Casi extra di Wolf Lonnie Fighting for Truth: Chess Games

Caso extra: la psichiatra assassino, il paziente autistico, l’avvocato depresso e la verità che non arriva mai in orario

C’è un momento nella carriera di ogni avvocato in cui, dopo aver fermato la deriva di una malattia che avrebbe ucciso tutti i criminali mondiali, si ritrova seduto in aula con un caffè stantio e una cliente vestita come un NPC uscito da un indie game su Steam. Benvenuti in “Chess Games”, il caso extra che nessuno aveva chiesto ma di cui, francamente, avevamo bisogno.

Attenzione: l’ho classificato come caso extra di FFT, in realtà è un caso perfettamente a cavallo tra due serie, FFT e ELTT (Eyes, Lies and Trusting Times), infatti Wolf (e Gumshoe) a parte, in questo caso tutti gli altri personaggi non appartengono a me (motivo per cui vedrete poche immagini, e li vedrete tutti segnati con l’asterico*).
Però si tratta lo stesso di un caso che è importante narrare per una vicenda che avrà luogo molto più in là, ovvero Lands of Shallowness.

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Secondo anno di scrittura – Wolf Lonnie Fighting for Truth caso 4, parte 2: Il salvatore

La seconda parte di Il Salvatore segna il punto più alto (e più oscuro) di tutta la serie fino a questo momento (escludendo la morte di Ayane probabilmente). Qui Wolf non è solo l’avvocato che conosciamo, ma un uomo trascinato dentro una spirale di verità scomode, vecchi fantasmi e conflitti personali laceranti. Dal processo contro Blade e Alfredo fino allo scontro finale contro chi non avrebbe mai voluto scontrarsi, questa fase del caso è un crescendo di rivelazioni, tensione e dolore emotivo.

Solite premesse di scrittura: il punto in cui arriveremo era la mia “altra idea” per uscire dagli schemi della tipica assistente Ace Attorney. E, lo dico subito, chi ha scritto Dual Destinies grazie al cielo non ha avuto le palle, detto in modo molto grezzo, per ripetere la stessa idea con una certa avvocatessa ginger. Ma l’hanno accarezzata. Capirete subito cosa intendo. Perché, proprio lo scontro finale di questo processo aprirà un’era, per così chiamarla, nel mio universo narrativo.

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Secondo anno di scrittura – Wolf Lonnie Fighting for Truth caso 4, parte 1: Il salvatore

Ahhh, Il salvatore… uno dei miei casi più ambiziosi e il più lungo che ho scritto (51 capitoli, di cui ben 4 udienze e 2 indagini), è un caso che sono costretto a dividere in due articoli data la lunghezza, la mole di cose che avvengono sia a livello di indagini/caso, sia a livello personale di Wolf con altri personaggi.

Si tratta della summa di tanti plot point aperti finora, tra cui il caso ML-1, e in generale parecchi misteri (riguardanti Lucious, Salinne, Lilith, ecc) iniziano a srotolarsi e a prendere forma.

Al tempo fu un caso veramente divertente da scrivere sia per come l’avevo iniziato (capirete a breve), sia per la natura delle figure chiave del caso: Fantom Dethlone (che discuteremo soprattutto nella seconda parte) e Lilith Light.

C’è tanta ispirazione da Trauma Center, Death Note e, oltre a servire da chiusura all’ML-1, apre le porte per finale, quindi si può dire che quasi un two-parter con il caso 5 (Desiderio d’amore).

Senza perderci in ulteriori indugi, iniziamo pure.

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Secondo anno di scrittura – Wolf Lonnie Fighting for Truth caso 3: Incubo psicologico

Il terzo caso di Fighting For Truth, intitolato “Incubo Psicologico”, è probabilmente il più intimo, crudo e personale dell’intera saga finora. Un processo che, sotto l’apparente follia narrativa, ci porta dritti nel cuore delle cicatrici lasciate dal bullismo, dall’abuso domestico e dall’emarginazione sociale.

