C’è una piaga che affligge le storie di rivalità: si chiama “odio sterile”. Avete presente quei personaggi che si urlano addosso, si insultano con frasi prese da una telenovela degli anni ‘90 e sembrano più impegnati a farsi le pulci che a far avanzare la trama? Ecco. Oggi vogliamo parlare di come evitare quella trappola quando si scrivono rivali contraltari, prendendo a modello una delle coppie più iconiche (narrativamente parlando): Sonic e Shadow.
Perché sì, c’è una differenza abissale tra “essere rivali” e “odiarsi per sport”. E una buona rivalità, ben scritta, può elevare una storia da “meh” a “meravigliosa” (vedi scrittura di Shadow in Sonic Boom vs scrittura di Shadow in Sonic 06). Quindi parliamone.
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