e oro. Inizialmente svolgevano una funzione meramente decorativa, ma nel periodo Kofun (compreso tra il 250 d.C e il VI secolo) iniziarono a essere indossati durante i riti funebri.

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Il girasole tra leggende e linguaggio dei fiori – Pillole di Folklore #68

Nel linguaggio dei fiori, il girasole rappresenta la luce e la vita, pertanto è un regalo perfetto per le persone positive e allegre. È anche un simbolo di buona fortuna, gratitudine e ammirazione.

In campo amoroso assume i significati di devozione e costanza. Regalare a una persona un mazzo di girasoli implica il desiderio di trascorrere il resto della vita assieme a lei.

Secondo alcune fonti, può però rappresentare anche un amore ossessivo e dal quale non ci si riesce a liberare, come quello che legava la ninfa Clizia ad Apollo. Questa interpretazione del mito, abbastanza diffusa, non mi sembra però corretta.

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Yggdrasil, l’albero cosmico – Pillole di Folklore #67

Nella mitologia norrena, Yggdrasil è l’immenso albero cosmico che con i suoi rami sorregge i nove mondi nati grazie al sacrificio di Ymir, il primo gigante di ghiaccio. Non è ben chiaro a quale specie appartenga, ma secondo molti è un frassino. Altre fonti lo classificano come una quercia o un tasso.

L’albero ospita alcune forme di vita, come lo scoiattolo Ratatoskr, il Wym Níðhöggr (sempre annidato tra le sue radici) e l’immensa aquila che vive sulla sua cima.

Il nome della pianta significa, secondo le interpretazioni più affidabili, “cavallo di Yggr”. Il termine cavallo, in questo caso, è utilizzato come metafora per il “patibolo”. Yggr, invece, significa “terribile” ed è uno dei tanti epiteti di Odino. Il nome fa riferimento alla circostanza in cui il padre degli dei rimase appeso all’albero cosmico per nove giorni e nove notti, alla ricerca di una conoscenza superiore ottenibile solo grazie a questo tipo di sacrificio.

I rami di Yggrasil sostengono l’intera volta celeste.

Secondo il poema Grímnismál, una delle principali fonti della mitologia norrena, l’albero poggia su tre radici. Una è diretta verso il regno dove risiedono gli Aesir (gli Dei), noto come Ásaheimr, un’altra giunge fino a Jötunheimar, la terra dei giganti. La terza radice, infine, raggiunge il Niflheimr, il regno del ghiaccio e del freddo.

Gaueko, il signore della magia nera – Pillole di Folklore #66

Nella mitologia basca, il Guaeko è uno spirito della notte. Punisce gli esseri umani che ostentano coraggio al calar delle tenebre e che fingono di non temere l’oscurità. In alcune versioni del mito viene considerato un demone, in altre un jentil, ovvero una creatura dall’indole gentile che aiuta le popolazioni locali fin dai tempi antichi.

Talvolta si manifesta come una raffica di vento e pronuncia queste parole: “la notte appartiene a Gaueko, il giorno agli umani”.
Viene comunemente rappresentato come un grosso cane da caccia nero, ma in alcuni casi si manifesta sotto forma di mucca o assume le sembianze di una creatura mostruosa. È dunque un abile mutaforma.

Uno dei suoi nomi è “signore della magia nera”. Nelle fredde notti d’inverno è possibile udire il suo ululato sinistro.

Per approfondire:
https://brickthology.com/2015/01/26/gaueko/

Credit dell’immagine: https://www.deviantart.com/nutty-acorn/art/Shadow-Wolves-337949024

Halloween, tre falsi miti da sfatare

Nel corso degli anni ho sentito varie inesattezze sulla festa di Halloween, che si celebra ogni anno il 31 ottobre, pertanto ho deciso di scrivere quest’articolo per sfatare alcuni dei falsi miti più diffusi e fare un po’ di chiarezza.

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Il Gashadokuro – Pillole di Folklore #65

Nella mitologia giapponese, il Gashadokuro è uno yokai avente le sembianze di uno scheletro alto più di 15 metri. Il suo nome significa, letteralmente, scheletro affamato. Ha un corpo è composto da ossa provenienti da esseri umani morti di fame.

È possibile incontrarlo dopo la mezzanotte nelle foreste, in campagna e nei sentieri non illuminati. Il rancore dei morti lo riempie di rabbia e lo spinge a desiderare una vendetta interminabile. Se si imbatte in una preda, le stacca di netto la testa con un morso e di disseta col suo sangue.

Emette un suono sinistro digrignando i denti, che solo chi sta per essere attaccato da lui può udire. I suoi poteri sovrannaturali lo rendono ancora più temibile: può rendersi invisibile ed è impossibile distruggerlo.

Per approfondire: http://yabai.com/p/2723