Si tratta di un caso che scrissi come vittima di queste circostanze, quindi ce l’avevo fresco di sfogo. Lo dico chiaramente: al liceo sono stato vittima non solo di bullismo, ma anche di molestie, e questo fu il mio modo per sfogarmi. Inizialmente l’idea era un caso riguardante l’impiccamento di una o più persone in una foresta (stile Aokigahara), poi ho voluto inventarmi qualcosa di molto più complesso, intricato e, allo stesso tempo, irrisolvibile.

Catapulte che sparano corpi in punti strategici del quartiere. Yep.

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La mia fanfiction su Ace Attorney era un mezzo disastro

Proprio come Gabriele, in passato pure io ho dedicato tempo ed energie a una fanfiction incentrata su Ace Attorney, serie di videogiochi che mi porto nel cuore da quando avevo 15 anni. Tra il 2007 e il 2010 ho portato avanti in modo discontinuo le avventure del giovane avvocato Justin Shield e dei suoi nemici e alleati, senza però arrivare mai a un finale vero e proprio. Se Gabriele ha avuto la pazienza e la costanza di partire da una “semplice” fanfiction e trasformarla poco per volta in un’opera più grande e complessa, io a un certo punto mi sono arreso, lasciando tante storyline senza una conclusione, forse sopraffatto dall’enormità di un progetto del quale, a conti fatti, avevo scritto a malapena il 20% (a essere ottimisti).

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Princess’ Awakening – Turnabout Starfall

Un caso scritto alcuni anni dopo la fine stessa di Fighting for Truth, ambientato tra il secondo caso (Il giudizio del cosmo) e il terzo (che leggerete tra poco), la cosa interessante è che è interamente povvato dalla Salinne che avete imparato a disprezzare nel precedente articolo. Quindi, per quanto mi riguarda, fu il primissimo caso in assoluto scritto dal punto di vista di un procuratore (novità per ciò che concerne Ace Attorney).

Fa parte della serie Princess’ Awakening, con protagonista, per l’appunto, Salinne (e successiva sua vera identità), una collezione di storie di vari tipi (Ace Attorney, investigativo, storie weird) che andranno a formare lo sviluppo del suo personaggio.

Si tratta anche di un caso molto importante in quanto setta due villain fondamentali per la serie, anche se non nell’immediato: Elvis Allgood e Carl Richmond (che, ricorderete, è stato il colpevole del primissimo caso di Wolf Lonnie!).

Si tratta inoltre di un caso ambientato in un Gamestop, quindi parecchio divertente da questo punto di vista, e parte con una premessa intrigante: e se il nuovo avvocato in partenza se la vedesse immediatamente male?

Come sempre, i personaggi segnati con * sono personaggi di altri autori.

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Secondo anno di scrittura – Wolf Lonnie Fighting for Truth caso 2: Il giudizio del cosmo

E niente, avevo detto che Fighting for Truth sarebbe stata una serie più cerebrale, più matura, più grigia. Però ciò non mi ha fermato dallo scrivere un dibattimento legale… contro un alieno. Sì, avete letto bene. Un alieno. Con tanto di nome impronunciabile, crisi esistenziali cosmiche e un trauma intergalattico alle spalle.

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Secondo anno di scrittura – Wolf Lonnie Fighting for Truth caso 1: Incontri ed enigmi

Lo ammetto. Dopo Il vero epilogo pensavo di aver chiuso. Avevo detto tutto. Morti, drammi, coltellate al cuore (letterali e metaforiche). Poi sono passati mesi, ho respirato, ho guardato Death Note, mi è iniziato a mancare Wolf, e mi son detto: “E se ripartissi con una nuova saga, ma stavolta più cerebrale, più ambigua, più ‘ogni personaggio è una mina emotiva ambulante’?”
L’intento era infatti scrivere personaggi ambigui, moralmente grigi, anziché malvagi o malvagi con traumi.

Dirò di più: i quattro personaggi nella cover di questo articolo, da sinistra verso destra Lilith Light, Wolf Lonnie, Lucious Lowiss e “per il momento” Salinne, sono i quattro personaggi che mi sono portato avanti più di tutti, di cui più ho scritto storie e che più ho fatto crescere. In definitiva penso i miei personaggi migliori come autore.

(e spero che Will Grayson, di Descend-ent, ci riesca lontanamente a competere, appena esce il romanzo)

Nasce così Fighting for Truth, che prende la scena mesi dopo la fuga di Reginald.
Il tribunale è stato ricostruito , ora ha l’estetica Apollo Justice, e Wolf Lonnie… è cambiato.

Altra cosetta interessante: Fighting for Truth l’ho scritto MENTRE avevo finito quasi di pubblicare Wolf Lonnie: Ace Attorney su un forum di Phoenix Wright, e fu la mia primissima esperienza di pubblicazione di un mio lavoro su una piattaforma.

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Casi extra di Wolf Lonnie Ace Attorney: Conflitto furibondo e Il vero epilogo

Conflitto furibondo

Quando penso a Conflitto Furibondo, il secondo dei tre casi extra di questa lunga saga, la parola che mi viene in mente non è “giustizia”, ma “inevitabilità”.

Questa storia, ambientata nel passato rispetto alle vicende principali di Wolf, mette in scena Diego Armando e Mia Fey, un duo affiatato, ma ancora acerbo.
Apro parentesi: scelsi Diego in quanto avevo già inserito il cameo di Godot, e a livello di timeline e tizio interessante cadeva perfettamente, ma non avevo ancora giocato Trials and Tribulations (non era uscita la traduzione ita), quindi mi basai, sia per Godot che Diego, su quanto avevo letto sul sito Court Records (e pare mi vennero entrambi bene).

Diego è già il solito caffè fumante e sarcasmo pungente, Mia è l’astro nascente che si sta formando, ma che non ha ancora dovuto affrontare il peso del “nome Fey” fino in fondo. A condurre l’accusa, il ruvido Neil Marshall, un uomo che ha ben chiaro il confine tra legge e caos — anche se non sempre riesce a stare dalla parte del primo.

Nel mezzo? Un massacro in un ritrovo criminale, un’arma rubata, un cast di criminali disfunzionali e un ragazzino di nome Wolf Lonnie che, a otto anni, già mette a disagio in tribunale più degli imputati stessi, insieme ad Ayane che ha sei anni.

Ma non è per Diego o Mia che questo caso rimane impresso. Lo è per due nomi: Knight Darketh… e suo figlio, Reginald.

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Truthseekers’ files – TuMour

Attenzione: contenuti potenzialmente disturbanti.

Dopo aver raccontato L’Ascesa dell’Oscurità, uno potrebbe pensare: “Ok, siamo arrivati alla fine. Boss finale sconfitto, giustizia ripristinata, spade magiche archiviate… è fatta.”
E invece no.

Perché se c’è una cosa che Wolf Lonnie: Ace Attorney mi ha insegnato (o meglio, la smania di continuare ad aggiungere storie e ad approfondire tizio caio e senpronio), è che la verità non finisce mai nei titoli di coda. Ebbene sì, siamo solo agli inizi.
Ci sono ancora troppe domande sospese, troppi volti da esplorare, troppe lacrime non versate. E, soprattutto, c’è Reginald Darketh. Un villain così denso che ha straripato dai confini del suo stesso caso per contaminare passato e futuro. Letteralmente.

È per questo che ho scritto tre casi extra, prima della seconda serie, ognuno con una funzione ben precisa:

  • TuMour: un caso a sé, scritto anni dopo, che ritorna nel passato per mostrarci Ayane viva e luminosa… in larga apparenza (come avrete intuito dalla cover di questo articolo). Una storia che respira malinconia e che introduce un luogo fondamentale: il Sacrocuore.
  • Conflitto furibondo: flashback nel passato, ai tempi d’oro di Diego Armando e Mia Fey contro il procuratore Neil Marshall. Qui getto luce sulle origini di Reginald, scavando nella genesi del male e mostrando come anche i mostri abbiano una radice fragile.
  • Il vero epilogo: salto nel futuro, dove la nuova generazione entra in gioco. La protagonista è Gabrielle, figlia di Wolf. È lei a raccogliere l’eredità, affrontare gli ultimi segreti e concludere la storia là dove tutto è cominciato.
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